Un paese lunatico

Governare un paese non è semplice, devi prendere delle decisioni cercando di non scontentare nessun prezioso elettore, devi tenere conto di ciò che hai promesso in campagna elettorale e messo nero su bianco in un convincente programma di governo. Devi prevedere le critiche dell’opposizione ed eludere le polemiche giornalistiche, devi mettere d’accordo sindacati e industriali, devi tenere insieme una frammentata (e spesso risicata) maggioranza ed ogni passo falso può porre fine alla fiducia di cui godi.
E appena finisce un governo se ne forma subito uno opposto per idee e scopi, si smonta tutto e si va in una direzione opposta. Insomma quel che valeva prima ora non vale più.
Anche perché ci sono più decreti, che per loro natura sono transitori, che leggi, e questo non avviene solo oggi per via dell’emergenza COVID. In Italia si legifera più nel governo che nel parlamento. Legiferare in parlamento è un processo lungo e tortuoso, così meglio fare un decreto.

La conseguenza per il cittadino è di avere una serie di leggi temporanee e sulle quali non c’è da fare affidamento. Questo è ancora più vero nel caso di bonus, incentivi e sgravi fiscali.

Vi ricordate il boom di aziende impegnate nel fotovoltaico? Questo è avvenuto grazie a fortissimi incentivi che poi sono venuti meno, e con esse le startup che vi facevano affidamento. Ogni anno è necessario chiedere a frate indovino se l’anno prossimo ci saranno ecoincentivi per la rottamazione delle auto vecchie, per la sostituzione degli infissi o per l’acquisto di monopattini e biciclette. Quasi peggio dell’oroscopo. Possiamo contare sugli sconti di Poltrone e Sofà, che ogni giorno è sempre l’ultimo, ma sugli incentivi statali no!
Eppure programmare le nostre vite è fondamentale. Se sei in difficoltà economiche, ma vuoi fare un figlio e conti sul reddito di cittadinanza e i vari bonus per i neogenitori, in 9 mesi può cambiare tutto. Se vuoi cambiare auto e devi scegliere il tipo di alimentazione dovrai scommettere sulle nuove restrizioni sul diesel e sugli incentivi (ad esempio esenzione bollo o parcheggi) per le auto meno inquinanti. Se, incentivato dal bonus mobilità, hai comprato un monopattino, dovrai mettere nel conto che ad un certo punto diventi obbligatorio assicurare il veicolo.

Le stesse difficoltà di scelta avvengono per i viaggi. Si potrà andare in vacanza? Si potrà viaggiare fra un mese? Boh! In un mese può succedere di tutto, potrebbe perfino cadere il governo e formarsene uno “nomask”, ma, senza voler essere estremi, è più probabile che qualche giorno prima della partenza esca un nuovo DPCM che sconvolga ogni previsione. È successo al sottoscritto subito dopo l’epifania. 5 giorni prima della partenza è uscito un nuovo DPCM che ha impedito la partenza, e, visto che mancava meno di una settimana, la compagnia aerea non ha ammesso cambi (che sarebbero stati possibili grazie all’opzione flex). Insomma se lo avessi saputo anche solo 7 giorni prima della partenza non avrei avuto gli stessi problemi. Nel frattempo la compagnia aerea da un lato incentiva le prenotazioni con sconti e promesse di flessibilità, dall’altra sposta continuamente le date dei voli già prenotati per poi cancellare tutti i voli per un intero mese.

Fare delle scelte con così tanta turbolenza legislativa è davvero difficile.
In questo periodo di emergenza la scarsa programmazione è quello che rimprovero a questo governo. Prevedere i contagi, sulla base delle statistiche, è possibile, pianificare le restrizioni è doveroso, agire prima anticipando l’andamento della curva epidemiologica. Invece c’è stata (e c’è ancora) molta confusione sulle misure da adottare. Se si analizza la situazione attuale essa è già troppo vecchia, se, in ritardo, si emana un decreto legge esso risponderà a una situazione ancora più vecchia. Cosicché, dopo aver fatto adeguare negozi, ristoranti e scuole, essi sono stati chiusi. Alcuni esercizi commerciali dopo aver investito tanti soldi in barriere in plexiglas e sanificatori ad ozono, chiusi per mesi e indebitati, hanno deciso di chiudere definitivamente. Magari ciò sarebbe stato inevitabile in alcuni casi, ma se gli esercenti avessero avuto una previsione da parte del governo circa il lockdown futuro avrebbero evitato tempo e denaro per adeguarsi inutilmente.

Ho l’impressione che il governo, pur potendo prevedere la seconda e la terza ondata, abbia preferito giocare con il bastone e la carota, regalando al popolo l’impressione che qualcosa possa cambiare e che la fine del tunnel sia sempre a un passo. Io invece avrei preferito avere sin da subito delle restrizioni severe, ma ben pianificate, con previsioni pessimistiche, salvo poi avere sorprese positive di libertà dal sapore di vita come la conoscevamo prima.

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