Dal Vangelo secondo Silvio (Sv, 10, 6-66)

“Ascolta o Popolo della Libertà: io vi mando come fascisti in mezzo ai partigiani. Perciò siate prudenti come serpenti e semplici come il vocabolario di Bossi. State in guardia, perché vi porteranno nei tribunali e le toghe rosse vi tortureranno. Sarete trascinati davanti a governatori e re per causa mia. Ma quando sarete arrestati, non abbiate timore. In quel momento Ghedini vi suggerirà cosa dire. Non sarete voi a parlare, ma sarà il mio Spirito che parlerà in voi.
Quando dovrete essere processati in una città da giudici comunisti, fuggite in un’altra “.
Poi Silvio parlò alla folla, su un palco montato presso il Duomo di Milano. Molta gente venne da lui, portando leghisti, analfabeti e pierfigli. Ed egli imprecò contro i giudici politicizzati e la Corte Costituzionale. Cori di giubilo si levarono al cielo, drappi azzurri sventolarono e Silvio vide che ciò era cosa buona.
Quando arrivarono in mezzo alla gente, un uomo si avvicinò e scagliò contro di lui un monile a forma di Duomo. Benché sanguinante, Silvio il misericordioso disse: ”Gente malvagia e senza tessera del PDL! Fino a quando dovrò sopportarvi? Orsù, portatemi quel ragazzo.” Egli allora minacciò il demonio che era dentro di lui e da quel momento il ragazzo fu guarito.

Egli era il prediletto e sacrificò i suoi incisivi per la salvezza del mondo.

In quel tempo fu trasportato dai suoi discepoli presso il nosocomio San Raffaele, e come infermiera personale gli fu assegnata Madre Teresa in puro Spirito. Quando fu mezzogiorno si fece buio su tutta la regione. E Silvio gridò  molto forte: ”Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”, che in milanese antico significa:”Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”.
Allora giunse presso di lui Emilio Fede, che si inginocchiò e pregò tutta la notte al suo capezzale.

E fu sera e fu mattina. Secondo giorno.

Al mattino Emilio Fede, che si era recato al fiume a pulire la sua lingua consumata, tornò presso il giaciglio ma non vide nessuno. Improvvisamente vi fu un terremoto e un angelo del Signore, Claudio Brachino, scese da Canale 5. Emilio ebbe paura. L’angelo parlò e disse:”Non avere paura, tu. So che cerchi Silvio, quello che hanno sfigurato. Non è qui, perché è resuscitato proprio come aveva detto”.
A quel punto una luce accecante squarciò il cielo, e in tutta Milano rimbombarono le parole di Silvio onnipotente: “Grazie di cuore ai tantissimi che mi hanno mandato messaggi di vicinanza e di affetto. Ecco io vi dico che voi tutti domani sarete con me nel Regno dei Cieli. L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”.

Parola del Signore.

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