Binari morti

Tra le infinite strade della vita a disposizione il “destino” spesso si insinua come un binario irremovibile, imponendoci percorsi che sembrano tracciati da altri. Nasciamo in una città che non abbiamo scelto, intrappolati nelle sue strade rassicuranti e familiari, i confini di casa e quartiere delineano il nostro mondo. Seguiamo le orme dei nostri genitori, quasi senza domandarci se siano le nostre vere strade da percorrere.

Ci aggrappiamo al credo imposto dalla società, come se fosse un mantello che ci protegge dallo sconosciuto e dall’essere diversi, ci confondiamo in mezzo ai tanti. Viviamo vite che sembrano solo emulazioni di quelle degli altri, incapaci o forse spaventati dall’idea di forgiare il nostro destino.

Ma ogni tanto, in mezzo alla monotonia dei giorni, qualcosa scuote quel binario prestabilito. Una scintilla di ribellione, un sogno inconfessato, o forse un incontro che ci sconvolge le certezze. E all’improvviso ci rendiamo conto che il destino non è un’unica via predestinata, ma un labirinto di possibilità, dove ogni bivio è una scelta da compiere.

Forse è tempo di smettere di seguire pedissequamente le linee tracciate per noi e di osare deviare. Di abbracciare l’incertezza, di esplorare sentieri nuovi, di scrivere la nostra storia con le nostre stesse mani. Perché solo quando ci avventuriamo al di là dei confini imposti, possiamo davvero scoprire chi siamo e dove vogliamo andare.

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