Si sa “pesce grande mangia pesce piccolo”, lo vediamo nei documentari di animali e lo viviamo sulla nostra pelle, chi è più potente tende a schiacciare i più deboli per accrescere il proprio potere però invertire la tendenza è possibile secondo un’altra massima: “l’unione fa la forza”.
Uno dei campi in cui i potenti accrescono la loro ricchezza a discapito di quella dei più deboli è l’economia, dall’economia dell’alta finanza che comanda le nostre vite indirettamente alla piccola economia domestica che influisce direttamente e quotidianamente con la nostra vita.
Ogni giorno noi acquistiamo piccole cose, normalmente beni di prima necessità come alimenti e abbigliamento e il prezzo ci viene imposto dal negoziante, a sua volta il negoziante acquista dai suoi fornitori con un prezzo da questi ultimi imposto. I fornitori oltre che imporre il prezzo ai suoi clienti (ovvero i negozianti) impongono anche i prezzi ai loro produttori.
L’economia può essere una materia difficile e allora vediamo in modo pratico come funzionano queste dinamiche con un esempio:
in Sicilia ci sono 30 (un numero a caso) aziende che coltivano arance, l’azienda che fa da tramite tra i supermercati va da 5 aziende e dice “voglio le vostre arance ma il prezzo con cui lo compro lo decidiamo noi oppure le compriamo da altri e il vostro lavoro rimane a marcire”, così i produttori accettano il “ricatto”. Poi il l’azienda fornitore va dai supermercati e dice “ecco qui le arance, sono cento kg, mi devi…” e decide nuovamente il prezzo. Il commerciante a questo punto dovrebbe fare lo stesso giochetto del fornitore minacciarlo di cambiare rifornitore ma probabilmente rimarrebbe semplicemente senza arance ed è allora si vendica facendo pagare lo scotto ai suoi clienti che hanno come unica arma possibile quella di cambiare negozio
Ma anche in quel caso il cliente dovrà pagare lo scotto che il commerciante ha subito dal fornitore. Questo per anni è stato tacitamente accettato dai consumatori non vedendo altre possibilità, ma per fortuna le possibilità si aprono a noi nel tempo e scorgiamo che possiamo evitare questo sistema conosciuto anche come “filiera lunga” con una filiera più corta, spesso definita a kilometro zero tanto è corta e consiste nell’acquistare direttamente dai produttori.
L’acquisto dai produttori non è sempre così facile perché bisogna avere tempo per andare dai diversi produttori, bisogna conoscerli e a loro volta potrebbero imporre il prezzo decidendo di vendicarsi dell’imposizione subita dai fornitori e allora ecco che ci viene incontro l’altra massima espressa all’inizio di questo articolo “l’unione fa la forza”: i consumatori si riuniscono in Gruppo di acquisto solidale (GAS) per acquistare ad un prezzo solidale per entrambi le parti (consumatore e produttore, scavalcando fornitore e commerciante) e gestendo le liste della spesa.
I GAS sono associazioni di consumatori che raccolgono una serie di richieste dai loro soci che formeranno una lista della spesa. Quando si raggiungeranno grandi quantità di richieste per un determinato prodotto questo sarà acquistato all’ingrosso dal produttore e rivenduto al dettaglio al socio senza rincari, se non una piccola percentuale per le spese del carburante.
I GAS sono riconosciuti dalla legge italiana come associazioni non commerciali, quindi sgravate da tassazioni particolari che rendono possibile un ‘acquisto e una vendita di prodotti a prezzi solidali.