Storytelling – La perdita per la sconfitta

di Pigi Arisco

Martin Kolmann stava accompagnando il figlio Jeff al centro di raccolta, piangeva, ma le sue erano lacrime di felicità.

Il piccolo Jeff era stato selezionato. Aveva ottenuto il finanziamento e finalmente avrebbe potuto fare l’operazione.
Il figlio di Martin aveva una terribile malattia al midollo osseo, aveva assoluto bisogno di un trapianto o le sue cellule si sarebbero rivoltate contro di lui facendo scempio del suo corpo. Martin non ce l’avrebbe mai fatta a vedere il figlio disfarsi davanti ai suoi occhi, aveva già deciso di ucciderlo.

Nel suo Paese avevano abolito il servizio sanitario nazionale e soltanto i più ricchi avevano accesso alle cure ospedaliere.
Per i poveri, ma anche per le classi medie, un intervento in ospedale era diventato totalmente inaccessibile, si ricorreva così ad una sorta di dolce morte.
Le autorità chiudevano un occhio al riguardo e nella giurisprudenza del Paese era venuta fuori anche un’attenuante per questi casi.

publicidad-capitalistaInadeguatezza economica la chiamavano.
Martin si trovava proprio in quella situazione e stava per calare l’accetta sulla testa del piccolo Jeff quando ricevette la chiamata da parte della YANGUEI. La multinazionale aveva accettato la richiesta di finanziamento, un convoglio con tutti i beneficiari sarebbe partito la sera stessa dalla stazione della sua città. Doveva portare lì il piccolo per affidarlo al personale addetto.
Martin non stava più nella pelle dalla felicità, prese il piccollo Jeff così com’era, in pigiama, e scese di casa per portarlo al punto di raccolta.
Una volta arrivato una bella infermiera dagli occhi a mandorla prese suo figlio in braccio e lo accompagnò nella stanza per il disbrigo delle pratiche.
Martin guardò alla finestra e vide suo figlio caricato su un camion, poi vide arrivare gli altri, erano tutti bambini, la cosa gli parve strana, ma poi venne chiamato dal funzionario per la firma delle carte.
La società si sarebbe fatta carico di tutte le spese dell’intervento e della degenza. Avrebbe pagato i farmaci e controllato due volte l’anno lo stato di salute del ragazzo.
Era una splendida notizia.
In cambio Martin dava il suo nulla osta al tatuaggio con il logo dell’azienda che avrebbero fatto gli stessi medici durante l’operazione.
Jeff da quel giorno avrebbe portato sul collo il logo della YANGUEI.
Martin firmò, più felice che mai.
Suo figlio avrebbe avuto una possibilità di vita e tutto al prezzo di uno stupido tatuaggio sul collo.
Chiese poi al funzionario come mai fossero tutti bambini i beneficiari, ed il funzionario sorridendo gli disse:
“Perchè sono loro il nostro futuro, la nostra salvezza, salvando i bambini, salviamo il nostro futuro.”
Come non essere d’accordo!
Martin guardò fuori dalla finestra e vide il camion con Jeff allontanarsi, non era riuscito neanche a salutarlo, ma non importa, lo avrebbe rivisto presto, in ospedale.

In realtà le parole del funzionario nascondevano un’altra verità, si trattava sì di un investimento, ma da parte della YANGUEI.
Come aveva spiegato in una riunione del consiglio di amministrazione il medico e responsabile del progetto “Save the future”, il dott Xian Lee Pong, i bambini avevano maggiore possibilità di sopravvivere agli interventi e con un’aspettativa di vita più lunga avrebbero portato in giro il logo aziendale per molti anni. Inoltre salvando i figli più piccoli la graditudine della famiglia garantiva loro acquisti e pubblicità enormi.
Sostituirsi al servizio sanitario nazionale avrebbe portato l’azienda a dei livelli di adorazione e fedeltà inaccessibili con i normali canali pubblicitari.
Come sempre accade nel business, se un’idea è buona te la copiano in fretta, e così nel giro di un paio di anni anche le altre multinazionali si attrezzarono con progetti di finanziamento per “salvare il futuro della nazione”.

Alcuni anni dopo Martin ricevette un’altra piacevole telefonata da parte della multinazionale. Jeff era ormai un ragazzino e la YANGUEI si offriva di sponsorizzare il liceo del giovane. Durante i controlli sanitari avevano testato le sue abilità psicofisiche ed il ragazzo meritava studi adeguati alle sue capacità.
Martin non credeva alle sue orecchie.
Qualche anno prima il governo aveva quasi azzerato i finanziamenti alle scuole pubbliche a beneficio di quelle private, i migliori insegnanti erano migrati nelle scuole private dove venivano pagati dieci volte di più, e le scuole pubbliche erano diventate un ricettacolo di tossici e delinquenti.
Martin aveva raccolto denaro per una vita in vista della retta da pagare al college privato per Jeff, ma adesso quei santi della YANGUEI si sarebbero occupati della sua istruzione.
Avrebbe potuto usare quei soldi per comprare quel piccolo cottage in montagna che aveva sempre desiderato…
Guardò il piccolo Jeff che giocava con i videogames, focalizzò lo sguardo sul logo ben evidente sul collo e sentì un leggero disagio, poi pensò al cottage e accettò.
Jeff avrebbe frequentato il college della YANGUEI.
Quando entrò nella stanza dove un funzionario gli fece firmare le carte, alla finestra vide gli altri ragazzi del college giocare a pallone, le magliette avevano il logo aziendale, così come le divise e gli stemmi sulle porte.
Poi vide passare un gruppo di ragazzi che facevano ginnastica vicino la finestra, vide i loro colli, avevano tutti il tatuaggio con il logo. Chiese spiegazioni al funzionario, che rispose:
“Sì, sono tutti ragazzi che abbiamo salvato con i nostri finanziamenti, gli abbiamo dato la possibilità di vivere, adesso vogliamo che la loro vita sia costellata di successi, altrimenti li avremmo salvati per cosa? Restano i vostri figli, ma li sentiamo anche un po’ nostri e come dei parenti generosi vogliamo solo il loro bene.”
Gli avevano regalato una vita ed ora non volevano che finisse sprecata in chissà quali fallimenti o, non sia mai, droga e delinquenza.
Come non essere d’accordo!!
Martin uscì da quella scuola benedicendoli per la seconda volta, era già in macchina quando si ricordò di non aver salutato Jeff, “non importa” disse “lo saluterò il prossimo weekend”.
Anche questa volta il funzionario aveva detto una mezza verità, il progetto “Save the future” aveva subito una contrazione a causa della concorrenza delle altre multinazionali, così il dottor Lee Pong aveva lanciato un secondo progetto: “Give them a chance”, che si sarebbe occupato dell’istruzione.

In realtà i college erano dei veri e propri campi di addestramento, dove ai ragazzi venivano insegnate tutte le tecniche di guerra, guerriglia, spionaggio, manipolazione, ecc.
La YANGUEI si sarebbe così costruita il suo personale esercito, per attaccare e difendersi dalle mosse della concorrenza. Anche in questo caso l’idea fu presto copiata dalle altre multinazionali.

Alcuni anni dopo un Martin invecchiato e depresso piangeva disperato sul proprio letto. Aveva aspettato invano che Jeff si facesse almeno sentire, ma non aveva più avuto sue notizie.
Quella mattina uscendo per fare la spesa si era imbattuto in una delle ronde organizzate dalla multinazionale che controllava il suo quartiere.
Ironia della sorte, dopo una terribile battaglia durata due settimane, il controllo del suo quartiere era passato alla YANGUEI.
Adesso tutti i commercianti potevano vendere solo prodotti con quel marchio.
Le ronde si assicuravano che nessuno disobbedisse a questa semplice regola.
Quella mattina Martin vide Jeff, era il capo della ronda.
Camminava spedito verso di lui, Martin si fermò, lasciò cadere i sacchi della spesa e aprì le braccia per accoglierlo, mentre delle lacrime di commozione affioravano dai suoi occhi.
Jeff incrociò il suo sguardo, ma non fece una piega, non rallentò, non lo schivò, ma con una manata sul petto lo fece cadere a terra.
Proseguì dicendo ad uno dei suoi: “Controllate le buste di questo pezzente, se qualcosa non va sapete cosa fare”.
Per fortuna Martin aveva comprato solo roba YANGUEI e potè tornare a casa con tutte le ossa a posto.
Era fisicamente sano, ma dentro era devastato, distrutto.
Piangeva Martin, gridava tutto il suo dolore, malediceva la YANGUEI che gli aveva portato via il figlio, malediceva il governo, che non gli aveva lasciato scelta se non quella di affidare il proprio figlio al miglior offerente.
Gridava al mondo tutto il suo dolore e la sua rabbia era tale che avrebbe potuto distruggere le mura di casa, ma ormai era troppo tardi, era lui l’unico vero colpevole di tutta questa storia.
Lui che non aveva detto nulla quando tolsero il servizio sanitario nazionale, lui che aveva accettato passivamente che il governo facesse scempio della pubblica istruzione, lui che aveva preferito l’agiatezza di un cottage in montagna ad una scuola per suo figlio.

Martin gridava per aver perso un figlio, se avesse gridato al momento giusto Jeff sarebbe stato ancora con lui.

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