Il consumismo nell’era della crisi

http://3.bp.blogspot.com/_6ttm-C0R-OM/TCiNyH6MfzI/AAAAAAAAA3Y/i9ELo181fIU/s400/consumismo.jpg“Siamo in crisi”, “C’è crisi”, “è colpa della crisi”. Crisi. Crisi. Crisi. Non passa giorno senza che questa “crisi” venga tirata in ballo. A ridosso delle dimissioni di Silvio Berlusconi, gli spread non scendono e la crisi continua e pare che non si risolverà prima di una decina di anni.

Poco più di una settimana fa, tutti hanno gridato allo scandalo quando Berlusconi ha detto:

Mi sembra che in Italia non ci sia una forte crisi. La vita in Italia è la vita di un Paese benestante, i consumi non sono diminuiti, per gli aerei si riesce a fatica a prenotare un posto, i ristoranti sono pieni.

Mi costa terribilmente ammetterlo, però per certi versi B. non ha detto il falso.

Sto estremizzando, è chiaro, però non posso fare a meno di notare che nonostante questa tanto millantata crisi la gente continua a perseverare nel consumismo più assoluto.

Tengo a precisare che non sono un’esperta di statistiche e mi baso esclusivamente su quanto osservo. Palermo è stata dotata in un solo anno di ben 3 centri commerciali, perennemente assaltati; alle casse potete osservare quanto acquista la gente: impianti home theatre, stampanti laser, telefonini, epilatori elettrici, bilance elettroniche, frullatori ad immersione, rasoi elettrici che puoi usare anche sotto la doccia e che espellono cremine idratanti, ecc. ecc.

Tutte le famiglie mediamente hanno un televisore a schermo piatto (minimo 42’’), tutti abbiamo un telefonino che ci permette per lo meno di scattare foto, per non parlare del collegarsi ad Internet, usare Skype, controllare Facebook ogni nanosecondo e blablabla.

Conoscenti che si lamentano puntualmente di non avere un quattrino in tasca poi sfoggiano un cellulare di ultima generazione che se lo sfiori ti fa il caffè o comprano perlomeno 5 paia di scarpe a stagione, tre cappotti e decine di vestiti. Non parliamo poi della moda degli ultimi anni, ché se non hai un prodotto Apple sei un povero sfigatoenemmenotuamadretirivolgelaparolaperquantoseiout: osservate quanti ipad, ipod, MacBook ci sono in giro e non costano certo poco…

Insomma, mi chiedo, ma come è possibile che la gente che dovrebbe essere povera continua ugualmente a spendere?

Senza dubbio esiste gente disposta a “rischiare” di non arrivare a fine mese pur di possedere un oggetto che attesti il proprio status symbol. Ma è pur vera un’altra cosa: esistono i finanziamenti e i prestiti. Vuoi una macchina nuova ma non hai 10.000 euro cash? Beh ci saranno almeno 4 concessionarie che ti offrono un’automobile full optional che comincia a pagare tra un anno e a tasso zero (anche se poi i messaggi promozionali non fanno accenno alcuno ai taeg, celati dagli specchietti delle allodole), lo stesso vale per il televisore di ultima generazione e per tante e tante cose.

Come vi spiegate tutto ciò? Berlusconi aveva dunque ragione, i poveri non esistono, in Italia non si accusa la crisi? Beh, lungi da me dargli ragione, penso piuttosto che nonostante le ristrettezze la spiegazione vada ricercata nel fatto che non sia più possibile tornare indietro.

Siamo troppo assuefatti alle comodità, ai beni di consumo, per cui è impensabile un ritorno ai tempi in cui in casa c’era un solo computer (o nessuno), si possedeva un cellulare in bianco e nero, il televisore durava almeno 10 anni, si usavano i vestiti dei fratelli più grandi o dei cugini, ecc. ecc.

Non si vuole fare del falso moralismo, perché io stessa mi rendo conto di essere vittima di questo consumismo che mi “obbliga” ad avere un pc portatile o a desiderare un tablet. Tuttavia da qualche anno a questa parte, una volta perso un cellulare “di ultima generazione”, l’ho sostituito con un anonimo Nokia in bianco e nero da 30 euro che assolve perfettamente alla funzione “telefono” anche se sicuramente meno cool di un iPhone, mi sono imposta anche di resistere alla tentazione di fare un abbonamento internet per il cellulare (non so quanto ancora resisterò), insomma mi sto impegnando per cercare quanto meno di spendere i miei soldi in maniera più sensata. Perché la vera differenza tra ieri e oggi, quello che forse Berlusconi non ha capito, è che sono cambiate le dinamiche di povertà/ricchezza: chi ha i soldi continua a spenderli come ha sempre fatto, ma non risparmia e chi ha difficoltà economiche lo stesso, cede al dio consumismo e non ci pensa più o ci ripensarà il prossimo mese, sperando di avere i soldi per assecondare i propri nuovi desideri, magari per poi scoprire di aver “speso” lo stipendio del mese successivo… gli dei benedicano le mini-rate!

8 thoughts on “Il consumismo nell’era della crisi

  1. il tuo discorso fila, quello di B. no. Egli non parlava di consumismo, ma la buttava sul semplicistico: la gente spende tanto, allora ha i soldi, ok, la crisi non esiste, questo è ragionare alla carlona (vabbè ma di che mi sorprendo!). La tua analisi è molto più accurata e molto più corrispondente al vero. Anche io vedo scene assurde ai centri commerciali, gente che si scanna per l’ultima offerta di televisori hd full optional, ecc ecc., ma non è tutto oro quello che luccica, come hai giustamente detto tu, tutti dobbiamo mantenere lo status quo di benestanti, perchè i ragazzini non possono non avere il cellulare figo, le converse, le fornarine, senza poi passare per pezzenti col rischio di essere escluse dal gruppo, ahimè, è quella l’unica ragione, non certo perchè hanno soldi a palate (alcuni li hanno, tipo quelli che non pagano le tasse. Eh.).

  2. Io sono sempre più schifata da certi meccanismi. Persone che si lamentano di non avere un soldo in tasca, ma che puntualmente mandano i figli in giro firmati di tutto punto, impegnatissimi con il basket, il nuoto o la danza; persone che non si fanno problemi a comprarsi un’auto nuova da ventimilaepassaeuro ma che seguono sempre lamentandosi di non avere un lavoro. E ultimamente mi capita di conoscere ragazzi che spendono cifre assurde per un paio di stivali, un maglione versace e per l’Iphone ultimo modello da 700 euro. Mi sento sempre più aliena in questo mondo.

  3. come ti capisco….io mi faccio problemi anche per una maglia di venti euro, figurati se riesco anche solo a immaginare di comprare stivali a 700 euro. Non lo farei neanche se li avessi i soldi…Il mondo va alla rovescia, o forse siamo noi quelli sbagliati.

  4. Ciao Mari, bell’articolo ! Il tema del consumismo è molto interessante, infatti è l’argomento della mia Tesi di Laurea, nella quale osservo cm si sia ormai insinuato nella nostra società, arrivando così a determinare quella che oggi vie…ne definita ‘ Società dei Consumi ‘ ! Esso investe ormai, ahimè, tutti gli ambiti, dal gusto, guidando le condotte alimentari, fino alla personalità, dell’individuo, influenzandone l’identità, le scelte, i valori, la vita quotidiana Il consumo, infatti, tende ad appropriarsi non solo dei “prodotti” e dei “servizi”, ma anche dei momenti più personali, privati e “d’evasione, come il tempo libero ecc . La cultura del consumo mette in atto dinamiche psicologiche correlate alle molteplici trasformazioni cui la psiche individuale appare oggi soggetta. A causa della progressiva tensione originatasi dalla creazione di un mondo parallelo, quello della pubblicità e del consumo appunto, che sembra affiancarsi a quello del reale quotidiano e spesso ne prende il posto nell’esperienza individuale e collettiva. Nn mi dilungo troppo altrimenti rischio di scrivere la mia tesi su fb..e nn è il caso :) hihiih cmq Spero davvero che si riesca in qualke modo a venirne fuori, ammiro ciò che dici tu, rispetto alle tue scelte. è anche vero xò che il progresso serve…ma senza abuso ;) a presto :)

  5. En España el consumo esta detenido. Es un consumo de crisis que parte de la inseguridad de perder el trabajo y de 10 años felices que han estallado en un mil- eurismo. Ahora el español medio busca que con su dinero obtener más. Las barras de pan en la gran superficie valen ¡0.20 Euros!, han bajado de 1 a 0.20. La lucha por los descuentos de teléfono o de muchos productos han bajado los precios hasta limites no conocidos. El fin del milagro es el comienzo de un consumo austero, pero el cambio debería ser hacia un consumo responsable y ecológico. Y… estamos a años luz de ello.

  6. io vorrei precisare delle cosette:
    1- aprire un centro commerciale vuol dire vendere le cose ad un prezzo minore rispetto alla bottega sotto casa. per forza sono pieni, spesso ti vendona bella merda a 2 cent e tutti vogliono comprarla. intanto il tizio sottocasa non vende e va a casa (sua). questo è indice di povertà!
    2- “compra ora e paga domani” è un altro modo di fottere la gente, in periodo di crisi si fa questo, considerando anche che ormai (negli ultimi giorni) è un po più difficile farsi fare un prestito per qualsiasi cosa.
    3- il fatto che la gente abbia uno schermo piatto, un mac (che io odio) o un tablet è solo perchè ormai sono diventati beni che costano poco. orami un televisore non piatto non lo trovi più, il pc è necessario a vivere, a lavorare, più ancora della moka; i tablet e i telefonini di ultima generazione te li danno con contratti di anni etc (anche qui ti prendono per il culo facendotelo pagare di piùin 2 anni e anche questo è sintomo di crisi).
    4- la gente lo sa che è in un periodo di crisi, ma se la tv e il nano pappone gli dicono che non è vero, si sente in qualche modo incoraggiata ad esaudire certi desideri che con un po di sobrità dovrebbe fuggire. ancora il popolo non sente la crisi, non come la sentirà tra qualche mese.
    5- ma chi compra 5 paia di scarpe a stagione? di chi parliamo? di gente che ha i soldi…io è da 2 anni che non compro scarpe (e ne ho 2 paia) e dovrò comprarle perchè me le hanno richieste di un certo colore nel posto dove lavorerò (per 2 settimane sole).

  7. Mi hanno detto di comprare: ed io compro! Mi hanno detto prendi, arraffa, acquista, consuma! C’è la crisi, ma se prenderai, arrafferai, acquisterai e consumerai, la crisi passerà. O, quantomeno, la vivrai più contento!
    Vedrai, nel tuo maxischermo piatto a 52 pollici, le facce preoccupate dei politici che si mettono le mani nei capelli perché lo spread è salito a 700 punti. E tutto in accadì.
    Potrai leggere ogni mattina nel tuo E-phone i titoloni del Libero Corriere della Repubblica che parla di bond, btp, bot e cct. Di operai licenziati accampati di fronte alle fabbriche. Di piccoli commercianti che chiudono le botteghe. Di grassi politici viziati che prendono immeritati vitalizi.
    Potrai vedere sul Tubo videomessaggi di saggi Guru che ti diranno che la crisi era inevitabile ed è colpa delle banche (e fanculo alla banche!); che il capitalismo ha fallito (e fanculo al capitalismo!); che il liberomercato non riesce più ad autoregolamentarsi (e fanculo al liberomercato!).
    Mi hanno detto potrai avere tutto questo. Ed io compro!!
    Potrai avere l’ultimo modello di frigorifero che manda un sms al tuo cellulare se il latte è scaduto. O più probabilmente: “Guarda che il frigo è vuoto. che cazzo refrigero a fare?”.
    Potrai andare al lavoro con il tuo nuovo SUV con motore a GPL e navigatore GPS. Con lettore DVD che ha la porta USB per inserire l’MP3. Una auto che riconosce i cartelli, frena da sola, parcheggia da sola, si accende e si spegne da sola e lascia a te il piacere di insultare gli altri automobilisti nel traffico. E di tornare a casa perché un lavoro non ce l’hai più.
    Mi hanno detto compra e la crisi passerà. Ed io compro!!
    Mi hanno detto prendi, arraffa, acquista, consuma! Ed io ci ho creduto…
    E adesso?

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