And the star-spangled banner in triumph shall wave

Vi siete mai chiesti come mai una nazione nata col sacrificio di milioni di innocenti, fondata da criminali, puttane e padri pellegrini bigotti sia riuscita ad entrare nell’immaginario collettivo come il Paese che lotta contro il Male per puro spirito altruistico? Vi siete chiesti come mai gli Stati Uniti intervengono in “aiuto” di alcuni Stati mentre ignorano totalmente altri luoghi dove, tuttavia, la violazione dei diritti umani è all’ordine del giorno? Fatevele queste domande. La risposta non vola nel vento, è palese, concreta.

imagesDietro i nobili principi per giustificare il ricorso alla guerra c’è un piano di dominio planetario1. Questi interventi militari sono rivolti, guarda caso, verso quegli Stati – chiamati rogue states (stati canaglia) – che, a differenza di altri dove pure i crimini contro l’umanità sono perpetrati sistematicamente, non accettano e non hanno mai accettato l’imperialismo statunitense. Sono gli USA il principale fattore di instabilità internazionale. Come si può fare affidamento su un Paese che distrugge dittatori che egli stesso ha creato per convenienza, dopo averli foraggiati e armati a dovere?
Come si può anche solo pensare di affidarsi a questi selvaggi, bastardi maledetti che hanno eseguito il più terribile genocidio della storia per poi pulirsi la coscienza mettendo nelle riserve delle targhe del tipo: “Qui giace una donna indiana, una Wampanoag; la sua famiglia, la sua tribù e la sua terra la offrirono affinché questa grande nazione potesse nascere e prosperare”?

Fa rabbia sentire capi di Stato europei, ministri come la Bonino, che valutano la possibilità di un ennesimo conflitto militare, pur sapendo che cosa comporti una decisione simile, soprattutto per noi che viviamo sul Mediterraneo. Siamo pieni di basi americane. Tra un po’ ci saranno più basi militari che scuole. Gli USA insieme ad Israele fanno già esercitazioni missilistiche, col pericolo che possa accadere un’altra tragedia come quella di Ustica. E noi? Facciamo i lacchè, i leccaculo, i maggiordomi, gli schiavi. Siamo uno Stato sovrano che ripudia costituzionalmente la guerra ma che scatta sull’attenti quando il Presidente americano ha il pepe al culo e voglia di schiacciare bottoni rossi.

Il Segretario di Stato americano John Kerry ha fatto al Congresso un discorso credibile quanto la recitazione di Manuela Arcuri. Quanta ipocrisia in un uomo solo! “Non sarà come in Iraq”, assicura Barack-Terminator-Obama. E Kerry precisa: “Il Presidente Obama non sta chiedendo all’America di andare in guerra, non ci saranno soldati americani sul terreno”. Quelli sui caccia non sono soldati? I missili sono diventati così intelligenti da schivare la gente a seconda dell’età anagrafica? Si sa come vanno queste cose, si sa quanto i Marines siano invasati e fuori di testa (guardatevi un documentario di Michael Moore a caso o qualche video su YouTube), si sa che nessuno è al sicuro quando gli Stati Uniti vogliono portare la democrazia.

E il mondo intero avrebbe dovuto provare disgusto sentendo Obama parlare di Martin Luther King, a cui si è sempre accostato con tracotanza.

I have a dream

Sogno un mondo in cui si capisca che cambiando una parola non cambia la sostanza, in cui si lasci marcire nell’isolamento geografico e non solo una delle nazioni più guerrafondaie del mondo; sogno un mondo in cui si nutra il Terzo Mondo creando delle riserve di caccia dove pascolano quei disgustosi bambini americani obesi, pieni di pancakes e burro d’arachidi; sogno un mondo in cui l’Italia smetta di fare il cinquantaduesimo Stato e si riprenda la sua libertà e integrità morale. Sogno un mondo in cui gli indiani escano dalle riserve e dai centri per alcolizzati e si riprendano la loro terra, esibendo lo scalpo di tutta quella feccia di Jersey Shore o dei bifolchi del sud. Sogno un mondo in cui gli Stati Uniti siano solo un ricordo che ti balena alla mente quando guardi una lattina di Coca Cola natalizia da collezione.

Non esiste una guerra giusta. Esiste solo il primo Presidente nero con le scimmie urlatrici nella scatola cranica, oltre che nel letto e con la stessa indole dell’ultimo dei mieicani.

 

 

 

Ho già espresso questo concetto in un altro post. Noam Chomsky è il mio mito da sempre. Ma è preferibile ribadire certe cose per i cciòvani, che dimenticano in fretta.

8 thoughts on “And the star-spangled banner in triumph shall wave

  1. Quando dicono “non ci saranno soldati americani sul terreno” intendono che non ci saranno cadaveri di americani, che poi l’opinione pubbica si offende… si bombarda dall’alto e si regalano armi alle fazioni opposte e si usano i mercenari ( se credi che di Marines siano invasati vatti a cercare qualcosa su quei baldi giovini della Blackwater ).

    Noi poi siamo patetici, ci siamo limitati a dire “se l’onu dice di si noi andiamo” senza nemmeno provare a esprimere la nostra opinione, la Bonino è la donna più sopravvalutata dell’intera politica italiana.

  2. Molto d’accordo su tante cose, ma credo che sia poco utile valutare le mosse di una nazione guardando alla sua storia. Se abbiamo in antipatia un paese per via del suo passato difficilmente valutiamo con equilibrio il suo presente. Nonostante ciò, concordo sulla fondamentale esistenza di ambizioni di dominio dietro alle mosse USA, ma con un po’ di realpolitik penso che la pretesa e la ricerca di un tornaconto siano motori indispensabili in ogni azione onerosa in campo internazionale – purtroppo, sia chiaro.. Mi spiego: Assad è un mostro. È il bullo che picchia il bambino piccolo dietro il cortile della scuola. Tutti noi siamo gli altri bambini che stanno a guardare. Se uno dei bambini (un bel po’ bulletto anche lui) interviene, e lo fa non perché è buono, ma perché poi pretenderà per il resto dell’anno la merenda dal bambino salvato, compie per motivi sbagliati un’azione corretta, seppur violenta contro il bullo, ma se non proprio giusta di certo non ingiusta; anche se gonfia di ipocrisia, nata dall’interesse e condita di tonnellate di coscienza sporca.
    Penso che Obama sia infinitamente migliore della scimmia guerrafondaia che lo ha preceduto (Bush il casus belli contro l’Iraq se l’è inventato di sana pianta), è una carogna calcolatrice come tutti i politici ambiziosi, ma secondo me è anche il tipo di persona che interverrebbe ovunque ci fosse bisogno se avesse risorse infinite e nessun parlamento da convincere. Adesso ha proposto l’intervento laddove sa che, essendoci forti interessi in ballo, la proposta sarebbe stata accolta da maggioranza e opposizione. Non è certo il Nobel per la pace (assurda quest’assegnazione!!) che dovrebbe essere, tutt’altro! ma ricordiamoci che ha degli assurdi doveri non scritti come presidente USA: la gente, quegli strambi degli americani, pretende di non perdere un ruolo internazionale di potenza e controllo, e non perdonano i presidenti che cedono nel braccio di ferro internazionale. Il motore dei soldi e del potere è condizione necessaria, come lo è anche il coraggio, quando si dice MOBBASTA! a chi massacra civili col gas.
    Critichiamo gli americani, spulciamo la loro storia, denunciano le loro atrocità! È giusto, e non dobbiamo mai smettere di farlo (e loro stessi non sono teneri in campo di autocritica, basta guardare al cinema). Ma chi fermerà Assad dal massacro di civili non riceverà il mio biasimo.
    ..perdonatemi, ho scritto dal cellulare..

  3. Andri, intanto ti faccio i complimenti per l’analisi molto lucida e meno di ” pancia” rispetto a quella di Valentina ( che pure io approvo in ogni parte!) …sì, se parliamo di realpolitik, è logico pensare che qualcuno Assad lo debba fermare ( ma come finì con la Corea del Nord??! Il bambinone con la testa gigante si è calmato o li hanno tutti uccisi nel sonno?!) , è anche logico che questo ” onere” se lo debba prendere Obama, com’è logico che Putin ne approfitti per lanciare invettive anti usa e minare un equilibrio già fortemente precario, il fatto è che tutta sta logicitá poi porta sempre a lasciare sul campo morti innocenti…ogni tanto mi chiedo: ma davvero la guerra è l’unico modo per piegare l’altro? Ovviamente, nn so darmi risposta, mi dico solo che, ahimè, le guerre sono sempre esistite e sempre esisteranno, perchè, paradossalmente, sono fisiologiche e evitano che gli stati implodano sotto il peso della crisi economica, diciamolo: radi al suolo una città che poi devi ricostruire, questo fa girare soldi e fa ” ripartire” l’economia. Triste, immensamente triste. Se poi c’è in ballo il petrolio il gioco è fatto e la guerra è servita.

    • È triste, hai ragione. E deve essere evitabile, dobbiamo credere che sia evitabile. La guerra fra stati è sempre qualcosa di terribile e deve essere evitata con tutti i mezzi possibili; ma il massacro di un popolo da parte del suo governo è un fatto ancora più spaventoso, non è guerra, non è arrestabile (a meno di minacce di sanzioni fortissime e di un governo suscettibile però a questo tipo di minacce – e non mi sembra il caso di Assad). Il mio paragone con i bambini a scuola è sbagliato in un punto: il bullo non picchia un altro studente, picchia il suo fratellino. Qui non si tratta di fermare una guerra (quella in atto è una guerra civile), ma di scongiurarne una (quella fra stati che nascerebbe da un intervento americano): tocca scegliere fra quali morti vogliamo rimangano sul campo. Terribile.
      Penso che solo fortissime e risolute minacce di guerra da parte dell’ONU – non dunque dei soli USA – potrebbero fermare le violenze. Forse solo quel bastardo (perdonatemi ma m’è scappato) di Putin, per evitare rogne ed escalation poco utili, potrebbe consigliare al pazzo suo compare di darsi una calmata.. Boh..
      Ricordiamoci della Libia, altra guerra civile, altro massacro annunciato quando l’esercito di Tripoli stava per raggiungere Bengasi, e ricordiamo quante migliaia di persone sono state letteralmente salvate dall’intervento occidentale (anche lì super interessato: petrolio!!!).

    • Apprezzo il coraggio della Bonino e di Mauro nel sostenere con forza una risoluzione pacifica; lo apprezzo a prescindere se sia d’accordo o meno: il coraggio di dire no agli americani è una novità per l’Italia che conosciamo. Anche se ho sentito di quelle cretinate! tipo un Gasparri qualsiasi che dice che bisogna fare attenzione ad aiutare i ribelli siriani perché sono integralisti islamici e quindi probabilmente legati ai terroristi di al Qaeda.. Oo varie corbellerie in fila, (1) la rivolta non ha motivi religiosi (2) gli integralisti non sono i soli coinvolti (3) comunque l’integralista islamico non è un terrorista, è un uomo con una visione totalitaria della dimensione religiosa, che fagocita quella pubblica e politica (che per carità può non piacerci, è legittimo), (4) è mai possibile che gli americani aiutino UFFICIALMENTE al Qaeda? Corbellerie appunto. La verità è che i soldi in cassa sono pochi e partecipare ad un’azione militare costa parecchio, quindi cavalcano tutti il vento di pace.
      In ogni caso sembravamo aver mostrato un po’ di palle, poi però Letta ha ammorbidito i toni, ammansito gli americano dicendo sostanzialmente nulla, parole vuote che ci riportano all’Italia bandieruola pronta a cambiare idea cento volte, a seconda di dove tira il vento.
      Secondo me è giusto non seguire gli USA in un’azione illegale contro la Siria, ma dovremmo lavorare affinché intervenga duramente l’ONU ad intimare lo stop alle violenze, accettando l’idea dell’intervento congiunto a mo’ di minaccia. Il che è profondamente diverso dal dire “pace” e basta, di questo Assad se ne sbatte allegramente.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.