Chi vuole una pietra per un grano? Il piacere di giocare attorno a un tavolo…

I coloni di Catan

In principio erano Monopoli, Risiko, Cluedo… Chi di noi, infatti, non ha aspirato a possedere Parco della Vittoria o ha maledetto la prigione senza passare dal VIA! o non ha mai sospettato di Miss Scarlett nel maniero dei Tudor o non ha esultato per un doppio 6 in attacco durante l’invasione della Kamchatka?

I giochi da tavola un tempo, fino a una ventina (o forse più) di anni fa, erano i regali perfetti per ogni Natale o compleanno in quanto compendiavano un’attività ludica e un momento aggregativo allo stesso tempo. Ma un giorno arrivarono i videogiochi e si portarono via, prima pian piano, poi sempre più violentemente, i pomeriggi attorno a un tavolo con i nostri amichetti, sorseggiando cocacola o spiluccando torte fatte in casa: ci ritrovammo davanti (non tutti per la verità) a sparatutto o ad avventure grafiche.

Questa non è un’invettiva contro i videogiochi: è stato già detto tante volte che sono nocivi, che stimolano l’aggressività, sviluppano i riflessi e che producono potenziali serial killer. Vorrei riflettere piuttosto su quello che si è perso abbandonando i giochi da tavola e su come oggi si possa ritornare a rivivere quello spirito allargando i propri orizzonti. Un’argomentazione “contro” i videogiochi, però, concedetemela: hanno soppiantato il cameratismo, lo spirito di confronto dei giochi da tavola per un individualistico face to face con il proprio computer o la propria console e, in alcuni casi, contro un centinaio di “simili” sparsi per il mondo (è il caso dei videogiochi online).

Questo vuol dire che i giochi da tavola sono scomparsi?
Beh, forse non tutti sanno che questo mercato è oggi in piena espansione e rivive una nuova diffusione proveniente dalla Germania, dove esiste una vera e propria cultura del gioco da tavolo, tanto da ospitare ogni anno il premio di Gioco dell’Anno (Spiel des Jahres). Dalla Germania, infatti, arrivano i giochi più interessanti: a partire dal “nuovo” (risale al 1999) classico “I coloni di Catan” con tutte le sue espansioni, a Carcassone, Agricola e ancora molti altri.

Il panorama dei giochi da tavola oggi è quanto mai variegato e pronto a soddisfare ogni necessità: appassionati di fantascienza, strategia, gestione, corse di cavalli. Di tutto e di più per passare allegramente una serata e scoprire qualcosa in più dei nostri amici, modi di pensare e di rapportarsi di fronte alle difficoltà.

È interessante, a questo proposito, notare che alcune aziende sono solite organizzare partite di “I coloni di Catan” per “testare” i propri dipendenti: attraverso le scelte operate durante il gioco gli esperti di risorse umane captano aspetti del carattere dei dipendenti e allo stesso tempo creano un momento di aggregazione all’interno dell’ambiente lavorativo.

Bisogna infatti riconoscere che per quanto i videogiochi siano diffusi e conosciuti dalla maggior parte della popolazione come attività ludica, tuttavia difficilmente questi potranno soppiantare la funzione aggregativa che svolgono i giochi da tavola. Volete mettere il piacere di passare una serata a giocare alla playstation, con gli occhi rossi a fissare uno schermo, piuttosto che una serata tra amici a gestire una fattoria, commerciare pecore, pietre e grano per ottenere il maggior numero di punti e primeggiare su tutti con l’uso della propria abilità gestionale o dell’astuzia o dello spirito di contrattazione?
In questo modo potrete mettere alla prova il vostro senso degli affari, l’astuzia nel “fregare” il vostro avversario. …Magari davanti a un bel bicchiere di Tinto de Verano e qualche patatina.

Da anni, ormai, io e i miei amici abbiamo riscoperto il piacere di queste serate, all’inizio sporadicamente, ripescando giochi dal passato, poi informandoci sui nuovi giochi e acquistando i più recenti, cercando di coinvolgere più amici possibile quasi sempre con felici risultati. Oramai la serata del gioco da tavola è diventata quasi un’istituzione; domeniche altrimenti alquanto noiose sono trasformate in occasione per passare del tempo con gli amici, scambiando qualche battuta e sorseggiando una tazza di tè.

Gente, giocate!

7 thoughts on “Chi vuole una pietra per un grano? Il piacere di giocare attorno a un tavolo…

  1. I giochi di società sono davvero belli. Alcuni dei più famosi hanno però dei grossi limiti. A monopoly per esempio mi è spesso capitato di arrivare ad una fase di stallo, in cui nessuno compra, nessuno vende. Ad un certo punto comprare il terreno che ti manca per completare un tris diventa impossibile. L’altro giocatore non te lo darà mai (se non per cifre esorbitanti) per paura che costruisci… questa fase era anche la morte del gioco…

    Devo contraddirti però sui giochi online. Alcuni giochi stimolano la cooperazione e la strategia di gruppo. Per anni ho giocato ad uno “sparatutto” e ho conosciuto tanti amici virtuali che poi ho incontrato in raduni organizzati da noi stessi (anche 30-40 persone). Oltre alle competizioni, con questi amici, si chiaccherava su msn, e poco alla volta il rapporto è cambiato: nel tempo più che altro si cazzeggiava facendo “4 spari” in compagnia, quello che si potrebbe paragonare a fare 4 passaggi a pallone (a proposito uno di questi amici è diventato uno dei compagni di calcetto nel “nostro” gruppo, Andrea lo conosce). Il gioco diventava sempre più un’ occasione per fare 4 chiacchere e divertirsi e basta.

    Al contrario giocare contro il computer per più di una settimana allo stesso gioco può essere alienante e asociale.

  2. Oramai i giochi da tavola come Monopoli sono “superati” nel senso che i nuovi giochi permettono di esplorare nuovi mondi. Ce ne sono di molto impegnativi, come Agricola e le sue espansioni o come Twilight Imperium e ce ne sono di molto divertenti come l’italiano Bang! da fare anche in 7-8 giocatori.
    Insomma, ce n’è per tutti i gusti!
    In merito ai giochi on line, sinceramente in alcuni casi succede che diventano alienanti. Ho visto amici mettere da parte la vita reale perché i nemici lo stavano attaccando… :D Suvvia, giocare face to face è molto più divertente. Specialmente quando ti puoi fare degli amichevoli dispetti!

    • confondi i giochi on line con i giochi gestionali online… conosco persone (a te vicine) che puntavano la sveglia nel bel mezzo della notte per sferrare attacchi a sorpresa.
      I giochi di cui parlo io invece sono fine a sé stessi. Quando spegni il PC non conservi esperienza, tesori o cose simili. Al tuo ritorno ricominci da capo.

  3. Io adoro i giochi da tavolo, soprattutto risiko, trivial pursuit, e taboo.
    A trivial ho giocato anche a capodanno. Per me costituiscono un ottimo modo di passare una serata.Proprio ieri un amico mi parlava di un locale palermitano, che ora ha chiuso, che aveva degli scaffali pieni di giochi da tavolo che proponeva ai suoi clienti insieme al menu delle consumazioni. Ecco, un locale così sarebbe da me frequentatissimo.

  4. Ciao Angelo, esiste ancora il Villa Niscemi Pub e ci sono ludoteche a Palermo, alcune delle quali molto fornite. In privato, se vuoi, ti passo qualche nome.

  5. Mah, io non riesco a concepire il gioco al pc come sociale… quando gioco al pc gioco da solo, giocare online mi stressa.
    Se voglio giocare con altri esseri umani cerco di farlo di presenza, come con il Go… so che dovrei giocare online per diventare più bravo ma mi secca troppo, mi limito a giocare quelle volte che ci riuniamo per farlo.

    Detto questo… apparte risiko, taboo e trivial… non ho mai giocato a giochi da tavolo, e anche con quelli se non c’è la compagnia adatta mi rifiuto di farlo, una partita a risiko con la gente sbagliata potrebbe durare 6 ore xD

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