Palermo: i tradimenti, le fughe, le autoradio

di Amedeo Rubino

Sono seduto in auto, da solo, in silenzio. Sono uno studente fuori sede, studio qui, nell’ateneo di Palermo e necessariamente faccio colazione, pranzo, merenda, ceno e dormo qui, a Palermo. La città è carina, per carità. Piena di monumenti storici, un po’ sporchi molto spesso, il traffico, il cibo da strada, il mare, il porto, le donnine da strada, gli scippatori, la brava gente, i cavalli con la carrozza, le “cacche” dei cavalli con la carrozza, il Massimo, il Politeama, il Biondo, Ballarò, la Vucciria, la puzza della Vucciria, il sorriso dei bambini sullo scooter con la famiglia in 5 senza casco, ah e anche la sporcizia… Ci si può comunque arrangiare a “campare”, Palermo è una realtà che può dare molte opportunità, in diversi campi, legali e non…

Ecco, legalmente parlando io tento di fare il mio.
Sono uno studente fuori sede iscritto alla Facoltà di Medicina. Da grande mi immagino con camice e stetoscopio sulle spalle, il taschino pieno di penne e carte di vario genere a visitare magari qualche paziente, anziano, giovane, immigrato o futuro emigrante. Immagino di fare del mio meglio nello svolgere il mio dovere, il mio lavoro, ciò per cui ho studiato, o meglio per cui sto studiando. 

Ecco, qui vorrei che si focalizzasse l’attenzione di un ideale uditorio che sta ascoltando, leggendo le mie parole, questa sgangherata denuncia pubblica che mi appresto a sporgere. Medicina non è una facoltà ma un lungo percorso di formazione professionale ed umanitaria che toglie energie e probabilmente anche qualche anno di vita a chiunque vi si addentri. Lo stress che ogni singolo studente si trova a provare per esami, prove e test di ogni genere si assomma alle poche ore di sonno e alle immense quantità di caffeina assimilata che caratterizzano la rocambolesca e confusionaria vita dello studente medio di Medicina. Nessun momento, nemmeno una eventuale doccia, od il semplice sonno, riescono personalmente a rilassarmi e caricarmi quanto i 15 minuti in auto che percorro ogni mattina per andare a fare tirocinio all’ospedale. 15 minuti io e la mia automobile. Il traffico che scandisce la tempistica del mio tragitto scompare perché io sono in macchina ed in macchina ho la mia vecchia, superata e scrostatissima radio. 15 minuti di asfalto, sterzo, pedali, cambio e musica. Non ho bisogno di parlare, di pensare, riflettere, ricordare eventuali concetti studiati, nulla. Posso spegnere tutto e caricare, caricarmi. Amo, desidero, necessito del mio momento di serenità e pace.

Qualche settimana fa, mi si fece una “galeotta” proposta che ebbi l’insana idea di accettare. Partita di qualificazione per gli europei Palermo-Squadra, pochi euro. Nella mia monotona vita da studente, poche sono state le opportunità di svago, ma soprattutto mai mi è capitato di assistere ad un evento sportivo di tale caratura, anche perché non sono proprio un grande sostenitore del Calcio in sé. Biglietto fatto, compagnia pronta, non manca che partire alla volta dello Stadio Renzo Barbera di Palermo. Scelta infelice forse quella di prendere la macchina, perché una delle più grandi attrattive della città ha deciso di dare grande spettacolo: il Traffico. 6 km in linea d’aria percorsi in più di un’ora. Arrivati, finalmente si parcheggia e ci si affida ad un altro classico della grande Città siciliana, il Don Parcheggiatore, strettamente Abusivo. 10€ al parcheggiatore per poter mettere l’auto in un luogo pubblico senza effettivo aiuto del tale nel trovare il posto o nel fare manovra di parcheggio. Luogo peraltro non sorvegliato. Però, caspita, 10€, la guarderà bene la mia vecchia Punto! Partita carina, esperienza nuova, si torna a casa. Sorpresa! Il buon Parcheggiatore, non appena intascati gli ultimi danari dal suo onesto lavoro, ha pensato bene di scomparire “fottendosene” delle macchine, magari andando a prendere un bel panino con le panelle in qualche chioschetto per strada. (È l’idea più dolce, legale e rosea che mi è venuta.)
Avvicino nervosamente le mie scarpe con il resto di me stesso al luogo di parcheggio della mia Punto e scorgo con gran sollievo la sagoma della macchina, notando che ancora si ergeva su tutte e 4 le ruote. Sollievo che però dura poco: sgomento e orrore all’interno dell’abitacolo. Autoradio trafugata, rubata, smontata, fottuta! L’unico mezzo di sostegno, sollievo, l’unico palliativo al caotico ritmo della mia esistenza non c’è più. Cazzo non valeva più di 10-20€. Chi la compra una cosa del genere?!?
Ebbene sì, Palermo mi hai violentato! Lo so, è una stupida autoradio, un furto quanto mai comune, soprattutto nelle grandi città. Ma chi lo sa quanto valeva per me quella Autoradio da 2 soldi? Chi ripagherà una eventuale diagnosi errata o sommaria causata da accumulo di stress? Chi ripagherà me di anni persi a non riuscire ad entrare in scuola di specializzazione per essermi laureato con 6 mesi di ritardo a causa di cedimenti dovuti al ritmo di vita sostenuto senza valvole di sfogo? Magari esagero, magari tutto ciò non si realizzerà, ma sicuramente quel giorno Palermo, la città che doveva darmi opportunità, sostegno, futuro, formazione, mi ha tradito. Privato di un bene mio, mio soltanto e di nessun altro. Nessuno, acquistando la mia autoradio in un mercatino nero, potrà ricevere da quell’oggetto ciò che avevo io; forse altro sicuramente, ma non quello che ricevevo io.

Palermo, io sto in macchina, sono laureato adesso, sto specializzandomi, avrò probabilmente un futuro. L’autoradio ce l’ho, ho pure cambiato macchina e sto guidando, ascolto, non penso e guido, guido lontano da te.

11 thoughts on “Palermo: i tradimenti, le fughe, le autoradio

  1. che amarezza… mi sento male a leggere ció perchè il senso di tradimento l’ho vissuto anche io.
    Molto, molto bello il tuo racconto/storia di vita vera.

  2. >> prendere un bel panino con le panelle in qualche chioschetto per strada
    O magari una cena al Charleston visto quanto guadagna…

    Fottono qualunque cosa, sono morti di fame e pezzenti e sopratutto sono socialmente pericolosi e protetti da una sottocultura spregevole che gli risparmia lo stigma di quello che sono: la merda della società.

    E non siamo in grado di fargli nulla, non c’è un modo legale per emarginarli e renderli inoffensivi.
    ( non mi interessa la punizione o la redenzione o la rieducazione, li voglio incapaci di avvelenare la società con la loro presenza).

    La radio l’avranno rivenduta a 5 euro l’indomani mattina a Ballarò, non puoi farci niente.
    Il parcheggiatore ti ha chiesto 10 euro e se non glieli davi possibilmente trovavi le gomme bucate, non puoi farci niente.

    Palermo è desolante e invivibile e l’illegalità è quasi considerata folklore.

  3. Amedeo, sto preparando una tesi suo posteggiatori abusivi come rappresentanti dello psichismo mafioso e sulla collusione territoriale con “loro”. Non bisogna colludere, ovvero innanzitutto non bisogna riconoscerli. Se li riconosci e dai loro dei soldi, li “autorizzi”. Alla fine, vedi che civiltà hanno…. Meglio posteggiare più lontani…. Ma MAI dare denaro.

    (A me LORO hanno rubato macchine, pc, di tutto… ma MAI cambierò idea….)

  4. Mi pare che si autorizzino benissimo da soli…

    Non dovrebbe spettare a noi rischiare il danneggiamento.
    Il problema è che sono legalmente intoccabili visto che la pena sarebbe eventualmente una multa e tipicamente risultano nullatenenti.
    Li si dovrebbe denunciare per estorsione.

    E’ un problema diffuso in tutta italia e il fatto che non esista una legge che permetta di rendergli la vita impossibile è assurdo.
    Ci vuole un reato penale, arresti domiciliari quantomeno.

    In alternativa possiamo solo augurarci che qualche poliziotto zelante li perseguiti ( lo pagano il bollo per la macchina? assicurazione? revisione? canone rai? luce?) ma augurarsi una persecuzione è giusto un gradino sopra augurarsi che qualcuno gli rompa di denti a manganellate (cosa che ,per inciso, mi auguro).

    • 1) nessuno si autorizza mai del tutto da solo
      2) sono “d’accordo”, se così si può dire, di non chiedere denaro, dunque di non estorcere, dunque nessuna denuncia se si attengono a ciò.
      3) sono nullatenenti e spesso NON sanno guidare; insomma: c’è poco da perseguitare!
      4) la conclusione è eccessivamente becera : P

      La mia tesi non ti piacerebbe LAsp, è sulla collusione, e tu mi pare che addossi tutta la colpa ai posteggiatori.

      • Io la addosso a loro e allo stato che non li perseguita…

        Io allo stadio non ci vado e quando posso non vado nemmeno in zona vucciria/candelai/chiavettieri.
        E in ogni caso andando quasi sempre in moto li vedo molto di meno.

        Per il resto penso che la violenza si combatta con la violenza, con abbastanza violenza da terminare la questione, e l’addetto all’uso della violenza non sono io.

        E loro per me sono dei subumani che non meritano la minima compassione e il minimo spazio nella società civile.

        Lo sai, se avessi un minimo di empatia avrei studiato psicologia e invece preferisco lavorare con le macchine.

  5. 10 euro sono troppe pero’… peggio di una bestemmia…questo ha violato pure il “giuramento di ippocrate” dei parcheggiatori abusivi… ma tu un po’ di dialetto tipo: “picciuli uncinne’…”, “u cafe’ custa 1 euro”, ” viri ca’ chianciu gia’ c’unocchio”… un po’ di “pattio-time” o semplicemente “chisti aju” (funziona sempre)?. Queste “merde” scendono a compromessi solo con chi si abbassa al loro livello,tu gli hai dato il pretesto alla prima battuta, non si danno 10 euro, è peccato.

    • Oh…i soldi non si danno comunque…come dice Noemi. Se io devo andare allo stadio parcheggio in viale lazio, mi faccio una camminata ma ste’ soddisfazioni non glie le do’!

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