Natura Viva!

Maria Calla canta attraverso un apparecchio elettronico

La musica delle piante: abbiamo degli artisti sul davanzale!

Negli anni ’70 alcuni ricercatori “sopra le righe” provarono ad applicare gli elettrodi di un poligrafo, chiamato più comunemente “macchina della verità”, sulle foglie di alcune piante. Notarono così che, attraverso il monitoraggio delle variazioni elettromagnetiche emanate dai vegetali, era possibile percepire emozioni, come la paura durante un incendio o in presenza di una persona aggressiva. Questi studi si evolverono in quella che oggi viene chiamata “musica delle piante”: attraverso un apparecchio simile ad un poligrafo, che integra un sintetizzatore musicale uguale a quello delle tastiere elettroniche, le piante suonano delle melodie più o meno gradevoli.

Ho avuto il privilegio di provare in prima persona uno di questi curiosi strumenti elettronici e di fare così alcuni test sulle piante di casa mia.

Per prima cosa ho notato che lo strumento è molto complesso e va configurato per bene perchè funzioni a dovere, e come indicano le istruzioni, le impostazioni consigliate sono diverse per piante e alberi; inoltre i due elettrodi vanno collegati nei punti giusti: la radice della pianta e una foglia sono i punti più indicati. Da scettico quale sono ho provato a collegare gli elettrodi alle mie dita (con risultati non soddisfacenti) e ad alcuni oggetti inanimati (con risultati nulli) per verificare che lo strumento non fosse programmato per suonare a prescindere da ciò che colleghi agli elettrodi. Infine ho collegato al misterioso strumento musicale due diverse piante per verificare che vi fosse qualche differenza. Un suono armonico, ma monotono, fuoriusciva dalle casse dell’apparecchio, ma anche dopo aver lasciato che le piante prendessero confidenza con la loro nuova bocca non ho notato variazioni “mozartiane” né alcun virtuosismo musicale degno di nota. In conclusione il risultato non è stato soddisfacente e non sono riuscito a farmi una forte opinione sul funzionamento dello strumento nel poco tempo in cui l’ho avuto a disposizione, anche se continuo a pensare che sia importante ed interessante sperimentare sul mondo discreto e silenzioso dei vegetali spesso trattato da mondo inanimato.

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