Silenzio. AZIONE!

Cosa c’è oltre il B-Movie?
Internet.

Troppo veloce? Rivediamolo dall’inizio…

1895, Francia. I fratelli Lumière, per la prima volta nella storia, di fronte ad un pubblico pagante
proiettano una serie di scatti in sequenza rapida, tanto da dar l’illusione del movimento.
Questa è storia. Come tutti noi sappiamo, fu il principio di quel fenomeno artistico culturale ed economico che conosciamo col nome di “Cinema”.

Da qui un breve excursus della sua storia. I primi anni del ‘900, i primi film e il cinema muto, solo tanto rumore nelle sale piene di fumo e la musica, che scandiva le azioni della scena come cornice per questo quadro.
Gli anni ’20, ’30, ’40. La storia prosegue, seguita dall’avanzamento della tecnologia e dal sonoro che dona parole a quegli attori in toni di grigio.

La storia prosegue e l’umanità non è certo ferma.
La seconda guerra mondiale, come una di quelle reazioni chimiche istantanee, fredda la spensieratezza dell’uomo, cambiando la realtà di quegli anni in toni grigi.
Ma il cinema non vuol vedere limiti.
L’esplosione dei colori investe le nuove pellicole, inizia l’era d’oro di Hollywood; i divi, i miti, le icone, i primi morti e le leggende.

La fantascienza, gli horror, i polizieschi, gli anni ’60, il noir europeo, l’azione cinese, le grandi produzioni statunitensi e gli spaghetti-western italiani.
Gli anni ’70 , ’80, ’90, il 2000. Il superamento degli standard dettati da una serie finita di fotografie proiettate in sequenza veloce, le riprese in alta definizione, gli effetti audio in stereofonia, i disegni animati al computer.
E la figlia che di nome fa Televisione inizia una vita tutta sua, litigando e facendo pace col padre Cinema.

Me ne rendo conto, ho accelerato nuovamente.
Ah si, torniamo agli anni ’70. Ovvero la risposta all’era d’oro delle grandi produzioni Hollywoodiane; la voglia di raccontare qualcosa e di raccontarlo a tanti tantissimi, la voglia di fare cinema, la voglia di raccontare una storia che magari è stata già raccontata, ma io l’avrei raccontata così!
E la voglia di avere così tanti soldi da potersi permettere grandi produzioni.
E quindi? B-movie!

Il termine “B-Movie” o “film di serie B” è nato per caratterizzare tutti quei film realizzati a basso costo di produzione e di dubbia qualità. Si distingue non solo per le sue dubbie qualità di realizzazione e cura ma anche per la sua esagerazione, tanto sangue, tanto di tutto quello che gli altri film non mettevano in evidenza.
Il che vuol dire attori non proprio scadenti ma… scenografie non proprio errate ma… sceneggiature non proprio improbabili ma…
Gli anni a cavallo tra il 1960 e il 1980 furono i più prolifici – soprattutto in Italia, grazie anche all’invenzione della cosiddetta “commedia sexy” – tanto che il B-Movie si ritagliò un angolo tutto suo tra i vari generi cinematografici.

Eppure, a distanza di anni, queste basse produzioni di polizieschi, horror, sci-fi e azione – non tutti sia chiaro – hanno creato miti e leggende ed ovviamente anche grandi emulatori – basti pensare alla videografia tarantiniana – arricchendo e speziando, volente o nolente, il grande Cinema.

Okey, B-Movie!
E poi? Qual è il livello successivo?

Chiaramente rimane la voglia di mettersi in gioco e raccontare; non solo vedere passivamente i grandi o piccoli film trasmessi dalla televisione, e la tecnologia, senza distrazioni dilaga e si diffonde sempre rapidamente. Arriva alla portata di tutti nei grandi mercati ed entra dentro le case delle famiglie, infilata nei carrelli dai figli.
Ricapitoliamo, abbiamo un’idea? Sì. Abbiamo una videocamera qualunque? Sì. Abbiamo un microfono per registrare l’audio, un computer, un software di editing audio/video, qualche amico che si lascia coinvolgere, un paio di birre ed infine, ma non meno importante per questo, una connessione ad internet? GRANDE!
Possiamo realizzare il nostro amatoriale B-Movie, che nominerei simpaticamente “I-Movie” o “breve realizzazione di un corto da uppare su internet”.

…e di Bollywood, ne volete parlare?

One thought on “Silenzio. AZIONE!

  1. Gli I-Movie a volte possono avere un aspetto professionale pur essendo girati da non professionisti. E’ il caso del gruppo campano “The Jackal” che ha iniziato a fare il verso a pubblicità (“lines seta ultra”, la parodia è visionabile su youtube) e ai trailer cinematografici affrontando anche temi d’attualità con grande ironia (a proposito di emergenza rifiuti a Napoli è famoso il video “Io sono molto Leggenda”).
    Questi gruppi amatoriali, godendo della celebrità ottenuta attraverso la rete, possono essere incaricati per progetti pubblicitari (com’è accaduto per il sudetto gruppo che ha girato “CampaniaSuWeb -l’informazione si evolve”) e maturare una professionalità da autodidatti.

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