Pid: la leggenda del secolo!

 

Si dice che Paul sia morto.

Chi è Paul? Sir Paul McCartney, of course.

La sua leggenda è nota con un acronimo: PID, Paul is dead.

Credo di essere ossessionata da questa storia, fin da quando ne sono venuta a conoscenza, non so bene perché.

E se fosse vero? In tutti questi anni, esperti, medici, medium, cartomanti si sono sperticati nel trovare indizi; le analisi fisiognomiche sono quelle che destano più sospetti sul piano oggettivo. Il caro Giacobbo di Voyager pare condividere con me quest’ossessione, viste le innumerevoli puntate che ha dedicato a quest’appassionante leggenda del mondo della musica.

Con spirito giornalistico e anche un po’ voyageriano, voglio narrarvi come sono andati i fatti. Le prove che porterò a dimostrazione della tesi vi appariranno bizzarre o assurde. Ma non potrete fare a meno di pensarci. Riuscirò a porvi il maledetto tarlo del dubbio. Come Giacobbo ha fatto con me.

È una fredda serata di novembre del 1966. Siamo agli studi di registrazione, una porta si apre di colpo, un uomo ne esce sbattendola violentemente. L’uomo s’infila nella sua macchina sportiva e parte sgommando. Sulla strada incontra una ragazza che faceva l’autostop, la fa salire, pare  sia scappata da casa dopo che il ragazzo l’aveva lasciata perché incinta. Quando la ragazza si accorge che è salita sulla macchina di Paul comincia ad agitarsi e da brava fan accanita comincia a toccarlo facendogli perdere il controllo dell’auto che si va a schiantare rovinosamente contro un albero. Paul viene sbalzato dall’auto in fiamme qualche metro più in là, perdendo la vita.

A quel punto, secondo la leggenda, i produttori e gli stessi Beatles ritennero opportuno non dire nulla ai media, almeno finché non avessero deciso il da farsi. Perdere Paul sarebbe stato un duro colpo per la loro carriera, in quel periodo, quando la band era all’apice del successo, giacché Paul, insieme a John, era il pilastro portante della band. Cosa s’inventarono quei diavoli dei produttori? Decisero di trovare un sosia.

Dopo estenuanti ricerche, finalmente lo trovano, tale William Stuart Campbell, il quale si sottopose a diverse operazioni di chirurgia, al fine di sembrare veramente il baronetto deceduto.

L’unica cosa che non si poteva correggere era l’altezza (Paul era più alto) e la voce, difatti smisero di esibirsi dal vivo.

E fu sera e fu mattina, in breve si sparse la voce che quello lì non fosse il vero Paul, ma un impostore. Un impostore capace –pensate un po’- di comporre capolavori come “Let it be” e “The long and winding road”. Il sostituto non era solo somigliante nelle fattezze, ma anche nel genio musicale!

I sostenitori del PID sono convinti del fatto loro. Giacobbo in testa. Gli indizi disseminati dai tre beatles superstiti sono molteplici (l’idea che Paul e company si stessero prendendo gioco di loro, non li ha sfiorati neanche), molti dei quali a sfondo macabro e con chiari riferimenti a riti satanici. Per fare qualche esempio: la celeberrima cover dell’album “Abbey Road”, che immortala i fabfour nell’atto di attraversare delle strisce pedonali, presenta due anomalie, la prima è che Paul McCartney viene ritratto a piedi nudi a chiudere la fila, mentre nella mano destra reca una sigaretta. Ma che strano! Paul è mancino e dovrebbe fumare con la sinistra. Il suo passo scoordinato rispetto agli altri indica la sua appartenenza al mondo ultraterreno.

Celebre anche l’immagine di un’auto sullo sfondo, la targa in particolar modo, che contiene una scritta significativa: LMW 28IF, “28 se”, avrebbe ventotto anni se fosse ancora vivo. Dall’altro lato della strada, il furgoncino che i fautori del PID sostengono essere il furgone che la notte dell’incidente trasportò il corpo senza vita di Paul. Tuttavia, gli indizi più importanti li troviamo all’interno dei testi e delle registrazioni. Chi di voi non ricorda il famoso “I buried Paul” alla fine di “Strawberry fields forever” che John Lennon sussurra quasi impercettibilmente?

E la copertina di “Sgt. Pepper’s lonely heart club band”? Un vero tripudio di riferimenti all’ipotetica morte di Paul. Molta gente ha passato notti intere a esaminare la cover, perdendo diverse diottrie, nel tentativo di individuarne il più possibile.

E tutte le registrazioni al contrario? Non ci sono dubbi, “Paul is really dead”!

Giacobbo, quel mattacchione, che vede gli alieni anche nel cesso di casa sua (No, Giacobbo, non so’ alieni quelli. So’ stronzi!), ha tirato su un baccano terribile, sbarcando in terra inglese e mobilitando sedicenti medici, dentisti, esperti di fisiognomica e chi più ne ha più ne metta. Sono state analizzate decine di foto del pre-decesso confrontate con quelle post mortem. Alla scienza non la si fa! Quel Paul non è il vero Paul, lo dicono i suoi denti! Già, avete capito bene. L’analisi dell’arcata dentaria di Paul e quelle del sedicente Paul sono state condotte con rigore scientifico. Tutti sanno che bastano delle fotografie per stabilire in maniera precisa e scientifica se i denti sono i tuoi oppure no! Per non parlare dell’accurato studio di craniometria, sempre basato su foto dei due Paul. Il vero e il finto. Il sette e l’otto. I risultati sono stati sorprendenti: la scienza ha stabilito che la possibilità che l’attuale Paul non sia il vero Paul non è da escludere, perché dalle foto appare evidente come la linea della mascella sia differente. Cose inspiegabili. Giacobbo è in un brodo di giuggiole, ha fatto lo sgoob del secolo. Ripeto, alla scienza non la si fa!

Vi confesso che per un attimo ho vacillato, ma poi mi son detta, come ha fatto un tizio qualsiasi a scrivere “Penny Lane”? È assurdo anche solo pensarlo.

Paul is alive. God bless him.

5 thoughts on “Pid: la leggenda del secolo!

  1. Ahahaha :) “Kazzenger!” Comunque di leggende nate intorno a divi della musica ce ne sono parecchie… pensa ad Elvis! E, senza andare troppo lontano, pensa a “MaiGol”…

  2. Sì, ma questa di Paul è veramente geniale, anche perchè loro ci hanno marciato tantissimo, mentre la storia di Elvis redivivo alla fine nn ci crede nessuno e non ci sono indizi particolari che possono far pensare il contrario…non so a me affascina da morire…=)

  3. Che una trasmissione come Voyager presti credito a queste bufale e anzi le alimenti è nell’ordine naturale delle cose.

  4. Ci sono tante coincidenze curiose sul PID, alcune molto particolari. Secondo me i fabulos four ci hanno giocato molto. Ci sono brani che ascoltati in reverse dicono paul is dead, oppure brani come Glass onion (dove John lennon dice The walrus was paul… ) oppure Eleonor rigby dove si parla di un padre che celebrerà una messa a cui nessuno andrà… :) . Molto affascinante ma pur sempre una leggenda per tenere sempre vivo l’interesse… (qualora ce ne fosse bisogno). Ma pensiamo un attimo… statisticamente quali sono le probabilità di trovare un sosia con la stessa voce, estensione vocale, bassista mancino, e con lo stesso modo di comporre… PAUL IS ALIVE!!!

  5. Nonostante sia parecchio affascinata da questa leggenda, non posso che essere d’accordo con Alessandro!
    Come avrebbe potuto un semplice sosia “clonare” un genio della composizione come Paul? Suvvia, ragazzi!!

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.