Sembra farla semplice, vero? Eppure è una cosa che ho sperimentato personalmente. Da finché ho memoria mi sono sempre sforzata (a volte invano) per essere una *persona* modello (una studentessa modello, una bambina modello, un’amica modello, una lavoratrice modello) e cosa mi ha dato in cambio questo sforzo? L’ansia! Adesso da 40enne (ancora no, manca mezzo anno!) mi ritrovo a passare in rassegna i momenti clou della mia vita e ad estrapolarne gli insegnamenti. Tutto questo perché un paio di mesi fa sono stata declassata a lavoro dopo una promozione: con uno sforzo enorme avevo cambiato ruolo, prendendo in carica un intero team alle mie spalle. Sforzandomi di dirigerlo, sforzandomi di dare risultati e sforzandomi per preservare la mia immagine (si sa, non è facile essere “il capo”, soprattutto se sei una donna di mezza età senza figli e che ha subito varie ingiustizie). Per 6 mesi mi sono sforzata sovrumanamente per sentirmi poi dire “guarda, forse non sei adatta a questo ruolo, torni a far parte del team”. Immaginatevi lo sgomento, la delusione, la rabbia e infine la vergogna.
Ho passato la prima settimana oscillando da uno stato di rabbia a uno di depressione, chiedendomi “cosa c’è di male in me, perché sono inadatta”. Poi mano a mano che passavano i giorni mi sono resa conto di una cosa: la rabbia e l’umiliazione si stavano affievolendo e al loro posto non c’èra più niente. Continua a leggere





