Mo’ better youth: i giovani e la cittadinanza attiva

 

La parola volontariato ha perso di valore.

Diciamolo, questa tipologia di occupazione, di “volontario” non ha più niente, anche perché sempre più spesso assume le forme della generazione stage, tuttavia, sarebbe ingeneroso scindere la parola volontariato da valori quali la solidarietà, sensibilità e generosità.

Piuttosto, si preferisce parlare di nuove forme di servizio, come ad esempio il servizio civile, che sempre più spesso viene inteso come trampolino di lancio per un futuro lavoro. Forse anche per questo, il fenomeno delle “raccomandazioni” in Sicilia colpisce anche il settore “civile”, con buona pace di chi è ancora convinto che basta rispondere a tutte le domande per risultare idonei e selezionati.

Fino a qualche anno fa non era così; chi faceva volontariato lo faceva per puro spirito solidaristico, non certo perché s’aspettava di avviare un futuro lavorativo, difatti, in vista di un matrimonio o altro, i “ragazzi” mollavano il volontariato in cerca di lavori più concreti.

L’anno scorso è stata promossa un’interessante iniziativa, organizzata dal Coordinamento nazionale dei centri di servizio per il volontariato, chiamato “2011… dammi spazio! Giovani, futuro e volontariato”. L’evento aveva lo scopo di stimolare la riflessione su un argomento per certi versi oscuro e promuovere la partecipazione attiva dei ragazzi sul tema, attraverso la partecipazione a laboratori e workshop: in altre parole, promuovere la cittadinanza attiva, in tutti i sensi possibili.

Anche noi con Abattoir facciamo questo.

In fin dei conti, siamo anche noi dei volontari, e credetemi, certe volte è difficile conciliare tutti i nostri impegni con la prosecuzione del nostro progetto, eppure ci crediamo e continuiamo a farlo a dispetto di tutto.

Sì, siamo cittadini attivi e ne andiamo fieri.

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