“Romeo, Romeo, perché sei tu, Romeo?” VS “Montalbano sono!”

Anche quest’anno siamo sopravvissuti al San Valentino – ffiuuuuu – festa di albergatori, commercianti e ristoratori. Ricordo che l’anno scorso lo trascorsi a Verona dove si tenne una manifestazione chiamata “Verona in love”1. Lo slogan della manifestazione era qualcosa del tipo:

“Se ami qualcuno portalo a Verona, la città di Romeo e Giulietta, la più romantica d’Italia…”.

Ho vissuto più o meno 6 mesi a Verona, ma non mi è mai sembrata la città più romantica d’Italia, ma vabbè, considerazioni anti-slogan personali a parte, mi sorge spontanea una domanda: su cosa Verona baserebbe questa sua fama mondiale e, quindi, il suo turismo e perché si spaccia per la città più romantica d’Italia?

Più di 500 anni fa, un giovane appartenente alla famiglia Montecchi si innamora perdutamente della figlia della famiglia/clan/casta rivale, i Capuleti (che fa più figo di Cappelletti, il vero nome – dicono – della famiglia). Dopo varie peripezie che toccano temi sociali, culturali e razziali, i due giovani riescono finalmente a morire insieme in maniera del tutto idiota!

Ecco su cosa si basa la fama della città di Verona nel mondo: su una storiella raccontata da un tizio che, a quanto pare, neanche c’è mai stato a Verona!2 Una cosa che nemmeno esiste!

Ovviamente, gli italiani sanno che Verona non è solo Giulietta e Romeo (per fortuna!)… ma in America lo sanno che a Verona si beve da Dio?
In pratica, è come se io venerassi i binari 9 e 10 della stazione di King’s Cross perché dall’intersezione dei due binari Harry Potter e i suoi amici maghi accedevano alla piattaforma 9 e ¾ per prendere l’espresso per Hogwarts.

E mi prendevano in giro quando in estate invitavo i turisti a visitare la tonnara di San Vito lo Capo, luogo in cui sono stati girati alcuni episodi di “Montalbano”, il celebre personaggio di Camilleri. Nessuno, però, si sognerebbe di prendere in giro l’ente del turismo di Verona che ogni anno invita centinaia di turisti a visitare una tomba di una persona che non esiste! Andiamo, la tomba di Giulietta?! Ahahah, chissà che cosa c’è dentro… (ok, è vero, magari risulterà fastidioso alle orecchie di qualcuno sentire accostati nomi come Shakespeare e Camilleri…).

Però non c’è che dire, è sempre stata un’ottima strategia per favorire il turismo a Verona, a partire dai tempi di Byron e Dickens che alimentarono la vicenda facendo visita ai luoghi dei due amanti. Solo, mi piacerebbe ricordare ai turisti che ogni anno visitano Verona, che il famoso balcone di via Cappello è stato costruito nel 1935!

Cari turisti, perché non fate un saltino ad ammirare l’acropoli di Selinunte o a godervi un bellissimo tramonto a Segesta? Quello sì che è romantico e ricco di storia (vera, tra l’altro!). Anzicché perder tempo a toccare la tetta a una statua!?

 

1 Ormai arrivata all’ottava edizione.
2 Shakespeare non è mai stato a Verona e per la sua tragedia si basa sugli scritti di Luigi da Porto, Matteo Bandello e Masuccio Salernitano.

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