Pubblica insicurezza : come ti proteggo il Muos

Talvolta, nella marea di futilità che circolano su Facebook, si trovano conversazioni interessanti.

Oggi vorrei riportare una serie di commenti scritti il 30 novembre, dopo gli scontri avvenuti a Palermo tra polizia e militanti NoMuos antifascisti, scesi in piazza contro “l’altra” manifestazione anti-Muos indetta dal Comitato Regionale Terra Nostra, che annovera tra i suoi componenti Casa Pound Palermo e lo Spazio Identitario Atreiu. Una manifestazione animata dalla voglia di non lasciare la piazza pubblica agli esponenti delle destre estreme e che termina con l’arresto di Michele, militante antifascista, rilasciato il 3 dicembre.

Il dibattito inizia a partire da un video pubblicato da V. I. (attivista NoMuos) che riprende le cariche della polizia contro il corteo antifascista.

 

Status di V. I. come commento personale al video: Pubblica insicurezza: come ti proteggo il fascista. Solidarietà a tutti i No muos antifascisti colpevoli di essere dalla parte del giusto.

E. A. : Quindi la situazione è la seguente: se vuoi manifestare contro il muos, devi sfilare con falce e martello. Altrimenti, niente. Voi siete i buoni, i giusti. A me sembra che abbiate solo la puzza sotto il naso. Ps: io c’ero.
30 novembre alle ore 22.39 · Mi piace

V. I. : No per essere no muos non devi sfilare con falce e martello basta avere una coscienza politica antifascista, valore contenuto anche all’interno dello statuto. Dietro la sigla “Rete No Muos” invece ci sono: lo Spazio Identitario Atreiu (giovani del partito FRATELLI D’ITALIA dell’ex ministro LARUSSA , uno dei principali artefici della costruzione del Muos) e Casa Pound di Palermo, due delle sigle che fanno capo al comitato regionale Terra Nostra che raggruppa alcune organizzazioni di estrema destra siciliane. il movimento no muos non può e non deve essere confuso con queste persone dato che Il Movimento No Muos, è antifascista, antimafioso, antirazzista, antiomofobo e antimilitarista.
30 novembre alle ore 23.42 · Mi piace · 1

E. A. : Metti per un attimo da parte la retorica del pedigree. Sfortunatamente, la maggior parte dei cittadini siciliani non ha idea di cosa sia il muos e i media non fanno passare le informazioni. Non è in gioco soltanto la nostra salute ma la sovranità del nostro popolo. Io personalmente sono stanca di guerre in cui l’esportazione della democrazia è la mezza scusa per il perseguimento di interessi economici. Occorre sensibilizzare ed informare i cittadini su ciò che sta accadendo e utilizzare qualsiasi mezzo a disposizione. Non occorre che tu mi spieghi chi c’è dietro entrambe le sigle, dovreste semplicemente capire che gli anni di piombo sono passati da un pezzo. Ps: hai preso il caffè con una fascista, mafiosa, razzista, omofoba e militarista. Prosciutto negli occhi. Goodbye Lenin.
1 dicembre alle ore 0.13 · Mi piace

H. H. : Io sono un militante No Muos e mi indigna rischiare di essere associato a ”gente” che fa parte di Casa Pound, Alba Dorata, Cervantes o fascistume in genere. Io lotto per l’autoaffermazione dei popoli, perchè la pace non sia soltanto una parola su una bandiera colorata, lotto perchè quelle antenne fanno effettivamente male alla popolazione siciliana e in maniera differente fanno male anche ai siriani, afgani, iracheni e a chiunque altro per errore o volontà si ritrova in mezzo alle guerre statunitensi. Io non voglio essere messo nello stesso calderone di chi la mattina si professa no muos e alla sera organizza squadracce per pestare immigrati, prostitute e rom. Certo, alcune volte posso passare per antisociale, ma di certo sarò sempre ANTIFASCISTA.
1 dicembre alle ore 0.56 · Mi piace · 1

D. M. : Sebbene certe analisi coincidano, cambia di molto la destinazione d’uso che se ne fa. Ciò riporta ad un fondamentale della politica: da che parte stare. Se stare dalla parte di chi ha l’interesse a perpetuare la divisone sociale così com’è, oppure di chi questa divisione sociale vuole interromperla, o per lo meno, più realisticamente, mitigarla. Il fascismo, storicamente, nasce come teoria interclassitsa, che intende la società come un corpo unico, in cui le parti hanno una funzione ben precisa: i ruoli sono assegnati. Tutti concorrono ad incrementare la forza di una totalità sociale, ma le parti non sono individualità autonome, bensì pezzi di un mosaico che ha nel suo vertice la sola ragion d’essere. Ecco, immaginiamo, per un attimo, cosa questo significhi nella realtà concreta e nel nostro caso per la lotta contro il MUOS. Che senso ha chiedere a gran voce il rispetto della sovranità, quando chi lo chiede è il primo che intende, questa sovranità, come uno strumento che immobilizza il popolo in un ruolo assegnato, in virtù di una teoria organica dello Stato che cristallizza i cittadini come parti di un sistema assegnato? Si crede veramente che liberarsi dagli interessi di una nazione egemone come gli USA sia la panacea che risolva i mali di una società? Sono blandi esempi di come una lotta, per essere un progetto di vita e non un mero obiettivo, buono tuttalpiù per il tiro a segno, sia un tentativo concreto di trasformazione dei rapporti sociali in direzione di una emancipazione reale della società e dei suoi membri. Se il perno di ogni società finora conosciuta, il suo motore immobile, è il conflitto, perché intendere quest’ultimo come uno strumento per raggiungere un obiettivo e non come il processo dinamico che innesca una reazione a catena? Che cosa significa infatti lottare, se non contagiare, con la propria lotta, ogni aspetto del sociale fino a coinvolgere il tutto? Queste sono alcune delle più superficiali differenze tra chi desidera il dominio per annullare il cambiamento e chi questo dominio lo vuole annullare cambiandone le matrici. Il MUOS è un simbolo, un centro di gravità che richiama in sé le molteplici contraddizioni di una società che soffre, principalmente, di stasi. In natura, dicono gli studiosi, chi si ferma è perduto.
1 dicembre alle ore 3.21 · Mi piace · 1

E. A. : Senza addentrarci troppo nella storia delle dottrine politiche e negli aspetti sociologici che solleticano il vostro edonismo e vi fanno sentire gli eredi dell’aristocrazia aristotelica, vorrei soltanto sottolineare che il fascismo non esiste più da circa 70 anni. Ora: o ci fate, o ci siete. E se ci siete, mi preoccupate veramente. Quelle bandiere rosse che sventolate sono macchiate di sangue e di oppressione e credo sia il momento che ve ne rendiate conto per finalmente vivere il vostro presente che ha dinamiche diverse rispetto agli anni ’30. Ieri ho rischiato di prendermi un sasso in testa perché quattro cretini pensano che io sia mafiosa, fascista e bla bla bla. Forse è ora che perdiate un po’ di tempo in più per conoscere i vostri antagonisti senza trincerarvi in questa logica dell’antifascismo decisamente superata. Non voglio avere l’ultima parola, ma ho l’impressione che potremo continuare all’infinito senza andar oltre al muro contro muro quindi mi fermerò qui e non replicherò a nessun eventuale altro post. Vi ho conosciuto a scuola, all’università e mi pento sistematicamente di partecipare a discussioni perché non riuscite ad andare aldilà del vostro naso e da quelle concezioni da camera fabietti che vi appiccicate con lo sputo.
1 dicembre alle ore 14.46 · Mi piace

D. M. : Bisogna scegliere da che parte stare, temo che tu abbia scelto la parte dei padroni.
1 dicembre alle ore 14.48 · Mi piace

E. A. : Ahahah…ho perso il mio tempo a leggere Marx, De Felice e Pound e scopro che basta cliccare su wikipedia per farsi una cultura completa! Vi ammantate di democrazia, parlate di libertà, di diritti e poi che fate? Intentate una aggressione contro un corteo regolarmente autorizzato facendo esplodere una bomba carta e lanciando pietre. Avete il poster di Gandhi appeso in cameretta o quello di John Lennon? Ora scusatemi, devo andare a costituirmi perché non sto a posto con la coscienza per sta storia dell’apologia, avrebbero dovuto arrestarmi sabato. L’Italia di sicuro ha l’animo di Piazzale Loreto e lo avrà finché non si rimarginerà una ferita che sanguina da troppo tempo ormai.
3 dicembre alle ore 22.16 · Mi piace

D. M. : Di sicuro il Marx che hai letto sarà Groucho, perché fai morire troppo dal ridere, in quanto la tua ignoranza è pari solo alla tua insolenza.
4 dicembre alle ore 3.42 · Non mi piace più · 3

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4 thoughts on “Pubblica insicurezza : come ti proteggo il Muos

  1. Per me è anacronistico tanto aderire al “comunismo” quanto aderire al “fascismo”. Premetto che non ho studiato tanta filosofia né a scuola né per conto mio, dato che ognuno ha il tempo che ha, e la vita attiva quotidiana si spegne nel giro di quattordici ore.
    Sono parole che rimandano a regimi, sia l’una sia l’altra, e il fatto che non si trovino nuove soluzioni, a parte il grillismo o il nuovo movimento di “cittadini”, che potrebbe benissimo dirsi “popolare”, è sintomo di un anacronismo endemico della nostra cultura e del nostro modo di intendere il presente.
    Il comunismo parte dalla “lotta di classe”: ma non c’è più lotta di classe, non ci sono più servi e padroni, tranne nel caso in cui parliamo dei campi di pomodoro coltivati dai nuovi schiavi provenienti, come sempre nella storia – l’unica cosa a non essere mai cambiata, insieme alla prostituzione, il mestiere più antico del mondo, no? – dall’Africa; oggi ci sono imprenditori da difendere, l’assistenzialismo dello stato è democristiano e ha fallito dato che i criteri di selezione in alcuni apparati pubblici sono totalmente illeciti, e lo sappiamo tutti, noi italiani. C’è un governo che ha fatto leggi contraddittorie e che non ha rispettato i referendum e il voto dei cittadini, c’è una classe politica che ci prende prende per il culo per salvaguardare la propria ricchezza: senza fare la grillina di turno, senza fare la complottista, lo dico da sempre che siamo in un regime oligarchico e che c’è una classe, sì, che però non ha industrie, bensì conti in banca e beni di lusso assolutamente dannosi per qualsiasi economia, e questo esiste da sempre, esisteva nel Rinascimento, esisteva al tempo di Beccaria, finché finalmente non è giunta la rivoluzione industriale e sono nati nuovi ricchi e nuovi poveri, e soprattutto nuovi problemi da combattere che il comunismo ha giustamente combattuto. La rivoluzione d’ottobre ha tagliato la testa agli zar e poi c’è stato Stalin… C’è un gap tra la teoria e la realtà, che dobbiamo risolvere per andare avanti e realizzare l’uguaglianza degli individui. E finché parliamo di comunismo, beh, possiamo ancora ragionare, se aboliamo il principio della “lotta di classe” e del potere “operaio” e valorizziamo, piuttosto, quello della comunione di beni, quello dell’uguaglianza e dell’abolizione della proprietà privata, una soglia minima di felicità garantita e, per favore, salvaguardia assoluta della libertà individuale. Il comunismo applicato ha fallito, ovunque, purtroppo, ma non per i suoi principi, bensì per gli uomini incapaci di mettere in pratica i propri ideali.
    Del fascismo neanche parlerei, tanto mi fa schifo nella teoria e nella pratica, e tanto lo trovi anacronistico, barbarico, imbecille: in un mondo globalizzato proporre la retorica nazionalista è un suicidio e un omicidio al tempo stesso. Se ci chiudessimo in noi stessi – e la stessa storia lo insegna! – falliremmo nel giro di pochi anni. Trovo incredibile che ci sia gente della mia generazione – anni ’80 – che si permetta di dire che durante il fascismo le cose andavano bene! Finché lo dice qualche anziano, beh, so che i media erano manipolati, la cultura stessa, l’educazione, era manipolata. Ma è sotto agli occhi di tutti, sottolineata dagli eventi stessi, senza possibilità minima di revisionismo e nemmeno di fanta-storia, che il fascismo ha economicamente FALLITO. E non parliamo della libertà, e non parliamo della cultura, ah! ah! Non parliamo dei diritti e della dignità dell’uomo, della fine che hanno fatto gli operai, e gli uomini! Come si può pensare che una cultura che non si mescola possa “arricchirsi”? L’economia non è un’ecosfera autosufficiente, basta conoscere un po’ di storia greca per sfatare il mito della città-stato e scoprire che sia Sparta sia Atene soccombevano ogni due anni alla necessità di una guerra. Basta conoscere un po’ di storia per capire che i piani quinquennali e il protezionismo non funzionano, basta conoscere Keynes e la ripresa di Roosvelt per capire che lo Stato non deve prendere dai cittadini, non deve funzionare da banca, deve semplicemente fottersene del debito pubblico e investire, perché le risorse statali non si rimpinguano togliendo risorse statali (“tasche”dei cittadini), ma piuttosto mettendo in moto l’economia e investendo. Con un post del genere era impossibile non divagare, tocca troppi punti e io non ho neppure gli strumenti per affrontarli, ma spero sia chiaro perché giudico anacronistici sia comunismo sia fascismo: sono due sistemi fallimentari, sia dal punto di vista economico sia da quello della qualità della vita. Bisogna trovare nuove soluzioni. Io sono incapace di prendere posizione perché la posizione che più si avvicina alle mie idee è una democrazia di sinistra, non certo italiana, e che comunque non ho ancora visto o vissuto. Ma sicuramente non sarò mai fascista, mai militarista, mai omofoba, mai razzista, perché prima di tutto viene l’essere umano, la sua libertà, la sua dignità, la sua VITA. E questo differenzia il principio comunista e – ricordiamolo pure – cosmopolita e gramsciano, da quello fascista.

    • Il problema dell’anacronismo è IL problema.
      Purtroppo quello che è successo dalla fine della seconda guerra mondiale ad oggi è stato proprio un intorpidimento (prossimo al coma) del dibattito teso ad attualizzare le ideologie, in un mondo che, comunque, mutava e muta ad una velocità cui è davvero difficile star dietro.
      Non concordo comunque sul fatto che la lotta di classe non esista più.
      Non concordo affatto!
      Al tempo di Marx e fino almeno agli anni 60/70, c’erano padroni con il capitale e i mezzi di produzione e masse di contadini e proletari urbani scarsamente alfabetizzati (se non completamente analfabeti) che non potevano che scambiare la propria forza lavoro con il capitale.
      Oggi, con la pressoché totale terziarizazzione dei paesi occidentali (ridotti a semplici produttori di servizi) e la conseguente delocalizzazione dell’industria in paesi dove il modello industriale funziona ancora (vedasi est e sudest asiatico), cosa è cambiato?
      I padroni e i capitali ci sono ancora, e sono più grassi che mai,
      Le masse non sono più fatte da contadini o proletari poco istruiti ma da 20/30/40enni e qualche 50enne alfabetizzati (anche se fino ad un certo punto, vedasi http://www.youtube.com/watch?v=jcx_J_BzG2U ) e magari anche iperspecializzati.
      Quello che manca sono i mezzi di produzione, che come detto sono stati spostati in paesi dove il modello funziona ancora.
      Ma le classi: padroni e oppressi, quelle non sono mai andate in pensione. Al contrario sono più vive che mai!
      Quello che manca al comunismo è rileggere il presente, partendo dalle basi, e proporre una nuova idea di futuro.

      • “Non concordo comunque sul fatto che la lotta di classe non esista più.
        Non concordo affatto!”: sì, parlandone con un’altra persona mi sono resa conto di aver scritto ‘nna cazzata. Purtroppo le leggi, la democrazia capitalista, non protegge ancora al 100% i diritti dei lavoratori. Per non parlare dei campi coltivati dai nuovi schiavi, dei precari cui fa da ammortizzatore sociale, molto spesso, la famiglia, del rapporto tra stato-apparato e stato-comunità. La delocalizzazione delle fabbriche è un problema dovuto agli errori gravissimi del governo nei confronti delle aziende italiane, e parlo di: tangentopoli; sovvenzioni ingiustificabili e contraddittorie; tassazione eccessiva; leggi berlusconiane.

  2. Leggendo questo interessante post ho realizzato una volta di piu’ l’eccezionalita’ del movimento NOTAV, nel quale da decenni riescono a convivere persone con idee politiche molto diverse tra loro, non solo semplici votanti, ma anche esponenti e sindaci.
    Da sempre nel movimento ci sono stati: Lega Nord, M5S (arrivato ben dopo la Lega!), PD e anche Berlusconiani della prima ora, oltre ovviamente i ragazzi dei centri sociali (primo fra tutti Akatanasuna)
    tutti concordi nel non far infiltrare nel movimento nessuna idea “politica” che potesse distrarre dal vero obiettivo.
    …. anche se ovviamente ogni tanto qualche scontro o qualche strumentalizzazione c’e’ stato e continuera’ ad esserci….
    A sara’ dura!!!

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