Il Dottore è tornato (in tutti i sensi) e si tinge di Queer

Torna su questi schermi una delle mie serie preferite in assoluto: Doctor Who. Per chi non lo conoscesse si tratta di una serie sci-fi andata in onda per la prima volta negli anni ’60 nel Regno Unito. Quest’anno si celebrano i 60 anni della serie e per l’occasione trasmetteranno degli episodi “speciali” distribuiti addirittura dalla piattaforma del colosso Disney.

La peculiarità della serie è che il protagonista cambia. Cioè, il personaggio è sempre lo stesso  ma chi lo interpreta viene sostituito di volta in volta che il protagonista si “rigenera” (non muore ma si trasforma). Ho già scritto di questa serie in merito al fatto che nei pochi minuti in cui si sviluppa l’episodio è racchiuso il tema principale della serie: l’umanità. E questo nuovo ritorno non è da meno, anzi rincara la dose – con la meravigliosa scrittura di Russel T. Davis – e propone temi di inclusività rappresentando fortemente la comunitá LGBTQ+.

David Tennant ritorna a vesire i panni -attillatti- del Dottore  in una rigenerazione anomala che riporta in vita “una vecchia faccia” e con lui torna anche Donna Noble, ex compagna di avventure del Dottore/Tennant. Assieme a loro l’attrice trans Yasmin Finney (interpreta la figlia di Donna) che rappresenterà il primo personaggio trans fisso della storia e che si identifica come “non-binary”. In alcune interviste l’attrice sottolinea l’importanza di percepire la transessualità come naturale e in un dialogo del primo episodio il suo personaggio fa dubitare il Dottore sul pronome da usare per riferirsi all’alieno col quale discorre. 

Nel teaser trailer Tennant afferma che “spettatori vecchi e nuovi troveranno sicuramente qualcosa di loro gradimento”. Nuovi effetti speciali che però si accavallano al gusto estetico un po’ cringe che contraddistingue la serie; nuove tematiche incarnate nei diversi personaggi – vedasi ad esempio la consultora della Unit (United Nations Intelligence Taskforce) in sedia a rotelle che davanti alle scale e dopo le scuse del generale gli risponde “non farmi diventare il problema”; personaggi vecchi che si ritrovano; messaggi criptici lasciati dal cattivo di turno; la promessa di un ultimo viaggio nel Tardis. 

Non ci resta che augurarci che il ritorno del Dottore dia il giusto esempio di inclusione e diversità per le nuove generazioni che a poco a poco stanno iniziando a trovare sempre più esempi di questo tipo nel piccolo schermo.

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