“Stanchezza”

…Una delle parole più in voga del periodo. Essere stanchi dà le occhiaie, rende spossati, ma spesso fa anche cool esattamente come essere impegnatissimi e senza tempo libero. Non “cringia” (come dicono i miei pazienti giovinetti) troppo in apparenza, semmai è talmente normale… da essere normalizzato! Il sovraccarico è all’ordine del giorno, normale amministrazione che va tollerata; cedere all’esserne affaticati diventa un segno di debolezza, di incapacità, quando non direttamente di inettitudine. Stanchi e colpevoli di esserlo insomma… e pronti per i prossimi integratori energizzanti di moda, per gli estetisti che nascondono le borse sotto gli occhi… In modo da “arrivare a fare tutto” e bene.

Era questo uno dei temi del gruppo di ieri, in cui con i miei pazienti ci chiedevamo ad esempio di come si arrivi al logorìo dei rapporti umani e a non riuscire a trovare spazio per pensare a se stessi. Qualcuno ha timidamente risposto parlando del proprio “tour di doveri”, qualcun altro ha accennato alle sue 13 ore di lavoro e altri alla tendenza a saturare tutti i tempi della giornata.

Ma mi interessa qui chiedermi:
A cosa serve questa attualmente tristemente famosa stanchezza?

Credo che la stanchezza sia oggi da intendere senza mezzi termini come un prodotto politico del mondo finanz-capitalistico che viviamo. Non è possibile vivere in modo qualitativamente “adeguato” agli standard socio-attuali senza sovraccaricarsi. Difatti, ogni strumento di disinnesco della stanchezza è impedito dall’attuale modalità di dispiegamento della vita2024.
-Pensate ad esempio al sistema culturale del traffico, entro cui non puoi cercare un posteggio procedendo lentamente nella carreggiata perché la gente dietro di te si sente derubata di preziosi minuti e inizia a suonarti; il messaggio è “non puoi rallentare! DEVI-CORRERE-SEMPRE!”. Non importa se, correndo, non troverai posteggio, ché alla fine ti è salita pure la pressione per lo stress e per sopravvivere va bene pure la doppia fila o l’auto sulle strisce e pace […].
-Pensate al sistema di educazione sociale dei bambini: riempire! Organizzare le giornate perfette! Calmierare i sensi di inadeguatezza con corsi di pianoforte, inglese, judo, catechismo, scacchi, parkour e poi la scuola, i saggi, le festicciuole… divenendo un genitore-pallina-rimbalzina che si sposta (e si spossa) freneticamente da un posto all’altro.
-Pensate all’odierno mondo del lavoro: sempre più liberi professionisti schiavi di se stessi e del dio-denaro o del dio-burocrazia che trottano 10-11-12 ore al giorno per fare sempre di più/sempre di più/sempre di più. E o sempre più giovani stagisti dipendenti da datori di lavoro indecenti che accumulano ore e ore e ore di lavoro mal pagato per produrre sempre di più/sempre di più/sempre di più. E o sempre più trent’enni esausti di non trovare occupazione che si accontentano di qualsiasi cosa a qualsiasi salario e a qualsiasi ritmo, tornando al cottimo in alcuni casi (oggi definito “percentuale”) ed infine estenuandosi (e magari cedere a nuovi e a vecchi malesseri come il quiet quitting o il burn out).
-Vogliamo anche gettare un occhio ai canoni estetici medi odierni? Bellezza (o almeno stranezza), stra-cura, unghiette scintillanti ogni 2 settimane e variegate procedure anti-age (tipo, che ne so, la pressoterapia o le punturine), i tatoo e i piercing, le ciglia laminate, le lampade per l’abbronzatura top, le palestre aperte h24, i nutrizionisti e i loro 11 rimedi naturali, la skin careOre e ore “necessariamente” impegnative per rendersi presentabili al mondo!
-E pensate pure al sistema relazionale attuale: quante ore dietro lo schermo? On line perfino per giocare, su meetic e tinder perfino per amare, nel mondo per meglio instagrammare. Fomo e soci dilagano, portando a vivere le amicizie con affanno, a volte con ostentata onnipresenza, ma impoverendone la qualità; mi è capitato spesso di ricevere faccine, reazioni, cuoricini, like, messaggini sterili, etc. senza che però quelle stesse persone avessero il tempo di coltivare davvero la nostra relazione poiché troppo prese da rogne e stanchezze.

Tornerei quindi a chiedermi di nuovo:
A cosa serve questa attualmente tristemente famosa stanchezza?
Qual è il SENSO di condurre “necessariamente” vite faticose a ritmi frenetici e con obiettivi illimitati
(per cui arrivi a sera che “sono fritta”, “non ho avuto il tempo di chiederti come stai”, “non mi sono fermata neanche per pranzare”, “non ho sentito nessuno”, “mi sento in colpa perché non ho il tempo di stare coi miei figli!”, “mamma, dove sei stata tutto il giorno?”, “ho rimandato la visita del gastroenterologo”)?

Credo che la stanchezza dell’oggi sia senza mezzi termini un prodotto e, insieme, uno strumento politico del mondo finanz-capitalistico che viviamo.
In effetti Lei, questa famigerata stanchezza, gli serve moltissimo!
Serve a vendere farmacopee varie. E soprattutto serve a creare esseri “umani” impoveriti di risolse psico-fisiche e culturali che quindi pensano poco e agiscono molto e senza senso e che non si chiedono a quali condizioni la vita è di qualità, che non fanno collettività poiché non trovano il tempo di stare insieme qualitativamente, che non si chiedono chi votare e perché, che non si domandano del declino politico e dell’informazione, che cerchino solo rimedi materiali a questa incommensurabile ma “normale” e condivisa stanchezza (!), che non si avvedano che siamo entro un raffinato “1984in cui il Sé e la comunità sono per tanti perduti e sostituiti spesso da una massa stanca e impensante …che a sua volta serve a mantenere in costante equilibrio tutto ciò!

2 thoughts on ““Stanchezza”

  1. <> è una delle mie frasi scudo che più spesso pronuncio quando ho voglia di stravaccarmi sul divano e non far nulla. A volte però ripenso a quel contadino di 75 anni (questi dimostrava) che zappava dalle 7 e aveva finito la sua giornata alle 16 facendo una piccola pausa per mangiare una misera insalata di pomodori. Cos’è dunque la stanchezza? Quella mentale? Potrei vantare quella. La frenesia tipica del mondo moderno? O più semplicemente non sappiamo cosa vuol dire essere davvero stanchi?

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.