L’Occidentalismo di una temperata estate su una pallina del sistema solare

di Dora Pistillo

Chi sei e perché sei qui. Chi credi di essere e quale credi sia la ragione della tua presenza. Cosa vorresti essere e cosa vorresti fare qui.
Il cielo brulica di particelle nell’evanescenza di una giornata di mite calura e incredibilmente c’è ancora il canto di uccelli e delle cicale, delle raganelle e ronzio di insetti vari.
Allora lo ripeto. Chi sei e perché sei qui. Chi credi di essere e quale credi sia la ragione della tua presenza. Cosa vorresti essere e cosa vorresti fare qui.
Lo ripeto. Chi sei e perché sei qui. Chi credi di essere e quale credi sia la ragione della tua presenza. Cosa vorresti essere e cosa vorresti fare qui.
La luce in questo angolo di pallina del sistema solare, in questo periodo dell’anno ha il potere di guarire e di sospendere il tempo e lo spazio, rivitalizza e consuma la volontà.
Chi sei e perché sei qui. Chi credi di essere e quale credi sia la ragione della tua presenza. Cosa vorresti essere e cosa vorresti fare qui.
Nessuno indica l’umidità diffusa nell’aria che è un velo davanti agli occhi. E c’è così tanto giallo e azzurro, e i muri imbiancati a calce della mia memoria di creatura affamata di senso e conoscenza.
Said ha scritto Orientalismo, io inviterei a farsi domande sull’Occidentalismo
Estate, sei calda come baci che ho perduto. Sei piena di un amore che è passato. Che il cuore mio vorrebbe cancellare. Sei piena di un amore che è passato. Che il cuore mio vorrebbe cancellare.
Non mi affaccio più alla finestra per cercare Marte e la Luna, non anelo più a paraventi di carta di riso che ombreggiavano la stanza nelle ore più calde e penso a chi affronta viaggi dolorosi e disperati e nel cuore di chi parla alla folla c’è solo ignoranza, paura e un po’ di consapevolezza che anche dall’altra parte può esserci altrettanto.
Dov’è finito l’amore? L’Amore, quello che fa perdere il senso del tempo e dello spazio, che annulla la burocrazia e rende assoluto un sorriso e una stretta di mano, che comunica l’essenza di una presenza dalle particelle che il suo corpo emana?
Chi sei e perché non sei qui. Chi credi di essere e quale credi sia la ragione della tua assenza. Cosa vorresti essere e cosa vorresti fare se fossi qui.
Accarezzo ancora le cose come quando ero accanto alle piante di capperi e mi ha dato gioia scoprire che ce n’erano anche vicino agli appennini. Da qualche parte il mio cuore ti sta ancora aspettando.
Quando incontro qualche disperato penso potrei essere io, potresti essere tu o qualche altra persona che abita il mio cuore. Non esistono peccati, non esiste colpa, non esistono delitti. Tra i comuni mortali esiste solo la paura che non fa considerare la gioia di essersi incontrati. Come al solito le mie parole turbinano e mescolo piccole cose private al mio sguardo sul mondo. Come al solito qualcuno intuirà ma molti fraintenderanno perché non si legge con gli occhi ma col cuore.
Se ancora ti domandi perché dalle mie labbra affioravano parole del padre nostro, allora sappi: il pane può essere anche suprasustanziale e la paura è l’unico male.
Se ancora ti ri-cordo, se ancora passando dalle parti del mio cuore sento la tua presenza, è perché eri pane suprasustanziale e il nutrimento che mi hai dato mi ha resa più viva.
Non avresti apprezzato la musica che mi risuona, non t’importava del cibo che preparavo, non ti interessava della confezione di un liquore o di cosa indossassi. Ed amavo tutto ciò. Tutto ciò mi fa vedere le persone dietro una mano tesa che cerca spiccioli fuori al supermercato, di una donna con tre figli appesi agli indumenti modesti e un carico di valigie alla ricerca del treno giusto. Il mio cuore vede le emozioni di una donna spettinata e farfugliante, la solitudine di uno studente distratto e inosservante, la disperata forza di un trasportatore di quarti di buoi tra le strade di Ballarò. Vedo l’indolenza di una commessa civettuola in panetteria, i rimpianti di quell’uomo seduto all’uscio in cerca di frescura. Che bello, ancora ci sono raganelle e le cicale nelle ora più calde. Mi insegnasti a uccidere le zanzare con un un colpo solo e ora non provo più fastidio e abbiamo un patto, possono pasteggiare liberamente purché con gentilezza. Ci scherzeresti su, che col mio sangue di vita sostengo creature apparentemente inutili. La verità è che ognuno di noi è in qualche misura Dio.

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