Primarie: strumento politico o di marketing?

In Italia nel 2005, per la prima volta, si parlò di elezioni primarie, elezioni sul modello americano per decidere chi fosse il capo della grande coalizione del polo di sinistra.
Negli USA la politica ha un sistema bipartitico che fa sì che ogni volta a sfidarsi siano sempre il partito dei Repubblicani contro il partito dei Democratici e le varie differenze di pensiero dei cittadini si muovono all’interno di questi due grandi schemi. Dentro ogni partito quindi ci sono diverse correnti e le primarie hanno come obiettivo di scegliere quale candidato rappresenta al meglio la maggioranza delle correnti all’interno del partito.
Con la stessa logica in Italia si provò a scegliere chi dovesse sfidare Berlusconi. Il favorito era il caro buon vecchio bradipo del “Professore”, appellativo che non si riferiva a “SuperMario Monti” ma a Romano Prodi (che a rapporti di potere con le banche europee non scherzava nemmeno).
Allo stile riformatore, democratico e dinosaurico del “mortadella” (altro soprannome di Prodi) si opponevano i diversi capi degli altri partiti della sinistra.
Già allora le primarie italiane si dimostrarono una farsa, in una nazione in cui il voto ha perso molto del suo senso, come del resto l’intera politica, unita a una cultura individualista che tende a tirare acqua al proprio mulino e si è avuto che ognuno votasse per il suo candidato e che il risultato finale fosse semplicemente uguale a quello iniziale. I partiti di minoranza presero meno voti, mentre i partiti maggiori, DS e Margherita, uniti nell’Ulivo ottennero più voti (non proprio i partiti, ma il loro candidato, mi piace sottolineare questa differenza perché in Italia si vota la faccia del candidato, non il progetto politico del partito che lo sostiene!).

Da allora in poi in Italia a ogni turnazione elettorale i candidati della sinistra si sono sfidati in questo gioco delle primarie.
Le elezioni primarie, ideologicamente, sarebbero uno strumento di politica partecipativa in cui la popolazione sceglie i suoi candidati, senza necessariamente essere iscritti ad un partito e senza scegliere necessariamente quello proposto dalla dirigenza dei partiti.
Non è un caso che dove si siano fatte le primarie, il vincitore vince anche la sfida elettorale decisiva, proprio perché gode del supporto diretto della cittadinanza che lo vota e l’ha scelto, ponderatamente, durante la fase della campagna per le primarie.

C’è un altro motivo per cui spesso vincono anche alle elezioni “secondarie” (come le chiamò Bersani): le primarie sono uno strumento di marketing.

Grazie alla scusa delle primarie, infatti, i candidati cominciano a presentarsi prima agli elettori, si mettono in mostra sui giornali, sui vari blog, social network, trasmissioni televisivi, cartelloni stradali. Cominciano una vera e propria campagna elettorale, con tanto di convention con i supporter nazionali. Inizia inoltra la raccolta fondi, cosa da non sottovalutare. Obama ha cominciato la sua raccolta fondi e in un solo mese ha già raccolto 29 mila dollari. Forse noi in Italia non siamo così generosi a priori, forse preferiamo darli come tangente ad elezione già vinta, ma anche le nostre primarie fanno cassa.

Le primarie quindi possono essere pure delle farse, ma sono per la nostra arrancante sinistra sono necessarie, anche al costo di fare delle primarie che siano palesemente una fregatura, perché senza cassa non si può fare campagna elettorale ed è necessario creare quel teasing che darà risposta nella cabina elettorale.

6 thoughts on “Primarie: strumento politico o di marketing?

  1. Scusa, ma perché ricopri Prodi di epiteti così poco lusinghieri? Vecchio bradipo, dinosaurico, mortadella…, sta di fatto che Prodi ha vinto le elezioni ogni volta che si è candidato, ha sempre goduto di un buon sostegno popolare personale, anche quando ha varato provvedimenti oggettivamente impopolari (come la tassa per entrare nell’Euro), ed è stato apprezzato in Europa come presidente della Commissione Europea.

    Non sono un fan di Prodi, fondamentalmente gli rimprovero di aver creato governi troppo eterogenei e dunque deboli, e di aver appoggiato provvedimenti indegni come l’indulto, ma a conti fatti gli riconosco di essere stato il miglior leader politico che l’Italia ha conosciuto negli ultimi anni.

  2. considerato che la “Carne da Macello” saremo tutti noi cittadini palermitani nei prossimi anni, con le misure che verranno prese a breve (già entro la fine di quest’anno), parlare di primarie è perdere tempo prezioso in questi 2 mesi, quando a cominciare dall’inizio di marzo avremo:
    1) emergenza Gesip, centinaia di individui in assetto sommossa nei confornti di Palermo,
    2) emergenza Amia con relativi scioperi e cumuli di rifiuti per le strade,
    3) aumento dei tributi locali (già oggi su repubblica palermo il titolo che il comune deve aumentare IMU e IRPEF),
    4) emergenza Amat per pagamento stipendi con relativi scioperi personale autista.
    Emergenze che cannibalizzano la città e i cittadini e cittadine e ci abbrutiscono di più!!!
    Parlare di primarie e non parlare di come i candidati sindaci devono, possono, ce la fanno (?) ad affrontare le emergenze della città è come volere negare palesemente che la CARNE DA MACELLO in tutte queste emergenze siamo noi, anche noi che scriviamo, e noi che leggiamo i blog.
    Facciamo allora qualche domanda sui blog ai candidati, e anche se non rispondono, tramite queste domande cerchiamo noi elettori/elettrici di capire chi tra di loro sarebbe in grado, secondo noi, secondo quello che ascoltiamo dalle loro bocche in questi giorni, di essere il migliore sindaco per risolvere al meglio le emergenze e amministrare questa città per tanto tempo non amministrata.
    Facciamo quelche domanda, proviamoci.
    Esempio:
    “Intende affiggere all’entrata di ogni scuola copia incorniciata, e appesa al muro, del regolare certificato di agibilità dell’edificio per dare conferma della sicurezza dei locali scolastici ai genitori dei bambini ?”
    Questo è il tipo di argomento che bisogna trattare nei blog di Palermo in questi 2 mesi, perchè ci tocca nella vita ogni giorno per anni. Le primarie sono un giochetto temporaneo che non interessa (non ne volere a stef), nè migliora la qualità della vita di centinaia di migliaia di famiglie palermitane. Cerchiamo di incidere con i blog, perchè la carne da macello siamo noi, coloro che non saremo nè sindaci nè consiglieri nè assessori dopo le elezioni di primavera.

  3. Alessandro: io sono un animale strano, sono un nichilista ottimista, vedo merda intorno a me ma non mi abbatto e cerco di fare qualcosa per cambiare ciò che non mi piace. Scrivere qui è uno dei modi, ma non è l’unico o il primo dei miei modi.
    Avmb: in questo post scrivo di primarie e quindi non posso tirare in causa Berlusconi, gli epiteti usati per riferirmi a Prodi non li ho dati io, li uso comunque perché ci tengo a mantenere una distanza critica.
    stef: le parole degli intenti di questi candidati sono ovunque e ripetere in questo caso la demagogia politica non è utile. Voglio una democrazia che non si basi sulle parole ma sui fatti. Che possa decidere se dopo le tante promesse il sindaco e tutti gli altri politicanti, stiano facendo qualcosa o debbano essere cacciati a pedate dalle loro poltrone. Come hai scritto siamo carne da macello che ci dobbiamo assorbire queste umilianti querelle. Umilianti perché questa classe dirigente ci prende per i fondelli. Guardiamo a cosa hanno fatto nel loro passato e non a cosa intendono fare e decidiamo così.
    L’articolo comunque era di critica sullo strumento primarie in sé, sia che siano a Palermo che negli USA.

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