Ciao! Mi chiamo Cristina e all’anagrafe ho 28 anni. In realtà ne avrò al massimo una quindicina, secondo quanto direbbero i sociologi di tutto il mondo. Motivo? Mi ammazzo di saghe. Con la “A”. E sono saghe da ragazzini!
Le saghe hanno questo di straordinario: il potere di farti ammazzare. È vero! Ti trascinano in un vortice dove non esiste più niente al di fuori dell’avventura che stai vivendo. Così ti dimentichi di mangiare, di fermarti agli Stop, di rispondere a tua madre, di togliere l’animella dall’aglio, di diminuire il volume della Tv quando cambia da Mono a Stereo e via dicendo…
Per quel periodo esistono solo loro: gli eroi/eroine della Saga.
Dopo aver cominciato – bene, direi – con la sconvolgente storia del Signore degli Anelli, essere passata attraverso la magia di Harry Potter, aver constatato la brillantezza dei vampiri di Twilight, essermi calata nell’Arena degli Hunger Games, aver sperimentato sui Divergenti, ho infine combattuto contro i Titani con Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo.
Diciamocelo, non tutte impazziscono per Mr Gray e i frustini/bondage/strangolamenti pre-coito. C’è chi preferisce farsi trasportare in un sogno fatto di avventure al di fuori della realtà e della quotidianità.
I destinatari medi della maggior parte di queste saghe sono gli adolescenti, che hanno bisogno di trovare un eroe/eroina in cui riconoscersi. Una moda a 360 gradi basata su 4 paginette imbellettate e piene di azione, pathos, amore ecc. Insomma, questi neo-famosi scrittori confezionano un prodotto che dà assuefazione. E non è una moda degli ultimi tempi! Qualche anno fa, ormai saranno tipo 11 anni, era scoppiata, come la chiamo io, la “Sindrome Dan Brown”. Sì, perché da quando il signor Daniele Marrone (si chiamerebbe così se fosse italiano) ha dato alle stampe il suo Da Vinci code tutti, e dico tutti, dal più ignorante al più scienziato, si sono interessati all’opera di questo misterioso sconosciuto che altri non è che uno dei più grandi uomini della nostra terra: Leonardo da Vinci, appunto. Cioè, prima non se lo cagava nessuno! Panorama, addirittura, uscì con degli allegati di storia dell’arte che fecero impallidire anche il più zelante dei professori universitari.
La manifestazione più eclatante della Sindrome Dan Brown, però, si ebbe in seguito al successo editoriale dell’Opera. Sotto l’influsso benefico dei miliardi di incassi, un’orda di scrittori e scrittoretti minori se ne uscì con storie “misteriose” di “templari”, di “opere perdute”, di “pergamene nascoste”, di “codici indecifrabili”… praticamente tutte uguali e semi-scopiazzate da Mr Brown. Questi, nel frattempo, se ne stava in giacca di tweed nella sua lussuosissima casa, a scrivere altre avventure che avrebbero coinvolto a) i Papisti e gli Illuminati; b) i Massoni e i simboli perduti; c) una possibile razza aliena; d) una storia inverosimilissimissima basata su un pazzo psicolabile che adora Dante (come la mia ex insegnante di Italiano) e vuole dimezzare la popolazione mondiale.
Ditemi voi se non è ciò che la massa vuole leggere!
La stessa cosa accadde in realtà anche per la saga di Twilight. Dopo il grande successo dei vampiri glitterati, apparvero in tv e sugli scaffali delle librerie “diari” di vampiri, storie di vampiri, “Shadowhunters” eccetera…
E gli adolescenti vanno sempre di più alla ricerca di nuove saghe di cui innamorarsi. Per cui ci sarà sempre spazio per nuovi talenti dell’editoria che sapranno mettere insieme due avventure contornate da emozioni, amori e, soprattutto, lutti! Sì, perché in pratica le saghe sono peggio delle tragedie shakespeariane: non fai in tempo ad innamorarti di un personaggio che l’autore te lo fa saltare in aria!
Ed è anche per quello che rimani sempre più “agganciato” alla storia. Personalmente una volta ho messo da parte un esame per finire Harry Potter e i Doni della Morte. Ribadisco: il prodotto funziona! (Anche se nessuno mai – grazie al cielo – riuscirà a scopiazzare Harry Potter).
P.s. Che fine ha fatto Percy Jackson nella continuazione della saga?