Statua d’ombra, il gabbiano veglia
sull’orizzonte che unisce luce e abisso,
futuro da scrivere, ponte segreto
fra il qui e l’ora, altri luoghi e altri quando.
La boa segna confini che il mare ignora,
li sfida, li cancella, indifferente all’inganno:
da millenni sciaborda respiro d’acqua,
placido e sordo a guerre di pane e preghiere,
a fragili viaggi di speranze che sanno di morte.
Noi, granelli sospesi nell’ampolla del tempo,
ci crediamo vento quando siamo sussurro,
eco dispersa che l’onda raccoglie,
mentre il mare tace, clessidra infinita
che consuma attimi e custodisce eternità.
