L’infanzia rubata e il vuoto della società

Notizia fresca di qualche giorno fa: in una scuola media di Salò, nel bresciano, vengono arrestati due ragazzini di 14 e 15 anni più un professore. Motivo: presunto stupro di gruppo. La vittima: una dodicenne, che avrebbe rivelato tutto in un tema dopo che le prime voci sul fattaccio erano iniziate a diffondersi. Questo, in breve, l’ennesimo caso, l’ennesimo copione di uno sconvolgente canovaccio che negli ultimi tempi si ripete un po’ troppo spesso. Facendo gridare allo scandalo, paralizzando in smorfie di orrore e disgusto le facce indifferenti e apatiche di genitori, adulti che sembrano svegliarsi solo a danno avvenuto. E poi stanno a guardarsi confusi e sorpresi, come se davvero non si fossero mai resi conto del terrificante vuoto, del pauroso disagio nel quale vivono figli che non sono in grado di educare. Oppure tutti a dare addosso agli insegnanti, che non sanno farsi rispettare, che hanno perduto il loro autorevole ruolo, alla scuola che ha smarrito e tradito il suo scopo. O, meglio ancora, cosa ancora più facile da fare, si condannano, si biasimano i “giovani d’oggi”, la gioventù bruciata senza valori, senza ideali, che non conosce rispetto ed educazione; preadolescenti che si atteggiano ad adulti e terribilmente precoci, che a tredici anni, nell’età in cui noi si giocava ancora con le bambole o a pallone cogli amichetti del quartiere, beh, loro, questi pseudo-adulti mai stati bambini, conoscono cose che noi potevamo solo immaginare: il sesso, l’alcool, la droga, la violenza. E ci si ritrova a sentire di “bambine” sui cubi di una discoteca; di giovincelli appena entrati nella pubertà che bevono più di una mosca da bar navigata, che sniffano eroina e si fanno le canne; di quasi-adolescenti, maschi e femmine, che si destreggiano e si invischiano col sesso prima ancora che i loro corpi ancora infantili abbiano terminato il loro sviluppo.

Ma la realtà è sempre più complessa, le cause sempre più profonde, e anche se è comodo giocare allo scaricabarile e trovare il capro espiatorio preconfezionato che ci liberi da colpe e responsabilità che ci riguardano tutti, una cosa che non ci si può permettere di fare è contribuire, anche solo con l’indifferenza, alla sfascio generale, del quale i “giovani d’oggi” sono vittime, non causa, stare con gli occhi ben chiusi, come quel professore distratto davanti al quale si è consumato questo ennesimo assassinio di un’infanzia che non esiste più, nel buio mortificante di una società che giorno dopo giorno implode in sé stessa, persa e senza una direzione da seguire, che sconsolata non conosce speranza, non immagina il futuro, il nuovo che quei giovani rappresentano, che invece di essere valorizzato, curato, semi promettenti di una rigogliosa pianta nutrita di un’etica, di un senso di responsabilità, di un rispetto per la vita, per la libertà, per l’uomo e la sua cultura che non sono che utopia, nell’era della volgarità berciante, della maleducazione assurta a modo di vita, modello da imitare, del cattivo gusto dilagante, dell’idiozia e ignoranza e demonizzazione del “diverso”, dei disvalori spacciati per obiettivi importantissimi assolutamente da raggiungere, e se non ci riesci, ucciditi che fai prima; non accorgersi- o non volere accorgersi- del caos che dovrebbe scuoterci e invece ci lascia impassibili e senza la forza, la volontà di combattere, di contrastare il vento contrario o addirittura fargli cambiare direzione, e poi lamentarci che i nostri figli, e fratelli, e nipoti, deragliano come treni impazziti. Seguono solo il nostro esempio, semplicemente.

One thought on “L’infanzia rubata e il vuoto della società

  1. beh… i genitori “ci provano” ad essere dei bravi genitori, a dare il buon esempio e a starci vicini. Sopratutto provano in molti casi ad evitare gli errori dei genitori.
    Se dovessi fare un analisi dell’operato dei miei genitori sembrerebbe che di errori ne abbiano fatti parecchi:
    1) giocavo molto al PC, e tra i miei giochi preferiti c’erano “mortal kombat” (e le sue “fatality”) e “barbarians” http://www.youtube.com/watch?v=C4Ii_YfJNvw (guardate il video della decapitazione, mossa che si poteva fare); avevo solo 6 anni.
    2) mio padre una volta ci venne a prendere a scuola, a me e a mia sorella. In tre sul motore, avevamo 5 e 8 anni. Mio padre ancora oggi è avverso all’uso di cintura di sicurezza, freccie direzionali e al rispetto assoluto dei semafori.
    3) entrambi i miei genitori fumavano. Mia madre smise di fumare definitivamente alla prima gravidanza, mio padre dopo qualche anno.
    La lista è lunga, piccoli errori che non gli rimprovero per la verità, sono più le cose positive che mi hanno trasmesso… però se analizzo quei 3 punti e come sono ora mi accorgo che non ho risposto negativamente a questi “errori”.

    1)continuo a giocare a giochi “violenti”, anche se nella media dei giochi ormai, ma non sono mai stato violento, non ho mai picchiato NESSUNO, sono pacifista, animalista e vegetariano… e l’unico sangue che verso è quello delle donazioni che faccio all’AVIS
    2)rispetto il codice della strada quanto più possibile (solo ultimamente rispetto poco il limite di velocità in strade sgombre fuori città). Rispetto i semafori anche se quelli di campagna dove non c’è davvero nessuno (sono persino bacchettone :) ). Ho sempre allacciato la cintura sin da bambino, anche ricordandolo a chi non la indossava; Erano ancora lontani i tempi della patente a punti.
    3)non ho mai fumato una sigaretta, neanche per provare.

    Ciò dimostra che assumere o rinnegare dei valori o degli errori dei nostri genitori sta a noi. Conosco tante famiglie “normali” in cui uno dei due figli è il figlio modello sotto ogni punto di vista, l’altro tutto il contrario. Perchè? E’ una domanda che ancora mi chiedo… perchè anche io non vorrò sbagliare nel fare il genitore quando sarà il mio momento.

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