Il geometra, il chimico, il maestro, la spia, l’avvocato, il ninja, l’accompagnatore cicloturistico e mille altre erano le nostre risposte; molti di noi ogni giorno cambiano il mestiere della propria vita. Una domanda che sembra banale, ma non lo è, così complicata che oggi i bambini sempre più evoluti tecnologicamente ed emancipati non sanno rispondere.
Si è passato dal voler fare l’astronauta al calciatore, dalla ballerina o dalla “dottoressa degli animali” alla velina o la modella, ma ambo i sessi oggi hanno un’unica risposta: non lo so.
Ho molti cugini più piccoli di me, e sono sempre stato curioso di sapere che sogni avessero, e oggi tristemente questi ominidi sotto il metro non hanno risposte, non hanno sogni. Sanno usare i pc e arrivano all’ultimo livello del videogioco strafico senza nemmeno saper ancora leggere o scrivere, ma non hanno la fantasia.
Il videogioco, percorso di fantasia guidato, non ha sfumature, non ha ambiguità, ci sono mosse giuste o sbagliate. Ai miei tempi oltre i cartoni animati almeno c’erano ancora i fumetti che ti aprivano un mondo, con la loro semplicità nel riprodurli.
Provate voi a chiedere ai bambini che avete intorno che lavoro vogliono fare , e festeggiate quando hanno una risposta, che vi piaccia o meno, tanto domani l’avranno già cambiata. Quando ne diranno una che vi piace, spronateli, ricordatevelo al prossimo Natale e compleanno, anche se il Natale dopo vorranno fare comunque un altro mestiere.
Purtroppo non c’è solo da criticare la nuova generazione, anche noi abbiamo i nostri difetti, perché nella vita abbiamo cambiato così tanto volte il mestiere dei sogni in un mondo dove i sogni sembrano irrealizzabili che alla fine ci troviamo confusi e non abbiamo più una vera meta e cerchiamo di adattarci alle esigenze del mercato.
Io voglio organizzare eventi culturali e congressi, conoscere gente di ogni professionalità e nazionalità e metterle in contatto per la costruzione di una società migliore.
E voi che lavoro volete fare da grandi?