La pesca che unisce, anzi divide.

Non sappiamo se sia biologica, se sia stata lavata e quale sapore abbia; è ormai fuori stagione, ma è comunque sulla bocca di tutti. Sì, stiamo parlando della pesca del famoso spot di successo. Può dividere, può far discutere; c’è chi ama lo spot e chi lo detesta. Una cosa è certa: è una pubblicità che funziona, e tutti noi ricorderemo a lungo il marchio Conad.

Scherzo!

La pubblicità della pesca dell’Esselunga racconta in 2 minuti una storia che ha per protagonista una famiglia in cui i genitori sono separati: al supermercato una madre cerca sua figlia che si era allontanata per prendere una pesca. La madre la rimprovera, ma accontenta la bambina acquistandole la pesca. Quando il padre si presenta sotto casa per prendere la piccola, si scopre (a sorpresa) che la bambina aveva voluto acquistare la pesca per darla al padre e fingere che fosse un regalo da parte della madre. L’uomo così promette di chiamare la mamma per ringraziarla. Lo spot si conclude con la frase “Non c’è una spesa che non sia importante”.

Perché divide? Perché funziona, è evidente. Se ne parla e quindi sta raggiungendo il suo scopo. C’è chi vede un attacco al divorzio, chi vede un tentativo di difendere la famiglia tradizionale e chi vede una commovente storia realistica. E poiché ognuno (compreso il sottoscritto) vuol dare la sua opinione, sui social media fioccano pubblicità e contenuti che cavalcano l’onda, meme e parodie. Tutto contribuisce ad aumentare il successo dello spot.

Creare un cortometraggio di 10 minuti è difficile, esattamente come scrivere un racconto in mezza pagina. Crearne uno di 2 minuti è ancora più complicato, un po’ come raccontare una storia in un tweet o poco più. Gli autori dello spot sono riusciti a centrare l’obiettivo. La storia è delicata, non è stucchevole ed è verosimile. La bambina viene rimproverata dalla mamma per la paura che ha suscitato, poi in macchina guarda una famiglia con mamma e papà che giocano con il figlio, forse provando un po’ di invidia, ma nulla traspare, è silenziosa. Poi gioca e si diverte con la mamma, come a dire che anche in una famiglia con genitori separati, se i genitori sono presenti, i bambini possono essere felici e vivere momenti di gioia con entrambi, ma separatamente. Quando arriva il padre, la mamma non mostra alcun atteggiamento negativo. Infine, il gesto della bambina che dà al padre la pesca. Il resto è affidato all’immaginazione dello spettatore. Probabilmente non succederà nulla, oppure i due genitori accoglieranno il velato desiderio della figlia di avvicinarsi, il che non significa tornare insieme, ma passare del tempo con mamma e papà contemporaneamente. Insomma si tratta solo di una storia, non una pretende di essere la regola, né un campione delle famiglie italiane.

Questa semplice storia mi ha toccato in modo particolare, essendo anch’io figlio di genitori divorziati, mi sono riconosciuto in alcuni pensieri, alcuni gesti. I bambini, in un modo o nell’altro, sono coinvolti, a volte restano in mezzo ad una guerra fredda, a volte si ritrovano a dover fare da arbitri e pacieri. Se i genitori erano già in disaccordo quando erano sposati, da divorziati avranno meno pretesti da un lato, ma avranno sempre almeno un figlio in comune ed è difficile che non ci siano conflitti. Ricordo che apprezzai molto quando ero ragazzo e mio padre e mia madre si accordarono a sorpresa per festeggiare finalmente insieme il mio compleanno. Avrei voluto avere più momenti come quello, e se una pesca avesse potuto farlo, avrei piantato un albero.

Non è la spesa ad essere importante, né la pesca, ma l’invito ad ascoltare i propri figli, a leggere anche nei piccoli gesti, prima che sia ormai tardi.

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