#Mind the gap: cronache di una palermitana a Londra

 – Il freddo è solo un’invenzione – 

Temo il freddo più di qualsiasi cosa al mondo.
Anche i topi, ma quella è un’altra storia.

Il caso vuole che mi trovi in una città dove il sole è latitante e le nuvole sono come la ‘ndrangheta a Milano: dominano. E anche quando il latitante spunta, così, tanto per dire “ehi, ci sarei anche io”, non fai in tempo a dire “oh che bel sol…” che già piove.
Giuro, qui accade questo. 

Accade anche che qualcuno – tipo io – non abbia idea di come vestirsi, perché sì, c’è freddo, ma non è al suo apice (oh Signore, quel giorno: prendimi!), ragion per cui o ci si veste in maniera troppo leggera o troppo pesante. Nel primo caso io sembro una col morbo di Parkinson per quanto tremo, nel secondo una spogliarellista advanced per la velocità con cui mi tolgo letteralmente i vestiti di dosso (cazzo, in metro le temperature fanno la ola ai tropici!).
Sicuramente, il fenomeno più curioso è che solo io sembro soffrirne. Qua la gente va in giro mezza nuda con una nonchalance mai vista.

Mi sono ritrovata spesso a invidiare chi, con sprezzo del pericolo e incurante di raffreddore o polmonite fulminante, va ancora in giro senza collant (scrivo ancora perché voglio sperare che prima o poi anche loro usino le calze ottanta denari. Eccheccazzo!). Invidia pura, anche perché se vi fate un giro per i mercatini o andate da Primark, trovate solo vestitini super leggeri, belli da morire, ma totalmente inadatti a un clima siberiano! E la cosa ancor più terribile è che i capi vagamente invernali fanno cagare, sotto tutti i profili, sia a livello estetico sia perché la lana “ci passò e un c’impincìu” (come si dice ad Oxford)!

Nonostante tutto, il clima tetro non mi dispiace, si addice a una città come Londra e sicuramente porta ad apprezzare di più quelle giornate in cui il sole fa capolino fra le nuvole: allora, afferri una coperta, un buon libro e te ne vai al parco, in mezzo agli scoiattoli che ti saltano addosso e in mezzo a tanti alienati come te, con il loro libro e il loro caffè di Starbucks.
E la vita ti sorride di più.

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