Se vogliono entrare entrano comunque

un ladro tenta di scassinare una porta super blindata, un cane esce dalla botola della porta

Vignetta di Andrea Ventura. You are not welcome

La cosiddetta piramide dei bisogni di Maslow rappresenta cinque diversi livelli di bisogni che un individuo può manifestare. Se una persona non raggiunge il livello più basso, il livello dei bisogni fisiologici sarà difficilmente interessato a soddisfare bisogni di livello più alto, un assetato in pieno deserto sarà scarsamente interessato a migliorare il proprio status sociale comprando un Rolex. Uno dei bisogni più elementari, collocato al secondo livello della piramide di Maslow, è il bisogno di sicurezza. Vogliamo vivere in un quartiere “sicuro”, ben pattugliato, vogliamo auto sicure, stipuliamo polizze assicurative, preferiamo tariffe “flat” alle più rischiose tariffe a consumo, cerchiamo il posto di lavoro “sicuro”, acquistiamo allarmi, sofisticate serrature e porte blindate. Siamo sicuri però che queste “misure” preventive funzionino veramente?

Molto spesso, nel caso della sicurezza anti-ladro, la risposta è negativa.

Siamo convinti – ed io stesso ero convinto – che una porta blindata chiusa a chiave costituisse un limite invalicabile per un topo d’appartamento di media “bravura”. Non è così. Una delle serrature tipiche delle porte blindate è quella detta a “doppia mappa”. Si tratta di una chiave piuttosto lunga con due rettangoli intagliati all’estremità. Ebbene – ho scoperto – è un modello facilmente replicabile tramite calco o tramite semplice fotografia (non una scansione, si badi bene) non dettagliata. Si può usare anche un “quick opener”, vale a dire un pezzo di metallo con due dentelli spesso realizzato in casa e con un po’ di pazienza in meno di cinque minuti la porta sarà aperta.

Oggi la serratura a doppia mappa è stata quasi completamente sostituita dal vecchio cilindro europeo con chiave “punzonata”. È una chiave scanalata che, al posto dei classici dentelli sagomati sulle chiavi da portoncino, riporta sulla sua larga superficie delle depressioni che costituiscono il codice meccanico della serratura, più difficile da clonare tramite calco o foto proprio perché la combinazione non è più sul bordo della chiave. Alcune di queste chiavi hanno anche una scheda che costituisce l’unico documento valido per poter duplicare la chiave. Il problema è che, se il cilindro sporge rispetto alla porta, esiste una sega a tazza o un tubo sagomato in grado di troncarlo. Alcuni modelli inoltre non hanno sistemi anti-strappo, quindi basta colpire la serratura con una martellata ben assestata da farla fuoriuscire dalla sua sede all’interno della porta. Altri ancora possono essere trapanati con facilità. E, come se tutto questo non bastasse, ho scoperto che anche uno studente di prima elementare della scuola nazionale di furto sarebbe in grado di scassinare la serratura meccanica più sofisticata in meno di tre minuti. L’ho scoperto dopo avere acquistato una serratura di livello “TOP” (il centro commerciale dove l’ho comprata suddivide le serrature in tre-quattro livelli differenti in base al livello di sicurezza che offrono) di una nota marca di serrature. Il giorno stesso cercando su internet il modello acquistato, ho scoperto che su YouTube ci sono un’infinità di video di lockpicking, uno sport che, a detta dei praticanti,  non vuole incoraggiare i malviventi a compiere furti imparando a scassinare le serrature, ma dimostrare che la nostra sicurezza è forse affidata troppo a dei sistemi inadatti e facilissimi da violare, con mezzi artigianali o comprando online kit e strumenti sofisticati come il lockpick gun elettrico o meccanico.

A che serve proteggere la duplicazione delle chiavi tramite scheda se un comunissimo ladro è in grado di aprire una porta anche senza chiave? A che serve avere una porta blindata con fermi in alto, in basso sul pavimento, su più parti del telaio rigorosamente in acciaio e imperniato con 15 centimetri di barre in acciaio? A nulla. È come mettersi il casco per andare in moto e non allacciarlo. La serratura meccanica protegge solo dalle persone comuni, non dai ladri.

Il mio consiglio è quello di proteggersi in vari modi: evitate di comunicare date di partenza e di arrivo di viaggi (qualcuno è stato derubato perché ha scritto su Facebook delle sue vacanze), se potete, evitate di essere troppo abitudinari, di impegnarvi in giorni fissi. Un cane, anche di piccola taglia, può essere un buon deterrente. Comunicate al vicino le vostre partenze, se sentirà rumori, si insospettirà. Utilizzate un antifurto, anche il più banale scoraggia i ladruncoli. Utilizzate delle lampade con sensore di movimento ad infrarossi, quando qualcuno passa nel suo raggio d’azione la lampadina si accenderà: i ladri non amano la luce, è risaputo. Preferite a una serratura meccanica una più costosa serratura con codice elettronico e meccanico, ma solo se avete una porta blindata e se le vostre finestre non sono facilmente accessibili, non c’è alcuna etichetta che vieti al ladro di preferire una finestra facilmente forzabile a una porta superblindata, specialmente se la casa è al pian terreno o all’ultimo piano.

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