Titolo splatter, ma sto “solo” parlando con nuovi esempi odierni dell’incompetenza e del malfunzionamento del tutto.
Ok, togliamo le pieghe a questo incipit; partiamo dal presupposto che sono in ritardo con questo pezzo e che 2 sono i principali motivi di ciò:
— 5 ore in autostrada per tornare da Catania a Palermo, quando in realtà ce ne vogliono circa 2e30. Effetto del relax da fine settimana fuori dissolto e non è manco la prima volta… diciamo anzi che, ogni volta che si va da una certa parte della Sicilia, il tragitto è sempre un incubo di deviazioni, lavori in corso, buche, maladattamenti, stress, file e incolonnamenti (!!! in autostrada !!!)…
— Essere tornata per la quarta volta al Caf in un mese perché i dati per il mio Isee non tornavano; per 2 volte l’errore proveniva dal commercialista, ottimissima persona e preciso sempre, eppur quest’anno magari stressato anche lui o il suo gestionale (boh?); altre 2 volte la tipa del caf è stata superficiale e imprecisa nello spiegarmi che documenti dovevo produrre.
— Aggiungiamo inoltre che un gruppo di supporto professionale che avrebbe “occupato” 2 ore di questa giornata è improvvisamente stato disdetto. Errare humanum est… certo. Ed io sto riuscendo a partorire questo pezzo “grazie” a questo buco imprevisto.
Ma ecco… Non mi frega, perché, a dirla tutta, sono arrabbiata. E ciò è in effetti alquanto splatter in quanto in questi casi inizio a detestare tutti e a provare furore e voglia di urlare addosso al mondo l’incompetenza e il malfunzionamento del tutto.
La faccenda si dispiega inoltre secondo modalità ulteriormente sanguinolente, poiché dentro di me produce un’enorme preoccupazione depressiva per il mondo che sta venendo fuori a forza di “funzionare” a calci e pugni attraverso l’incompetenza e il malfunzionamento.
Per essere chiari e puntigliosi, andiamo ordinatamente ad analizzando gli esiti delle 3 vicende su elencate:
- Il livello macro è quello dell’aver meno tempo per tutto e di far un surplus di sforzo per tenere insieme da soli le cose e farle funzionale meno peggio possibile. Ma io non sono la dea Kalì, motivo per cui questi “inconvenienti” hanno generato nella mia vita altre dettagliate conseguenze; eccole in ordine sparso:
– meno tempo per allattare il mio piccolo e per stare con lui;
– fretta e corse per assolvere alla necessità di risolvere gli imprevisti e di rispettare le scadenze;
– deprivazione di sonno;
– deprivazione di coccole;
– una mamma frustrata e con senso di colpa e di disagio;
– tensione muscolare da stress e conseguenti mal di schiena di vari formati;
– stanchezza, carico mentale e malfunzionamento generale, tipo; dimenticare 2 volte le chiavi dello studio in luoghi sparsi del globo; guidare male in un contesto in cui la gente prova a ucciderti ogni 30 metri; deglutire i pasti senza masticare, come con le pennette ingoiate sane pur di sbrigarsi (che chiaramente digerirò il giorno dopo); perdere bollette da pagare; dimenticare di rispondere a messaggi;
– messaggi ai miei pazienti per giustificare ritardi (comportamento poco professionale con rischio di ricadute sulla qualità e quantità di lavoro);
– sfiducia relazionale e istituzionale (ad es. contro l’anas e la politica edilizio-stradale);
– minori guadagni per rispettare impegni e scadenze che gli altri non rispettano, generando richieste e ricadute sul mio… di tempo e di stipendio;
– rabbia per quella gente str**** che non solo sbaglia, ma ci guadagna pure sopra, mentre io, per tamponare i loro errori ed esserci, mi sono persa sia guadagni sia tempo col mio piccolo;
– rischio di non avere per tempo l’Isee per partecipare a un bando (altra mia eventuale rinuncia);
– interazioni nervose e battibecchi (altro orrore in circolo, in moto grazie anche alla mia complicità).
Vi sembra eccessivo?
Pensateci. Sono certa che quanto da me elencato riguarda in verità la maggior parte delle persone che vivono in una terra o in una situazione simile alla mia.
Penso alle parole di un mio prof. ai suoi tempi famoso:
in Sicilia, le ricadute di un certo malfunzionamento provocano un Sottosviluppo Generale.
Basterebbe, cribbio, che ognuno facesse la sua parte con competenza.
Ma la competenza è spesso sacrificata sul culo degli altri e obbedendo a una logica additiva: faccio di più e tutto, non importa se male, se offro servizi scadenti… basta che non lascio andare nulla per vantarmi che sono un super uomo top (apparire è ciò che conta!).
E, alla fine, non può che andare così: che l’atteggiamento narcisista vince anche se incompetente, come negli esempi di cui sopra, mentre chi si sforza di restare competente finisce per appesantirsi degli aggravi che i non competenti gli rimandano addosso e finisce altresì per perdere lo slancio a far bene e a creare circoli virtuosi di gentilezza e generatività!
Viviamo un continuo attacco politico alla competenza!
Per parte mia, mi chiedo cosa posso fare, cosa posso ancora sottrarre per non colludere con tutto ciò, ma al momento non lo so davvero. Mi dico che faccio sempre del mio meglio, ma forse sono miope anch’io?
…Ditemi comunque se tutto questo non meritava un titolo splatter.
P.S.: Si può anche ragionare in termini economicisti (ovvero di guadagni e perdite che ci sono in gioco anche monetariamente, ragionamenti che piacciono tanto ai molti e che avvalorerebbero le mie tesi ai loro occhi).
Possiamo anche farlo, ma – aprite gli occhi, qui si parla di qualità e squalità della vita! - ritengo che, per restare sull'orlo dell'horror, sia già sufficiente così!