“Attenti al voto!”

…Che suona come “Attenti al lupo”, con la voce di Dalla che ironizza in musica.
E in effetti sì: abbisogna stare attenti al pericolo, ma proprio per questo attraversare il bosco, far l’amore, andare a votare, affrontare la vita davvero.

Proprio per questo, mi ha fatto male trovare sulle mura della chiesa di San Domenico (pieno centro di Palermo) questo slogan. “Non votare, vai al bar”.
“Che sarà mai?”, potreste pensare… Io, invece, pur di fotografarlo, sono stata seminata dal gruppetto con cui passeggiavo. Perché, anche se fosse ironica, la frase pesa. Riflette la cultura politica dell’oggi: l‘assenza di senso e di speranza politicizzata e il valore consolatorio del bar, che certamente ha più potere nel lenire e nel vedere la depressione serpeggiante, rispetto ad un funzionamento partitico ed elettorale appositamente “deprimente” = che ci preme e schiaccia verso il basso. Rassegnarsi, insomma, a questo pare dire il writer.

La mia mente contrappone a questo slogan la frase notata sulle micro-mura del presepe semovente di un mio compaesano: “Vota, non tradire”. Diceva così ed era una fedele riproduzione di manifesti dei primi anni ’50. Anche questa frase mi aveva colpito. Così lontana dalle attuali idee di voto che circolano, essa riflette impegno e valore. Così lontana da “vai al bar”. Così anti-eroica rispetto ad un oggi il cui eroe è quello del bar. O forse così eroica, dato che allora si usava/osava ancora pensarsi come cittadini dotati di un potere.

Mi sento molto preoccupata. Da donna, da mamma. Cosa ci sta succedendo?

Come ci siamo domandati entro quel meraviglioso laboratorio di comunità che è stata l’ultima Cittadinanza Riflessiva di Palermo, “siamo in grado di individuare il vero Pericolo? Qual è e dov’è? Come cittadini, sappiamo riconoscere ciò che è pericoloso? Quanto condizionamento sociale ci può essere rispetto a ciò che è veramente pericoloso? In cosa possiamo credere e o avere fede? E quanto siamo responsabili delle derive del nostro mondo sociale? Ci Prendiamo il potere di far qualcosa?”.

Rispondendo (con Dalla) all’autore dello slogan (per altro ben piazzato in una zona di localini e bar e alcolismi e dipendenze varie), probabilmente l’astensionismo è uno dei veri lupi di cui avere paura, nel suo rappresentare la passività di noi cittadini, l’impossibilità di pensarsi aventi parola, aventi voce, aventi peso, aventi cura politica.
Il bar potrà anche essere ironico, ma è forse più auto-ironico, auto-sardonico, specchio di una mente depressa che solo là – solo al bar e solo spenta – può stare.
Il bar è il vero lupo.

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