7 thoughts on “Zeta Lab: l’importanza di “essere là dove le cose accadono”

  1. Brava Sonia, belle foto.
    L’ultima mi fa un po’ pensare. E’ un po’ stupido presentarsi a un corteo pacifico con i tubi dell’acqua in mano, no? I manganelli no, e i tubi si? Boh.

    A parte questo, il resto mi sembra il documento di una protesta partecipata e variegata. Come variegato è il flusso di gente che in questi giorni mostra solidarietà al LabZ.

  2. In effetti i tubi non li ho capiti nemmeno io. Vabbé, conta relativamente; l’importante è che non li abbiano usati :P

  3. a me sembra abbastanza normale portare degli strumenti di autodifesa del servizio d’ordine dopo le brutali cariche del giorno prima, sapete com’e’…se il corteo e’ pacifico o no…non dipende tanto dai manifestanti ma dalla polizia….
    quindi sempre meglio organizzarsi per difendersi..

    cmq bel Corteo

    Dona

  4. “se il corteo e’ pacifico o no…non dipende tanto dai manifestanti ma dalla polizia…”

    la storia ci insegna che la polizia ha delle reazioni spropositate, quindi se ti presenti con un sasso aspettati una pistola.
    (Polizia, se la conosci certe cose le eviti).

  5. Diciamo che i tubi erano sì minacciosi e provocatori, ma non meno degli slogan.
    In caso di carica i ragazzi in prima fila avrebbero dovuto proteggere tutti quelli dietro. Io non lo avrei impugnato, ma visto cosa era successo nei giorni precedenti ci potevano pure stare.

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