L’articolo è si ispira allo scenario speculativo introdotto nell’articolo “Vivere e morire nell’Hyperrepublic. Appunti per una sociologia rizomatica partecipata” di Marco Castagnetto (forthcoming), Università di Torino.
In un angolo recondito del vasto universo digitale chiamato Consensus, esisteva una realtà virtuale chiamata New Eden, un paradiso creato dalla mente visionaria di Adeve, una figura enigmatica e affascinante. Adeve, una combinazione perfetta di Adam ed Eve, era un ermafrodito, il simbolo vivente di unità e armonia, il custode di questo mondo virtuale.
A impersonare nel mondo reale Adeve era Charlie Taylor. Il giovane aveva subito numerosi interventi di lipotrasferimento e si sottoponeva ogni giorno al body shaping dell’AI Electrostimulator. Era importante avere una forma corporea quanto più somigliante possibile a quella del suo avatar Adeve perché le nanoparticelle aptiche restituivano sensazioni tanto più realistiche quanto era più alta la corrispondenza tra avatar e forma corporea. Charlie si era arricchito fornendo skin cosmetiche PerfectImperfetion® e fondando l’UGE New Eden che si rifaceva al mondo biblico descritto nella genesi. New Eden era l’esclusivo mondo virtuale frequentato dai più ricchi naturisti degli utenti del Consensus.
Eden era volutamente un piccolo mondo, che, seguendo il principio di scarcity, poteva accogliere solo una élite limitata, solo alcuni utenti per volta. I requisiti per ottenere il pass al mondo erano: skin ultra realistica, meglio se PerfectImperfetion®, popolarità, crediti, e rating al Consensus Beauty Contest. Nonostante a New Eden non esistesse proprietà privata, in quel mondo fantastico ognuno era un piccolo Dio e poteva acquistare elementi cosmetici per arredare un piccolo angolo di paradiso da condividere con altri utenti. Tutti gli animali erano mansueti e mai aggressivi e il clima era sempre mite.
A New Eden si entrava solo nudi, in perfetta armonia con se stessi e con gli altri. La nudità non era motivo di vergogna, ma piuttosto un simbolo di purezza e trasparenza. La società di New Eden praticava il sesso libero, consensuale e promiscuo, celebrando l’amore e l’intimità come doni divini, senza tabù o restrizioni. Non c’era spazio per il pudore e nemmeno per la violenza. La non violenza era la legge fondamentale di New Eden. Gli abitanti rifiutavano ogni forma di aggressione, vivendo in pace e armonia con la natura e tra di loro. In linea con ciò la loro dieta era esclusivamente fruttariana, composta di una varietà infinita di frutti succosi generati proceduralmente, con un’unica eccezione: la mela. Le mele di New Eden erano splendide e invitanti, variopinte e profumate, ma un’antica legge divina proibiva di mangiarle. La loro presenza costituiva un costante promemoria del limite, un simbolo del rispetto per le regole imposte da Adeve. Per ogni desiderio però c’è una tentazione e per ogni regola una suadente infrazione. Pochi fortunati ricevevano la proposta del serpente di compiere di nascosto il peccato originale. In quel caso una mela cadeva dall’albero e il peccatore poteva mangiarla da solo o condividerla con una sola persona. Se qualche invidioso denunciava l’accaduto il o i peccatori subivano il BAN da New Eden per un mese.
Un giorno, un virus sconosciuto colpì New Eden. Si diffuse rapidamente, infiltrandosi nel codice di base del mondo virtuale. Gli effetti furono immediati e bizzarri: i pensieri degli abitanti iniziarono a manifestarsi visivamente come buffe nuvolette in stile fumetto, fluttuando sopra le loro teste.
Questa nuova condizione, all’inizio accolta con curiosità e divertimento, iniziò a generare cambiamenti profondi nella società di New Eden. I pensieri, un tempo privati e nascosti, ora erano visibili a tutti. Il pudore, una sensazione sconosciuta fino a quel momento, cominciò a insinuarsi nelle menti degli abitanti. Segreti, desideri e paure divennero pubblici, esposti alla vista di tutti. La trasparenza assoluta, un tempo motivo di orgoglio, si trasformò in fonte di vergogna.
Le dinamiche sociali di New Eden mutarono rapidamente. Gli ospiti iniziarono a coprirsi imbarazzati per uno sguardo troppo insistente, e a cercare di nascondere i propri pensieri, talvolta giudicanti, strani o perversi, in contrasto con l’immagine che ognuno voleva dare di sé. La nudità, simbolo di purezza, divenne motivo di imbarazzo. Adeve osservava impotente e preoccupato, consapevole che il virus stava minando le fondamenta stesse della loro utopia. A New Eden anche i pensieri erano nudi. Così iniziò il declino del paradisiaco mondo e sempre più ospiti annullarono l’abbonamento.
In questo momento di crisi, Adeve capì che era necessario agire. Analizzando il codice che lui stesso aveva creato lavorò instancabilmente per trovare una soluzione. Dopo giorni di tentativi e fallimenti, riuscì finalmente a creare un antivirus, una sorta di purificazione digitale che avrebbe riportato New Eden al suo stato originale. L’antivirus fu rilasciato e, lentamente, le nuvolette scomparvero. L’MSD (Metahuman Security Department) scoprì che il virus si era diffuso a partire da un gattino bianco venduto nello store in cui era stato inserito del codice malevolo. Il responsabile non fu mai trovato. Gli ospiti di New Eve, sollevati, ripresero le loro visite senza il peso della trasparenza forzata. Tuttavia, l’esperienza aveva lasciato un segno indelebile.
New Eden tornò alla sua armonia, ma con una nuova consapevolezza: la trasparenza assoluta non è sinonimo di felicità, e il rispetto per l’individualità e la privacy è essenziale per mantenere pace e serenità. E così, sotto la guida del suo fondatore, l’utopica New Eden continuò a prosperare, un paradiso di libertà e armonia, dove le mele profumate continuavano a crescere, bellissime e intoccabili, monito eterno del fragile equilibrio tra desiderio e trasgressione, tra detto e pensato.