Demons run when a good man goes to war ossia The Doctor in the Tardis

Demons run when a good man goes to war
Night will fall and drown the sun
When a good man goes to war

Friendship dies and true love lies
Night will fall and the dark will rise
When a good man goes to war

Qualche mesetto fa, quando vivevo la mia vita da torinese, ho avuto la brillante idea di fare un abbonamento a Netflix. Saranno state le uggiose giornate o il fatto che vivevo da sola, Netflix è diventato il mio miglior amico. Insomma, sì, avevo proprio smesso di fare vita sociale!
E quindi, una serie dopo l’altra, sono rientrata in quel loop dal quale ero uscita anni fa causa laurea! Chi mi conosce lo sa: io mi ammazzo di saghe! Che siano cinematografiche, televisive o letterarie, io mi ci fiondo tipo ape sul miele! E poi non riesco più a scrollarmele di dosso, mi accompagnano per mesi e si insinuano tipo tarli nei miei pensieri.
Come col Dottore. Quando scrivo, quando lavoro, quando vado in bici, il Dottore è sempre la, in quell’angolino cerebrale che fa “toc toc”.

Toc toc
Who is it?
The Doctor
Doctor who?
Esatto.

La prima volta che ne guardai una puntata pensai “erano meglio i Power Rangers!” Suvvia! Cosa sono quei cosi alieni di forma trapezoidale tutti colorati, con le palline e un telescopio ciclopico che parlano con ridicola voce robotica? “Exterminate!”. Era tipo “Dinozord, formazione!” E poi c’era ‘sto tizio con una mascella fuori dal normale che blaterava in continuazione e bla bla bla non la smetteva più, in pratica vinceva stordendo gli alieni a suon di frasi assurde! Non perdiamo tempo co’ ste cazzate, ripieghiamo su Downton Abbey!

In seguito, dopo svariati attacchi di cyber-bullismo ricevuti da alcuni contatti su Facebook per non aver gradito la serie, decido di dare un’altra chance al Dottore. Questa volta, però, in lingua originale. Grazie ragazzi, a volte la violenza psicologica è un bene! (Scherzo).

Pace, guerra, amicizia, amore, lealtà, destino, morte, abbandono, identità, rimpianto, speranza, fiducia, coraggio e avventura. Questi alcuni degli innumerevoli temi cui rimanda la serie. Ma così, una stima al ribasso, eh.
E poi ci sono loro, i geni. Quelli che mettono mano ad una matita e fanno la magia. E così, ogni volta che alla fine del vortice appare il nome di Steven Moffat, rabbrividisco e mi aspetto le cose più inquietanti che si possano affrontare. Ma come si fa a non sbattere le palpebre?

Risultato: lo sto guardando in continuazione da aprile e non riesco a smettere. Voi sapete come si fa? Ci siete riusciti? È come essere in un loop temporale che mi fa guardare dalla prima all’ultima serie no stop, e ancora e ancora e ancora… qualcosa dev’essersi fusa nel mio Tardis mentale!

Da dadadada dadadada dadadadadadadadadada
dadadada dadadada dadadadadadadadadada paaauaaaaaaaaa.

Ed è così, ogni giorno. Avventure nel tempo e nello spazio che ogni amante dello sci-fi dovrebbe guardare e adorare. Personaggi che si fanno amare, criptici e carismatici che ti catapultano in dimensioni sovrannaturali con lo scopo di farti riflettere su una cosa importantissima: l’umanità. Con tutto ciò che la caratterizza, pregi e difetti.

Ok, dai, basta stare qui a ciarlare, vado a guardarne un’altra puntata. Allons-y!

10 thoughts on “Demons run when a good man goes to war ossia The Doctor in the Tardis

  1. Sono contento che il cyberbullismo sia servito a qualcosa! Mi spiace informarti però che non se ne esce più: io sono dieci anni che ci sono dentro. Su Moffat hai perfettamente ragione (quell’uomo merita solo maledizioni e benedizioni insieme).

    Benvenuta tra i Whowhians anonimi, ci prenderemo noi cura di te, Cri!

    Saso

  2. Quindi non sono l’unico fesso che ogni tanto recupera dall’hard disk episodi a caso. Meno male.
    E comunque Moffat è discontinuo da morire. Fosse rimasto tutto in mano a Davies saremmo davanti alla serie più bella di sempre. Del resto “10th will always be my doctor”. Credo di aver mandato a memoria in inglese diverse frasi dall’ultimo (struggente episodio)
    “Oh yes… look at you… so insignificant, not even remotely important…
    But me… I could do some much more… SO MUCH MORE!!!!!
    But this is what I get… this is… my reward…
    BUT IT’S NOT FAIR…

    Lived too long”

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