L’Intervista

di Maria Lo Bianco

(Dialogo con un cittadino specchiato, ovvero poche domande al più notabile dei cittadini, ovvero vizi privati e pubbliche virtù.)

– Ma lei come si chiama?

– Io? Ma come si permette.

E che cosa vuole?

– Niente, questa è un’intervista

alle persone più importanti

di questa città!

– Ah, allora bene, d’accordo, risponderò:

Io mi chiamo tal dei tali e faccio

il lavoro più importante che c’è!

– Ma scusi, qual è il lavoro

più importante che c’è? 

– Faccio il padre padrone

e il marito perfetto,

ogni mattina mi metto in tasca

centomila lire

e ne do dieci al primo accattone che incontro!

– Ah! Bravo! E poi che cosa fa,

come si svolge il suo lavoro?

– Vede, io mi occupo di cose importanti,

dei destini del mondo, per l’appunto!

– E come li governa questi destini del mondo?

– In silenzio e di nascosto, come un buon padre deve fare,

e infatti i miei figli crescono sani e indefessi!

– E se i suoi figli si ammalano di malattie sociali come li cura?

– Se sgarrano li uccido, li faccio fuori!

Prima di tutto, l’esempio a partire dai propri familiari,

se mia moglie batte la batto prima io…

Mi capisce?

– E’ stato molto eloquente caro signore!

E mi dica, quanto guadagna da questo lavoro?

– Bene, si figuri che posso anche andare scalzo e unto!

L’importante è che non se ne accorga nessuno

e che tutti mi vedano splendente e luccicante.

– E che cosa pensa delle conseguenze ultime?

– Per il buon nome dell’umanità si può fingere di fare la fame

e tutti sono dei sottoposti e tutti siamo dei primati.

La saluto!

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