la natura chiama. l’uomo non sente. la natura richiama. l’uomo non risponde. la natura entra comunque.

Non voglio arrogarmi la grandezza e il potere di dire le cose che si devono fare, come si devono fare, quando e perché. Beh forse sul perché due paroline potrei spenderle.
Non voglio scrivere un articolo su questo argomento che mi preme tanto, tantissimo. In realtà dovrebbe diventare una priorità nella quotidianità di ogni essere umano. Ma credo lo sto facendo!
D’altra parte ognuno di noi porta dentro di se un argomento, o per meglio dire una – o si auspica più di una – causa che gli sta a cuore, per cui vale la pena di gridare e farsi sentire in qualche modo. Oggi voglio utilizzare questo modo.

Di cosa parlo? Signori, sto parlando degli alberi o, in una visione d’insieme più generale e vasta, sto parlando della natura.

Parlando – velocemente e male – di questo argomento si sa quando si inizia e non si sa quando si finisce, o per meglio dire si sa come finisce: discorsi di caffè*. Lasciano il tempo che trovano. Quando lo trovano.
C’è chi trascura il suo potere e il problema, c’è chi fantastica creando e promuovendo libri o film – molti di voi recentemente ne hanno visto uno in 3d nelle sale cinematografiche – e c’è chi non crede sia un valore importante; importante per gli esseri umani del pianeta terra, e lo trascura.

Personalmente amo gli alberi, riesco ad entrare in contatto con loro in maniera non verbale, è difficile da credere ma è così! Donano ombra e riparo e le loro radici sono il collante della crosta terrestre, le loro foglie verdi trasmettono benessere e speranza e colorano l’ambiente, senza dimenticare il fatto più importante, ci donano l’ossigeno che ci serve per respirare. Nozioni basilari che passano in secondo piano quando si cresce e si viene risucchiati dagli impegni della vita.

Non inizio questa discussione solo perché ho visto la natura fare il suo corso – corso modificato e stuprato dalle opere dell’essere umano, sì mi riferisco al video trasmesso dal TG1 delle ore 13:30 del 16/Febbraio/2010 della frana nel calabrese, qui il video – ma perché da sempre sento che si dovrebbe fare di più e meglio nel rispetto e per la preservazione della natura. Perché io credo nell’armonia tra cemento, asfalto, alberi e piante.
Perché se un colle esiste non è grazie alla colla attack che lo tiene unito al resto degli elementi, ma è solo grazie alle forti radici degli alberi.

Rimane tanta rabbia, perché io sono solo un ragazzo. Non ho poteri esecutivi. Posso solo scrivere. Posso lamentarmi e far leggere o ascoltare il mio pensiero, nella speranza che qualche altra persona la pensi come me, perché deve esserci qualcuno che la pensa come me. C’è? [le influenze di G. Orwell e del suo 1984 iniziano a farsi sentire]

Dite la vostra, mi piacerebbe davvero sentirvi…

*“discorsi di caffè” o “da caffè” :  tutte quelle discussioni che si affrontano dentro un bar o un pub con amici ma spesso con sconosciuti e che iniziano davanti un caffè o un drink e finiscono sempre davanti quel caffè o drink, possibilmente non lo stesso con cui sono iniziati! Discorsi che lasciano il tempo che trovano, inconcludenti e sconclusionati.

3 thoughts on “la natura chiama. l’uomo non sente. la natura richiama. l’uomo non risponde. la natura entra comunque.

  1. Il problema è noto e stranoto, purtroppo. L’urbanizzazione mostruosa che obbedisce solo alle leggi del guadagno facile ed immediato e “poi quello che succede succede” porta a questi scempi. E poi, ovviamente, la natura fa il suo corso, ma quando lo fa è già troppo tardi: porta via con sé case, persone, bambini, sogni. E gridiamo che la natura è cattiva! Ma non è stato l’uomo a privare della “colla” questi posti per costruire, costruire, costruire, portandoli inevitabilmente a franare?
    Ma noi siamo solo ragazzi e possiamo solo indignarci nel salotto di casa, o al bar o al pub…

    Per inciso, bella la frase “io credo nell’armonia tra cemento, asfalto, alberi e piante”. Tu la intendi forse letteralmente, ma c’è dietro un altro significato più profondo.
    E notoriamente il vero artista è quello che non si rende conto di scrivere “cose artistiche”…

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