A scuola di Cittadinanza #2

La “cittadinanza di cittadina” non si prende una volta e per tutte. Inutile nasconderci che i ritmi neo-capitalistici neo-offuscanti giocano continuamente questa partita contro le comunità di pensiero, che d’altronde distrarrebbero dall’etterno ciclo “produci-consuma|consuma-produci e in tutto ciò confonditi per bene sul senso del vivere e del vivere comune”. Eppure il desiderio sociale (r)esiste, ed oggi desidero appunto portarne testimonianza!

Questa domenica ho partecipato per la quarta volta ad una Cittadinanza Riflessiva. Ho preparato armi, cibi siculi e micro-bagnagli Ryanair per venire su al nord, questa volta con il mio compagno e con una cara collega. Sono venuta a cercare ed a trovare accoglienze, dialoghi, abbracci, tavole condivise, senso di comunità …cui non siamo più abituati! Perché lo faccio? Perché la donatività che respiro ogni volta riempie di ossigeno pulito i miei piccoli polmoni, tanto da rendermi ciclicamente desiderosa di ripetere questa esperienza, di interrompere sia il riposo, sia il solito dovere lavorativo.

Questa volta Alice mi ha inserito nel gruppetto “organizzativo” e, anche se questo inizialmente mi ha fatto paura (“Sarò capace di dare una mano? Ce la farò, nonostante la stanchezza?”, mi chiedevo), mi ha anche entusiasmato e fatto sentire parte di qualcosa… che sentire nuovo, strano, felice per me! Come ogni volta, poi, Alice è venuta a prenderci alla stazione di Chieri: ci ha salutato con un grande abbraccio accogliente (scontato? Assolutamente no, nella mia esperienza!) e ci ha portato a casa sua per finire insieme i preparativi, aiutati in quest’impresa dai sorrisi e dagli spuntini preparati per noi dai suoi familiari con grande semplicità.

Verso le 13 abbiamo raggiunto il centro messo a disposizione da Hygge, dove abbiamo trovato Lorenzo, Franca, Valentina e tutti gli altri, che arrivavano a poco a poco, riempiendo la stanza di presenza attiva e di doni condivisi il tavolo della merenda. C’era anche una collega russa che avrebbe partecipato alla cittadinanza insieme a noi, “scortata” a turno e naturalmente dagli anglofoni del gruppo. …Una scuola di cittadinanza in cui il personale è davvero politico in ogni momento, pensavo vedendo la cura che le era riservata, pari a quella riservata d’altronde a tutti!

Io ero particolarmente felice di aver lì con me due pezzetti importanti della mia vita e della mia terra, ma gli incontri Altri non hanno fatto che moltiplicarsi: sorrisi, scambi di cibi tipici, racconti, riconoscimenti di volti siciliani, di storie o di persone incontrate nelle precedenti cittadinanze che si ricordavano di me, che avevano sempre una parola da scambiare… Questo mi ha com-mosso e nutrito, soprattutto quando ho visto come ci si iniziasse a riconoscere, a sintonizzare!

Intorno alle 14, abbiamo inaugurato la matrice di sogni: uno dopo l’altro, i sogni della notte hanno imbastito la trama del pensiero condiviso, in un’atmosfera tra il reale, il crudo e il visionario. Spaventanti o consolatorie, speranzose o ideologizzanti: le questioni sono state tante e i sogni preziosi: apparizioni, divinità, scatole, matrioske, geopolitiche critiche, siccità, p/m-adri&figli, paure, dolori, entusiasmi, ricerche di soluzioni, rese, guerre pubbliche e private. Ma scriverne é nulla: il “vero bello” é sempre partecipare, scoprire com’è facile pensare e sognare insieme, come l’uno si aggancia all’altro facilmente e naturalmente… se ce lo concediamo!

Di seguito, i contenuti del volantino della C.R. Del 19 giugno 2022 a Chieri, che meritano orgogliosa diffusione:

“Che cos’è la Cittadinanza Riflessiva (C.R.)?
La Cittadinanza Riflessiva è uno spazio con e per tutti cittadini, aperto alla diversità, in cui apprendere ad ascoltare e dove essere ascoltati, in cui DIALOGARE e RIFLETTERE insieme sulle tematiche inerenti la cittadinanza responsabile di fronte ai profondi cambiamenti sociali e climatici che avvengono nel presente ed avranno un impatto sul futuro della nostra comunità. Abbiamo la responsabilità, come cittadini, di pensare il presente per poter costruire insieme il futuro. Questo intervento di comunità nasce in Serbia ad opera di Marina Mojovic e Jelica Sataric nel tentativo di prendersi cura del tessuto sociale ferito, danneggiato, lacerato da 10 anni di sanguinoso conflitto. Attualmente è diffuso in diversi paesi della ex-Jugoslavia. Nel 2019 Alice Mulasso e Lorenzo La Scala, con la collaborazione di Maria Nagni e Gaia Piovesan, fondano a Chieri il primo workshop di Cittadinanza Riflessiva fuori dai confini della ex-Jugoslavia. I valori fondanti della CR sono la gratuità, la generosità, la costruzione di una cultura di cooperazione.

In cosa consiste la CR?
Ogni workshop di CR è composto da esperienze di grande gruppo e piccoli gruppi dove è più facile per tutti prendere parola. Inizia con una matrice di sogno sociale, uno spazio in cui vengono condivisi i sogni notturni e le associazioni ai sogni, ascoltati nel loro significato sociale e non personale. I sogni offrono materiale su cui continuare a riflettere nel grande gruppo di cittadinanza e nei successivi piccoli gruppi di CR. Nell’ultima sessione in gruppo allargato di CR, ci si riunisce per ascoltare le idee nate nei piccoli gruppi, dialogare, ipotizzare applicazioni nella comunità, e salutarsi. Il dialogo nei diversi gruppi favorisce il pensare insieme e la conseguente nascita di pensieri nuovi per quella situazione.

Diffusione della CR:
Attualmente la CR è diffusa in molti paesi della ex-Jugoslavia, in Italia a Chieri e a Padova, in Grecia a Salonicco, nel Regno Unito, negli USA a Dallas. Inoltre il 25/4/2020, in piena pandemia, nasce la International Reflective Citizens (IRC), cioè la Cittadinanza Riflessiva Internazionale on line attualmente arrivata al suo sesto workshop. La IRC è uno spazio in cui si ritrovano cittadini dai 5 continenti in un ricco, sebbene a volte faticoso, confronto su questioni di cittadinanza nelle diverse latitudini. Questa diffusione testimonia della capacità di questo tipo di intervento di sintonizzarsi con la realtà locale e la necessità di spazi di confronto e riflessioni dove trovarci come cittadini.

Concludendo: La capacità di dialogare e pensare è più che mai indispensabile oggigiorno per poter aprire spazi di riflessione sulle sfide ed i rischi della contemporaneità, per farsene un’idea personale e collettiva senza fermarsi alla comunicazione affidata agli slogan che prolifera nei media e nei dibattiti politici.”

Come avevo anticipato, forse riusciremo a portare in Sicilia questo modo di occuparsi di noi stessi e del mondo come individui e insieme come cittadini-del-Mondo. Perché é possibile ripristinare quell’accoglienza del Sud che sempre più é mitologica, far germogliare una forma di pensiero sociale che ci manca, persi come siamo nel nostro scontato immobilismo (e individualismo) sopravvivenziale.
Ne sarò capace? Ce la farò? Vedremo… So però che non sarei sola a farlo e che riunirsi é il primo passo per (ri)cominciare

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