Un futuro non troppo lontano (parte prima)

Come per ogni assalto che si rispetti arrivarono durante la notte. Attaccarono prima i paesi ritenuti più temibili, poi tutti gli altri e, per finire, il terzo mondo. Le loro astronavi fluttuavano intorno al mondo come le api intorno all’alveare. La gente era terrorizzata, la tecnologia umana non funzionava più, niente auto, niente internet, niente informazioni. Nessun esercito riuscì a contrattaccare, se non timidamente e in modo poco organizzato. In pochi giorni l’umanità fu totalmente sopraffatta dalle forze aliene.

Gli extraterrestri, soprannominati anche i “Secchi”, per via del loro aspetto magro e la dura pelle aderente alle ossa, non sembravano pericolosi: non erano alti, né muscolosi, non avevano né artigli né zanne, ma, nonostante la loro debole apparenza, essi divennero i nuovi signori del mondo.


Gli alieni non comunicavano con i terrestri, ma si facevano capire con i loro suoni bassi, quasi impercettibili e, se non li capivi, ti procuravano un dolore alle ossa causato da un apparecchio sferico che portavano sempre con sé e che aveva una moltitudine di funzioni diverse.
I Secchi non lavoravano, stavano tutto il giorno con quella sfera in una delle loro quattro mani. Bastava che pensassero a quello che volevano ottenere dallo schiavo umano che una proiezione tridimensionale apparisse e il terrestre spaventato eseguisse l’ordine. Gli uomini costruirono per i Secchi bunker sotterranei, case e uffici, traslocarono dalle astronavi a lì sotto oggetti di varia natura. Tra gli oggetti alcuni schiavi umani riuscirono a vedere alcune teche con i cadaveri perfettamente intatti di altre specie aliene, qualche testa, qualche mano o zampa. C’erano anche degli enormi quadri-olografici che immortalavano i Secchi in altri pianeti, prima e dopo il saccheggio. In alcuni ambienti un mega proiettore rappresentava diversi pianeti, il sistema solare e la piccolissima Terra e, riferite a essa, c’erano note e immagini di ere passate; chissà da quanto tempo li stavano studiando. Tra gli uomini si vociferava che i Secchi erano una specie parassita, che come un cancro si sarebbe sviluppata a spese dell’ospite sino a portarlo al collasso. Avrebbero lasciato la terra solo quando le sue lande sarebbero state improduttive e desolate.

I Secchi non smentirono queste voci e cominciarono a chiedere ai terrestri di estrarre sempre più petrolio, metano e legna. Le loro macchine richiedevano tanta energia nelle loro diverse forme. Le conseguenze attorno alle centrali erano devastanti, la nube tossica copriva i raggi del sole, tanto che attorno alle centrali non cresceva più l’erba. Il disboscamento delle foreste unito all’aridità e all’inquinamento causò la moria della maggior parte degli animali e di molte specie vegetali. Solo gli insetti, i ratti e alcuni uccelli in controtendenza si moltiplicarono adattandosi al nuovo ambiente.

Gli uomini-schiavi venivano forzati ai lavori più faticosi. I più deboli vennero uccisi perché inutili e le donne mantenute per la riproduzione e la cura della prole, nuova forza lavoro. I Secchi erano esclusivamente carnivori e molto voraci, le bestie allevate dall’uomo servivano per sfamarli, i pochi campi fertili rimasti erano invece destinati a produrre foraggio per gli animali. L’alimentazione dei nuovi schiavi divenne quindi prevalentemente vegana, eccetto che per gli insetti e i ratti catturati in autonomia.

CONTINUA QUI

3 thoughts on “Un futuro non troppo lontano (parte prima)

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.