Droghe: benefiche o velenose

di Lorena Sclafani

– Papà le droghe cosa sono?
– Figliolo sono delle piante che esistono sin dai tempi antichi, che l’uomo moderno ha demonizzato, etichettandole come dannose.

 

Alice in cocaineIl report nazionale “Uso di sostanze stupefacenti e stato delle tossicodipendenze in Italia” relativo al primo semestre del 2013 riporta che l’utilizzo di queste sostanze avviene già a quindici anni; indagando su una popolazione studentesca di età compresa tra i 15 e 19 anni, si è potuto evidenziare che le percentuali relative all’uso sono: cannabis 21,43% (19,14% nel 2012), cocaina 2,01% (1,86% nel 2012), eroina 0,33% (0,32% nel 2012), stimolanti quali amfetamine e ecstasy 1,33% (1,12% nel 2012), allucinogeni  2,08% (contro 1,72% del 2012).
Tranquilli, non allarmatevi, non tutti questi adolescenti diventeranno tossici o drogati (o in qualunque altro modo preferiate chiamarli). È molto probabile che la maggior parte di essi smetterà con l’età, quando supererà la fase della trasgressione.
Ma nel frattempo cosa si può fare?
Imporre di “smettere” non cambierà la situazione, ma un’alternativa c’è: diffondere cultura e prevenire.
Un po’ come fecero gli antichi greci che, anziché proibire queste sostanze, trovarono un’altra soluzione: seminare cultura piuttosto che ignoranza. Ma loro (forse troppo moderni per i nostri tempi) avevano idee strane riguardo a queste droghe (nelle quali inserivano anche il vino): le consideravano sostanze in grado sia di curare sia di avvelenare, e ciò dipendeva dell’essere umano. Anche i romani la pensavano allo stesso modo, definendo droga una parola indifferente che poteva significare “uccidere” o “curare”. A quanto pare i nostri antenati si sono focalizzati soprattutto sul loro uso positivo, visto che queste piante non vennero proibite, ma anzi utilizzate in massa. Si dice che perfino Marco Aurelio facesse uso di oppio e vino, eppure ha conquistato e governato un grande impero. Piuttosto, sia i greci che i romani si preoccupavano per il vino, infatti Platone propose di vietarlo fino ai 18 anni e di assaggiarlo con misura fino ai 30. L’ubriachezza dava origine a conflitti e problemi di ordine pubblico.

Ma cosa è successo da allora ad oggi?
Le sostanze psicoattive vengono precluse per la prima volta durante il cristianesimo per svariati motivi, fra i quali l’idea che fossero doni del diavolo, visto che, sotto il loro effetto, l’individuo poteva sperimentare una sessualità “spinta” . Durante l’Inquisizione fu perseguitato chiunque ne facesse uso o le vendesse, considerato strega e stregone che praticava la magia. Qualche anno dopo, quando la medicina le impiegherà a scopo terapeutico, si scoprirà che i preparati delle streghe sono simili a quelli dei medici, ma anziché trovarsi in forma di filtri o pomate, ci saranno pastiglie, sciroppi e tinture. Per tutto l’Ottocento la medicina e la farmacologia utilizzarono composti a base di oppio e alcool con fini terapeutici. Perfino la Bayer (azienda farmaceutica oggi nota a tutti) mise sul mercato una confezione doppia composta da eroina e aspirina, il cui fine era curare ogni dolore, aumentare l’euforia, e trattare i morfinomani (coloro che dipendevano dalla morfina).
Un bel giorno accade che l’associazione dei medici e dei farmacisti desiderò avere il monopolio su queste sostanze, cominciando una guerra su quanto fossero dannose se vendute liberamente; ciò fu favorito dal diffondersi del proibizionismo e dall’associare alcune droghe alle minoranze etniche.
Fu così che gli stupefacenti iniziarono ad essere nuovamente esclusi dalla legalità e nacque il loro mercato nero, che le distribuiva illegalmente. Le conseguenze furono: un incremento dell’utilizzo delle sostanze proibite, che portò a maggiori tossicodipendenti e a un numero elevato di intossicazioni mortali causato dai tagli delle droghe (avevano una minore purezza ed erano tagliate dal narcotraffico con qualunque composto chimico). Paradossalmente leggi più severe e punitive, anziché ridurre il consumo, incrementarono il numero dei soggetti che ne facevano uso e dei tossicodipendenti e si assistette al crescere della correlazione tra uso di droghe e criminalità.
Un Paese che ha rappresentato un cambiamento di orientamento è stato l’Olanda, che ha legalizzato i derivati della canapa generando così una diminuzione dei tassi di intossicazione, minore sviluppo di AIDS da parte dei drogati e più stabile tasso di consumo. Il Rapporto della Commissione Globale per le Politiche sulle Droghe riferisce che l’Olanda ha la percentuale più bassa di persone che si iniettano eroina e che non è cresciuto il numero di consumatori problematici, con un decremento dei consumatori giovani.

È bene, infine, che sappiate un’altra cosa: negli anni ’70 l’eroina veniva utilizzata per il trattamento della dipendenza da morfina; oggi la dipendenza da eroina si cura con il metadone, anch’esso droga sintetica in grado di dare dipendenza. Fra trent’anni o forse anche meno, con cosa cureranno la dipendenza da metadone? E chi accuseranno di averla causata?
Forse sarebbe ora di cambiare rotta; anziché proseguire per la via punitiva e del proibizionismo, si dovrebbe pensare ad una legalizzazione e ad una diffusione della CULTURA, facendo conoscere quali sono i REALI effetti delle sostanze e le loro conseguenze.

 

Per maggiori approfondimenti: A. Escohotado, Piccola storia delle droghe. Donzelli Editore, 2007
http://www.cesdop.it/public/download/relazione%202013%20sintesi.pdf
http://www.globalcommissionondrugs.org/wp-content/themes/gcdp_v1/pdf/guerra-alla-droga.pdf

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