‘O Professore

di Lucia Immordino

” ‘O Professore” lo chiamano i suoi compagni di carcere perché ha gli occhiali e sa leggere e scrivere, un po’ alla Matteo Messina Denaro che indirizza lettere a Svetonio.
Il Camorrista lo appella Marrazzo nel suo romanzo, da cui Tornatore trae il film omonimo con Ben Gazzarra nei panni del boss.
Don Raffaé lo canta ancora e per sempre l’immortale Fabrizio De André: quell’uomo geniale del braccio speciale.
Ma chi è Raffaele Cutolo, il fondatore della NCO ovvero della Nuova Camorra Organizzata?

Beh, lui si presenta così, in una dichiarazione riportata da Isaia Sales:
“Dicono che ho organizzato la nuova Camorra.
Se fare del bene, aiutare i deboli, far rispettare i più elementari valori e diritti umani che vengono quotidianamente calpestati dai potenti e ricchi e se riscattare la dignità di un popolo e desiderare interamente un senso vero di giustizia, rischiando la propria vita per tutto questo, per la società vuol dire camorra, allora ben mi sta quest’ennesima etichetta”.
Verrebbe da pensare “che personcina carina e a modo”, invece si tratta di un mammasantissima intoccabile, mandante pluriomicida e assassino efferato.
Raffaele Cutolo “si è spento serenamente”, così ne dà notizia la figlia Denyse, con la y, nell’annuncio di morte del 17 febbraio del corrente anno.
Si è spento serenamente cosa? ma che vuol dire che si è spento serenamente?
Un criminale tale, uno tra gli eccellenti rappresentanti del male oscuro della nostra democrazia, un portatore sano di cancro proliferante nel tessuto non corrotto della società, un procuratore di ferite, di morti, di dolori e di disperazioni che se ne va da questo mondo serenamente.
Ma stamm’ a pazzia’?!
È in taluni momenti, anche in altri in verità, che necessiterebbe resettare il pensiero e ripristinare il linguaggio corretto delle cose.
Raffaele Cutolo è colui che pur di sottrarsi al corso regolare della giustizia si è sottoposto a svariate perizie psichiatriche, che solo nel 1984, lo hanno dichiarato “capace di intendere e di volere”, prima era stato proclamato infermo di mente e, dunque, non responsabile delle proprie azioni.
Eppure, il mammasantissima, ha trascorso in carcere più di cinquant’anni, di cui quaranta in isolamento.
Quando era capace di intendere e di volere, “ha fatto anche cose buone” per i suoi affiliati.
È indubbio, infatti, che ‘o Professore abbia trasformato l’idea di camorra.
Egli ha perfezionato l’assistenzialismo già vigente col vecchio sistema, ha edificato un impianto di sostegno eccezionale: dal supporto economico all’assistenza legale vera e propria.
‘O Professore si è infilato nelle frange di maggior abbandono sociale dove le Istituzioni, non in grado di intervenire adeguatamente, gli hanno favorito la mano e lì egli ha distribuito posti di lavoro, denaro e condanne a morte.
Condanna a morte Pasquale Cappuccio, un avvocato e politico di Ottaviano, in provincia di Napoli, paese natale di Raffaele Cutolo e centro pulsante dei suoi affari criminali, luogo favorito e sito del castello Mediceo, simbolo della Nuova Camorra Organizzata.
Cappuccio più volte denuncia le interferenze criminali nelle commissioni, nelle concessioni e nelle speculazioni edilizie.
Viene ucciso il 13 settembre del 1978: è in auto con la moglie che rimane ferita.
Sotto processo finiscono Salvatore La Marca, ai tempi primo cittadino di Ottaviano, Luigi La Marca, suo consanguineo, e Pasquale Cutolo, fratello di Raffaele.
Ad oggi l’assassino non ha un nome: i tre imputati sono stati prosciolti per mancanza di prove.
Condanna a morte Marcello Torre, avvocato penalista che nel 1980 diviene sindaco di Pagani, in provincia di Salerno, la sua città natale.
Torre, fa capire chiaramente che lui è lo Stato e Cutolo è l’Antistato e pertanto concretizza una politica di forte opposizione alle infiltrazioni camorristiche che, a due mesi dal terremoto dell’Irpinia (che ancora contava e piangeva i suoi morti), trasformavano quelle cifre in soldi attraverso finanziamenti e appalti truccati.
L’11 dicembre del 1980 viene ucciso a colpi di lupara da due sicari che lo stavano aspettando davanti a casa sua.
Per quell’uccisione ‘o Professore viene condannato all’ergastolo, come mandante in via definitiva solo nel 2002.
Condanna a morte Giuseppe Salvia che lo perquisisce personalmente, nonostante la sua reticenza, dopo essere rientrato da un processo.
È la prassi, ma Cutolo se ne fotte: intimidisce i secondini e sta quasi per schiaffeggiare il medesimo direttore di Poggioreale che tanto ha osato.
Il 14 aprile del 1981 Giuseppe Salvia viene ucciso sulla Tangenziale di Napoli, da un gruppo di soldati cutoliani.
Ha trentotto anni, una moglie e due figli piccoli.
Per quell’assassinio Cutolo, che si è sempre detto innocente, viene condannato all’ergastolo come mandante.
‘O Professore, invece, nonostante fardelli così ingombranti e gravosi che avrebbero dovuto opprimerlo in vita, è dipartito da questo mondo con la coscienza pulita come il culo appena smerdato e profumato di un bambino e, come ci ha comunicato la figlia Denyse con la y, Raffaele Cutolo si è spento serenamente.
Mah!

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