Plausibili notti d’autunno

La sicurezza della notte.

La perfezione che riesci a vedere attraverso il velo silenzioso delle tenebre.

La città dorme… la città apparentemente senz’anima, fatta di materiali grezzi e combinati di cemento, vetro e meccanismi a incastro, proprio quella che ti ospita e ti inghiotte, è ferma.
Le automobili e sì, anche i motorini – ciclomotori anzi scooter per il resto d’Italia – riposano freddi, dopo probabili ore di riscaldamento continuo tra freno-frizione, prima e semafori con luce color rosso.

La notte è la sorella tenebrosa del giorno. La notte nasce, quando il sole muore. Tra nozioni sognanti ed elementari, la notte probabilmente per molti di noi è molto di più. Soprattutto il suo cuore.
Il cuore della notte ti pulsa dentro quando sei sveglio, sveglissimo e la tua percezione e ricezione verso tutto ciò che è esterno a te è al massimo, tutto ciò accade intorno le 3:00 o le 4:00 del mattino – in confidenza a me succede spesso ma ad ognuno il proprio orologio biologico! – quando ormai il tuo fisico ha azzerato quasi ogni residuo di sporcizia e sensazione della giornata trascorsa e le ultime vibrazioni sono dedicate alla ricerca della ragione nella riflessione… un papocchio di pensieri che chiaramente non vi porteranno a niente o che forse vi illumineranno un’idea quando meno ve lo aspetterete!

E intanto il vento fuori spinge le foglie cadute.
Ti sei mai ritrovato accucciato in una sedia a sdraio con una copertina di morbido pail che ti fascia fino le guance e ti portano una fetta di pane di paese riscaldata con sopra dell’olio, sale e pepe? o un caffè caldo?
È il momento in cui percepisci lontanamente un senso della vita, il meccanismo non si vede ma si sente e c’è! Realmente, una sensazione bellissima.

Certo, in una situazione del genere qualsiasi cosa ti  presentassero già pronta, con amore e amicizia, sarebbe appetitosa e buonissima, ma il cibo è solo un pretesto, il primo pezzo del domino che spingi, e che fa cadere tutti gli altri pezzi.

La stessa cosa non potrebbe accadere se le luci del giorno fossero alte nel cielo. Tutti sarebbero svegli, la città stessa sarebbe sveglia, tutto sarebbe rumore scostante, mancherebbe l’atmosfera; di conseguenza noi non saremmo così predisposti.

Deve essere merito anche dell’attuale stagione che forse ci rende riflessivi – e senza specchi di sorta! – d’altra parte io credo che l’autunno sia un periodo di transizione -certamente metaforicamente parlando – basti vedere gli alberi che cambiano d’abito rimanendo sui loro piedi interrati; ogni cosa diventa cambiamento in attesa dell’inverno.

Spero sarà un autunno lungo, ho voglia di tante notti infinite per finire gli ultimi cambiamenti e meravigliarmi, davanti una tazza di tisana calda sotto un cielo stellato apparentemente coperto di nuvole e vento.

Probabilmente mi sono cullato su troppa tisana erbosa e allori… e se vi siete rilassati e addormentati a metà della lettura vi consigio di salvare il link tra i preferiti: una cura così efficace contro l’insonnia di questi tempi non è cosa da buttar via!
Però tra tanti problemi personali – chi non ne ha!? – e tantissime brutte notizie che giornalmente dobbiamo subire, bombardati da ogni fonte di media, non avevo voglia di scrivere altro. Avevo bisogno di scrivere parola dopo parola quello che trovate qui sopra. Siamo coscenziosi e mi auguro interessati al mondo che gira e dovremmo rimaner tali, ma a piccole dosi.

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