463

di Faber L. Gray

Oggi sono 463.
463 giorni della mia vita in cui non mangio un solo filamento di carne animale terrestre.

Ho iniziato a pensare a questa scelta di vita, questo accordo stipulato e da mantenere con me stesso intorno a settembre del 2011 e improvvisamente senza giudici di gara col fischietto pronti ed attenti a dare il via, senza addii al celibato o veglioni da ultimo giorno dell’anno, il 3 ottobre ho continuato a fare tutto quello che facevo prima, solo che al posto della pasta con tocchi di salsiccia in sugo di pomodoro ho cucinato pasta con sugo di pomodoro e foglie di basilico.

Il cambiamento spaventa, l’azione che esiste subito dopo l’accordo spaventa, ma è solo la spinta verso il movimento che serve, la propria riflessione – strada verso il cammino che ti conduce ad una tua opinione forte su un fatto o argomento – il resto è o diventa naturale, come respirare col diaframma.
Capisci una cosa importante andando contro il sistema che ti è stato imposto fin dalla nascita: non esiste un sistema, ognuno crea il suo! Scopri un potenziale davvero alto di creatività uscendo dai soliti schemi, chiaramente il riscontro più grande e soddisfacente l’hai in cucina tra i fornelli, ma poi questo nuovo approccio alle cose si dirama ripercuotendosi positivamente in tutto quel che fai nella vita.

In questo periodo ho visto e vissuto momenti strani – passatemi il termine strano, in relazione al termine che identifica la normalità, quindi passatemi anche il termine normale; e tutto per aver scelto di non mangiare un alimento che nella normalità vien mangiato ovunque, la carne, anche nell’arancina al burro, che poi in verità è ripiena di besciamella, tocchi di “mozzarella” (meglio chiamarla pasta di formaggio che la mozzarella quella vera è costosa e non la trovate nelle pizze o nella rosticceria di tutti i giorni) e tocchi di prosciutto (proveniente dalla lavorazione della carne di maiale) e del prezzemolo “per dare colore”; e quindi perché diamine deve chiamarsi al burro o abburro??! Sorrido sicuro del fatto che le stesse situazioni le avrei vissute se avessi deciso di non mangiare totalmente e mai più l’olio extravergine d’oliva!
Rimaniamo de-evoluti nonostante l’umanità abbia già qualche centinaio di migliaio di anni di vita; l’ignoto, lo strano, la diversità fa e creerà sempre diffidenza e paura.

I classici esempi? Vorrei dire gli amici di sempre che invece di continuare ad accogliere la tua persona e il vostro rapporto d’amicizia così com’era non perdono occasione di sottolineare negativamente o solo per farci due risate la tua scelta, per mesi con frecciate. Ma trovo più divertente e snervante il parente; che in quelle rare occasioni di riunione, magari per un pranzo o una cena, quindi dove purtroppo si vive per mangiare, parlando con tua madre o con un altro interlocutore ma riferendosi a te dice a voce alta: “Non mangia la carne?! E perché?! Ma finiscila!”

…e perché? E perché no? E perché sì!? Non perché sono “Edoardo Stoppa amico degli animali”. Non perché sono un veg-attivista e impiego ogni minuto della mia vita a professare il mio credo indiscutibilmente giusto onnipotente e migliore del tuo, con lo scopo di fartelo cambiare ad ogni costo – non sono tutti così, ma avendo parlato con alcuni tendenti all’estremismo, nelle mie orecchie echeggiava solo un brusio che diceva “tu devi accettare me, ma io non accetto te”.
Il mio motivo è legato alla cattiva evoluzione dell’industria, sposata al capitalismo, dedita al dio denaro. Prendete un lungo respiro perché da ora ci sarà molta confusione e frenesia, perché è questo il mondo che viviamo senza respiro o possibilità di scelta, le fabbriche producono e devono produrre anche se nessuno ordina perché i numeri sono Signori e Padroni e a loro l’uomo deve rendere tutto. I prati e le foreste vengono violentate ed estirpate, gli animali sfruttati in tutto e per tutto e senza una reale ragione visto che le produzioni si potrebbero dimezzare e gli oltre 6 miliardi di persone continuerebbero a vivere e ad avere di che mangiare. I mari vengono stuprati e inquinati, i trasporti ultra abusati, i minerali estratti e la terra svuotata da dentro e stuprata da fuori, l’aria gasata da scorie e noi ignari piccole formiche senza lavoro alcuno ma con l’illusione della libertà e della scelta soprattutto questa grandissima verità dell’illusione – dovete vedere They Alive – subiamo bombardamenti psicologici di pubblicità che stimolano falsi bisogni e leggi di mercati globali invisibili e nessun piccolo uomo che ha la forza o l’inventiva, il pensiero la curiosità l’idea di fermarsi e chiedersi: che diamine sta succedendo?!! dove stiamo correndo? che sto mangiando?

Già…

È vero… chi pensa troppo vive male. O anche, evviva l’ignoranza… mangia. Fotti e fottitene. Vivi.

Trovo orrendo lo stato attuale del pianeta terra, ogni cosa viene mossa solo da grandi quantità di denaro, questo pensiero mi perseguita e non mi fa dormire bene, e purtroppo come ho scritto da qualche parte, è un argomento in continua evoluzione dove un filo tocca l’altro e tutti toccano la vita.

…e mentre ho scritto nero su bianco questo bolo alimentare di pensieri che mi stringevano la gola, sento che non ho approfondito una emerita cippa. Se un pensatore, uno scrittore, una pecora nera ha un dono dovrebbe condividerlo e diffonderlo, io sento di averlo ma non riesco a comunicarlo né a condividerlo per cui inizio a sentire l’esigenza di scusarmi.
Mi scuso anche perché vi ho usato per sfogarmi, sarà la mia crisi personale, dei valori, se continuare la mia guerra o fottermene e mangiare quell’hamburger da 800gr alla Corte dei Mangioni, sapendo da dove viene quella carne, anzi, non sapendolo affatto – chi di voi sa da quale animale proviene la carne che mangia, come è stato allevato, come ha vissuto, di cosa si è nutrito, come è stato ammazzato per entrare nella catena automatizzata dell’industria del cibo?
Sto meglio ma i pensieri rimangono, soprattutto lo sconforto nell’ipotizzare che tanto non serve a niente, le cose non cambieranno, la gente non ha la mente aperta, i potenti non hanno mente ed orecchie per ascoltare… fottermene allegramente facendo finta di non vedere, rimuovendo tutto quello che hai saputo e visto e ignorando in una camera oscura i tuoi ragionamenti e le tue riflessioni. La difficoltà sta nel non essere estremi e rigidi con se stessi, diventando giudice e carnefice di te stesso.
P.S.: Erano quasi due anni che avevo questo articolo in bozza e non riuscivo a iniziarlo e svolgerlo, solo frasi volanti e flussi di pensieri; felice di aver ritrovato un macello dove squartarmi, ancora vivo.

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