Abattoir riprende ancora una volta in mano microfoni e scalette al fianco del Gruppo Volontari Emergency di Palermo in un reading nato per condividere idee, esperienze e vissuti, per riflettere e creare nuovi punti di vista.
E così, anche quest’anno ci troverete all’interno della splendida cornice della Settimana delle Culture per sostenere Emergency e raccontarvi come sentiamo noi la mobilità, l’arrivo degli Altri tra noi e i momenti in cui, per fortuna, gli Altri siamo noi. Per sognare con voi un mondo che giri al punto da mescolarci tutti. Perché nascere è un miracolo, “dove” è solo un puro caso.
Lo faremo leggendo brani partoriti dalle nostre menti e dai nostri cuori di persone che credono in un mondo che ripudia la guerra, che tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e in cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E poi, ancora, presteremo la nostra voce a testi tratti dai diari degli operatori di Emergency impegnati nei progetti dell’associazione, per capire insieme cosa si nasconde dietro l’impegno di chi, come loro, decide di non stare a guardare e di agire concretamente, offrendo il proprio tempo e la propria professionalità.
Con noi anche Lunghezze d’Onda con il video “Gli altri siamo noi”: ritratti di donne, bambini e uomini di diverse etnie ripresi a Palermo, in Italia o nei paesi d’origine, immagini di persone durante le normali attività quotidiane che, nonostante le differenze di abitudini, di lingua o di religione, non sono diverse da noi. Anzi, tutti, siamo “noi”.
Molti i motivi per venire: per quello che siamo e che vogliamo essere, per le riflessioni che possono scaturire, per essere con e dentro realtà come Emergency nel modo che ci riesce meglio.
Appuntamento quindi domenica 15 maggio alle ore 18:30 presso la Bottega n.5 dei Cantieri Culturali alla Zisa.
A questo punto avremmo inserito una breve descrizione di Emergency e delle sue attività, ma c’è una storia che probabilmente lo spiega meglio di quanto potremmo fare noi. È la storia di un mediatore Emergency impegnato nel Programma Italia:
Sono scappato dall’Eritrea perché non volevo fare il soldato. La dittatura non ci permette di avere una vita normale, nemmeno dopo 30 anni di guerra e sangue; non ho avuto scelta. Quando ho capito che il mio destino era di fare la guerra, sono scappato dal campo di addestramento e ho comunicato a mia mamma e mio papà che mi sarei imbarcato. I miei genitori, sebbene dispiaciuti, mi hanno augurato soltanto il mio bene.
Sono passato per il Sudan e, attraversando il deserto, sono arrivato in Libia, dove mi sono imbarcato. Sono riuscito a raggiungere Lampedusa nel 2008, ma solo al secondo tentativo, nel primo il gommone si era rovesciato. Arrivato a Lampedusa sono stato trasferito all’interno del Centro di accoglienza Migranti di Trapani. Lì ho conosciuto la mia attuale collega mediatrice di Emergency, che mi ha aiutato a fare un percorso scolastico e diventare mediatore culturale.
Qualche mese fa, mentre aspettavo con lo staff dell’assistenza medica agli sbarchi di Emergency che la nave attraccasse, ho sentito urlare il mio nome. Era un mio amico che mi chiamava dalla nave, un mio vecchio compagno di scuola, che quando mi ha visto ha cominciato a gridare il mio nome. Quando è sceso a terra ci siamo abbracciati, senza dire niente, perché guardandolo negli occhi avevo già capito che il viaggio era stato duro. In lui ho rivisto il percorso che mi ha portato a diventare mediatore culturale di Emergency qui in Italia e sono contento di poter a mia volta aiutare qualcuno che ha bisogno.
Emergency offre assistenza medica di qualità in forma completamente gratuita; garantisce cure a chiunque ne abbia bisogno, senza discriminazioni politiche, ideologiche o religiose; forma il personale locale fino al raggiungimento della completa autonomia operativa.
Questo è Emergency e questo è perché domenica saremo al suo fianco.