O la Repubblica o il Caos

2 giugno 1946. L’allora Ministro dell’Interno Giuseppe Romita  legge i risultati del referendum che aveva chiamato gli italiani a scegliere fra repubblica e monarchia. Il 54,3% della popolazione che si recò ai seggi elettorali scelse la Repubblica decretando la fine dell’insulsa e clownesca monarchia dei Savoia, i quali vennero mandati in esilio dove avrebbero dovuto restare vita natural durante.
Finché nel 2002 la XIII Disposizione transitoria della Costituzione, che recita «I membri e i discendenti di Casa Savoia non sono elettori e non possono ricoprire uffici pubblici né cariche elettive. Agli ex re di Casa Savoia, alle loro consorti e ai loro discendenti maschi sono vietati l’ingresso e il soggiorno nel territorio nazionale. I beni, esistenti nel territorio nazionale, degli ex re di Casa Savoia, delle loro consorti e dei loro discendenti maschi, sono avocati allo Stato. I trasferimenti e le costituzioni di diritti reali sui beni stessi, che siano avvenuti dopo il 2 giugno 1946, sono nulli» viene abolita dal governo di centrodestra del Nano più alto del mondo.
Così sessantacinque anni fa, il popolo italiano (o forse sarebbe meglio dire il popolo nord-italiano), donne comprese, decisero che la Repubblica fosse il male minore rispetto ad una monarchia che ci aveva consegnati al fascismo. Al Sud la gente, dopo secoli di vassallaggio, senza il suo re si sentì come un cane abbandonato in autostrada. A Napoli scoppiarono delle sommosse. In Sicilia forse c’era troppo caldo e troppa fame per interessarsi a ciò che succedeva in Italia. O forse, memori del fatto che, in occasione del terremoto che rase al suolo Messina nel 1908, il re e la regina si recarono a portar sollievo nel luogo del disastro, amavano i Savoia da bravi lacché quali sono rimasti nel corso dei secoli.

Oggi che valore ha la Repubblica Italiana, vilipesa e resa un circo da coloro che la governano? Che valore ha festeggiarla con parate, frecce tricolore e LaRussa? Per quale motivo si istituisce il 2 giugno come giorno di Festa Nazionale quando poi si consente ad una Alessandra Mussolini di fare parte del Parlamento e si continua a dare del “principe” a quello spaventapasseri con l’accento francese di Emanuele Filiberto, invece di mandarlo a spalare carbone per ripagare fino all’ultimo centesimo tutto quello che ci è stato rubato dai suoi “reali” familiari vigliacchi e meschini?
Con un Presidente del Consiglio che cerca di distruggere la Costituzione per i propri interessi, facendo tra l’altro delle esternazioni infelici del tipo: ” Serve un chiarimento sulla Costituzione. Rifletteremo e vedremo se dovremo arrivare a quella riforme della Carta Costituzionale che sono necessarie, perché è una legge fatta molti anni fa, sotto l’influenza di una fine della dittatura con la presenza al tavolo di forze ideologizzate, che hanno guardato alla Costituzione russa come ad un modello da cui prendere molte indicazioni”.

In realtà perché porci delle domande, è un giorno di vacanza in più. Chissenefrega.
Lascio a voi l’ardua sentenza. Fatevi delle domande e datevi delle risposte. O condividetele se preferite.

Pietro Nenni lanciò il suo monito “O la Repubblica o il Caos”, durante la campagna elettorale.
Certo è che, se fosse vissuto ai nostri giorni, la frase l’avrebbe formulata utilizzando la terza persona del presente indicativo del verbo essere al posto della congiunzione disgiuntiva tra le due parole chiave.


VIVA la Repubblica italiana, oligarchica, fondata sulla disoccupazione. La sovranità di fatto non appartiene al popolo, che oggi, dal canto suo, non la esercita neanche quando viene chiamato a farlo con un referendum.

8 thoughts on “O la Repubblica o il Caos

  1. Però le ultime elezioni amministrative fanno sperare che qualcosa stia cambiando. Chissà, magari al referendum del 12-13 giugno ci saranno moltissimi sì.
    Io non perdo le speranze.

    Sul farsi delle domande e darsi delle risposte… perché alla parte destruens non segue una parte costruens? Non vogliamo mica diventare Beppe Grillo?

    Baci.

  2. Io descrivo ciò che vedo. La realtà nuda e cruda depurata da slanci di buonismo e ipocrisia. Non c’è né intento destruens né costruens. Non sono un maestro di vita né Mosè che apre le acque del Mar Rosso.

    Anche a me piacerebbe che si raggiungesse il quorum al referendum, ma sono quasi certa che non sarà così. Al nord forse si avrà un maggiore afflusso alle urne. Ma qui la gente è lagnusa, disinteressata e disinformata.
    Se gli eventi mi smentiranno, i miei futuri post per Abattoir saranno modellati sullo stile di Susanna Tamaro e avranno la dolcezza e la speranza degli Orsetti del Cuore. Così saranno tutti contenti :)

  3. >>destruens non segue una parte costruens? Non vogliamo mica diventare Beppe Grillo?

    lol, non dire certe cose!

    prima di dire che sta cambiando qualcosa voglio vedere B fuori dal governo, è chiaro che anche se i referendum andassero male lui non si dimetterebbe, resterà incollato li finché qualcuno non lo sradica

  4. Io odio Beppe Grillo!Piccolo obeso e barbuto miliardario incazzato dei miei stivali. Non è che lui è una brava persona perché mi ha fatto sapere che nelle Macine Mulino Bianco c’è l’uranio impoverito,per dire. E poi ODIO la gente che urla… e di conseguenza suda come l’ispettore Putrid de “Il Silenzio dei Prosciutti” :D

  5. La gente è disinformata ovunque riguardo a questo referendum, a prescindere dal nord e dal sud.
    E avere Berlusconi (costa tanto scriverlo per intero? :P) fuori dal governo potrebbe essere secondo me il primo ed importantissimo passo, ma di certo non ci toglierà totalmente dall’impiccio.

  6. allora, il 45.7 % della popolazione italiana ha votato contro l’abolizione della monoarchia e non mi sembra un percentuale trascurabile, tutt’altro. E tu la definisci clownesca? Io direi che per molti, 47.5 non sono affatto pochi, era tutt’altro che clownesca. Ma poi che bisogno c’era di esiliarli? I clown sono gli italiani, non la monoarchia in se.

  7. “Ma poi che bisogno c’era di esiliarli”
    infatti, avremmo dovuto impiccarli…
    Vittorio Emanuele terzo fu fedifrago, dovrebbero ringraziarci se sono ancora vivi e non sarebbero mai dovuti rientrare nel suolo italiano.

    Al massimo passaporto turistico, 3 mesi e poi fuori, come le badanti polacche.

    Anche prima di allora i Savoia sono sempre stati dei conquistatori, specialmente per il meridione che fu devastato ed economicamente annullato volontariamente dai Savoia, i Savoia dei campi di concentramento di Fenestrelle, i Savoia che tennero chiuse le università meridionali per più di 10 anni per rendere ignorante il meridione, i Savoia che trasformarono Napoli dalla città più industrializzata del paese a quella che è oggi.

    Clownesco è una parola sbagliatissima, furono i primi dittatori d’italia.

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