Essere madre oggi #10 – Mollare

I capelli sciatti (ricrescita e al massimo la parrucchiera in casa per stare più tempo con lui);
Finire di lavarsi alle 13 di domenica;
Augurarsi “buona cena” durante il pranzo;
Inghiottire le pennette sane;
Non trovare il tempo per tagliarsi le unghie;
Dimenticare di tagliarsi le unghie;
Disdire impegni (invero, questo il meno possibile);
Prendere sempre meno impegni;
Smollarsi anche tipo ridere per la cacca insieme a lui, cantare come l’essere più appassionato e al contempo più stonato del pianeta, improvvisare balli imbarazzanti pur di vederlo ridere fortissimo;
Inventare una canzone per ogni cosa del mondo, per ogni momento del giorno o per ogni tipo di cacca che fa;
Essere così rinco da arrivare a ritenere che ti escano filini dalle tette (era “solo” lo spruzzo di latte), e riderci su; e poi vederlo riaccadere nella stessa identica sequenza, e riderci su;
Non pensare più al guadagno, semmai al tempo guadagnato stando con lui;
Impiegare il tempo libero a spellargli i pomodori e a cucinargli con passione i piselli decorticati;
Smettere di leggere libri (se non carezza-libri);
Ridimensionare tutto e smettere di inseguire le persone o di comprenderle sempre e comunque anche se non ci sono;
Spardare soldi in giochini immaginando di vederlo curioso e stupito (invero, in questo non sono fissata);
Sperimentare ogni giorno una faccia strana tipo Jim Carrey per sbalordirlo;
Averlo nella mente quando sono stanca, tipo pensiero felice ( = dipendenza da Pupi mode on!);
Dimenticare la stanchezza quando sono stanca ma sono con lui;
Preoccuparsi per ogni cosa incontrollabile;
Sfirniciarsi per trovare nuovi modi per fargli esplorare il mondo;
Strafottersene della casa pulita e ordinata per sfirniciarsi per trovare nuovi modi per fargli esplorare il mondo;
Gratificarsi per ogni sguardino leggermente diverso e per ogni versetto un pelino più lungo e acuto o più lungo e più basso; e, ovviamente, esaltarsi a morte se nello spogliatoio del nuoto urla mezza volta “mamààà”;
Gioire quando si aggrappa a te o si ripiega sulle tue tette con intima pretesa;
Gioire pure per come ti sbava bene, basta che stia bene;
Pensare soprattutto in base a lui;
Programmare un viaggio in base a lui;
Non programmare un cavolo ed essere felicissima così;
Dimenticare così tante volte le chiavi di casa/studio dentro casa/studio da farlo sembrare programmato;
Dargli minimo 100 baci al giorno;
Accogliere che non si può, non si deve, e non si vuole più fare tutto (ad es. il semipermanente o la carriera strong);
IO: “Ok, la borsa prendo io!” – LUI: “Ma la borsa?” – IO: “…….Quale borsa?”;
Essere pazienti, flessibili, clementi, teneri, non controllanti, pieni di entusiasmo e di ottimismo, ma anche strapieni di paure;
Essere sempre più umani e meno super-eroi, e riderci su;
[…].


Ho detto (e lo sottoscrivo) che si può anche non desiderare un figlio e si è completi già così, ma che, per chi lo desidera, quando lui arriva con consapevolezza la vita sembra finalmente “completa”… ed in un modo tale e talmente semplice e forte che mai avresti immaginato esistesse.

Quindi grazie, amore mio!
Perché una donna che ha potuto essere vera & felice della propria autentica goffaggine e dei propri umani vincoli solo ogni luglio – quando la stanchezza estrema e l’anestesia verso i limiti le faceva lanciare piatti in giardino “per sbaglio” e gettare nell’immondizia le chiavi dello studio –, oggi è una mamma e una donna più “completa” e autentica grazie a te, che – soltanto esistendo! – mi dai “il permesso” di questionare i miei modi di essere capitalistici e di smollare: di lasciarli andare via, uno per uno. E non con sacrificio, mancanza e rinuncia, ma con conquista, acquisizione e amore per te e per la Vera me!

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