40


E’ un numero pari, ottagonale, idoneo,… Nella Bibbia indica un periodo di prova, isolamento o purificazione. Nella Smorfia è l’ernia, l’oroscopo ne parla bene, il 2020 ci ricorda della Quarantena e la vita dei 40 (e più) ladroni.
Ed io, mah… come l’ho presa?
Insomma.

Diciamo che mi sono detta varie cose. Diciamo tipo che mi sono detta che la mia percezione intimorita derivava dall’anno (uno solo?) non facile. Ho provato pure a colloquiare con le mie rughe della faccia per trovare insieme, di comune accordo, un modo non troppo violento per accogliere che i 25 sono passati da un po’. Loro hanno risposto gentilmente che non c’è nulla da camuffare, semmai da onorare, ma io le ho un po’ ignorate. Con le rughe del collo non c’è stata proprio storia, sono molto più brutali e traumatiche: mi hanno impositivamente mandata a fanculo: impossibile qualunque ammucciamento. Il mio compagno, comunque, dice che gli piaccio sempre. La cake design mi ha scritto sulla torta con lo zuccaro: “tanto non li dimostri”. Con le amiche l’abbiamo presa a ridere (“maturiamo come il rum, come il parmigiano, ahah!”). Eppure, nella mia solitudine con & senza specchio, mi sono detta diverse cose.

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Naufraghe parole

Sono disperse in mare le mie parole,
orfane di significato, di intenzioni,
travisate sono ormai nell’altrui bocca,
vittime d’un volgare balletto di interpretazioni.

Eppure è la stessa lingua, è matematica,
ma si perde nell’abisso dell’incomprensione,
la verità sfugge tra le dita come sabbia nell’oceano,
e la luce si fa nebbia, poi rabbia e buio.

Soffia corrente di frustrazione,
che ulula costante nel silenzio,
nell’impossibilità della ragione,
nella trappola di “chi ha torto”.

Le frasi si avvinghiano come serpenti,
che ancora si contorcono, si intrecciano,
con la testa mozzata lottano ancora loro,
mentre affondano eco nella mia memoria.

Stavolta che vi racconto?

Tocca a me. Non so che scrivere. Potrei parlarvi di canzoni e patriarcato, uno dei miei post più letti su Abattoir. Potrei parlarvi di qualche esperienza fatta ma ultimamente non faccio un cazzo, piuttosto vi posso parlare del muro bianco, della brocca d’acqua della reception, del divano di casa mia davanti la tv. Boh, potrei inventarmi una storia, ma proprio c’ho il blocco immaginativo. Non ricordo come prima esercitassi la fantasia, forse mi sforzavo, forse cercavo ispirazioni? No, drogata non mi sono mai drogata. Cioè non con droghe pesanti dico, ma tabacco, cioccolata, sostanze zuccherine in quantità. Da piccola avevo sviluppato una dipendenza da Zigulít, quindi mi resi conto precocemente che le dipendenze me le sarei portata appresso sempre, quindi nel corso degli anni ho evitato dipendenze pericolose.

Cazzo quanto è pericoloso il cioccolato? E l’alcol? E l’alcol al sapore di cioccolato? Un pomeriggio, sola, a casa, mi ubriacai col Baileys(TM). Per farvi capire il soggetto.

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40 anni?!?

40

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astratto

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