Le staminali del demonio

Cosa sono queste “cellule staminali”?
Le cellule che compongono un organismo sono di diverso tipo e svolgono funzioni diverse. Le staminali sono in grado di riprodursi molte volte dando origine a cellule identiche a se stesse e, in presenza di appositi stimoli, si trasformano in cellule con funzioni specifiche (ad esempio una cellula di un muscolo, del cervello o del fegato). Esistono quelle embrionali e quelle “adulte” prelevate dal malato stesso o da un donatore. Ovviamente quelle embrionali, che sono in grado di produrre qualsiasi tessuto, sono quelle su cui la ricerca ripone le sue speranze per riuscire a trovare la cura per malattie quali il Parkinson, l’Alzheimer o la SLA (per dirne alcune).

In questi giorni i tg, le trasmissioni televisive nazionali ad uso curtigghio e molti dei nostri simpatici contatti facebookiani ci hanno rosolato le pudenda con i link inerenti al caso di una bambina di tre anni di Firenze. Sofia è affetta da leucodistrofia metacromatica, una grave malattia neurodegenerativa. A dicembre aveva iniziato una terapia che prevede infusioni di cellule staminali, prelevate dalla madre e trattate con il metodo del professor Davide Vannoni. L’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) aveva bloccato tutto perché i trattamenti erano ritenuti «assolutamente inadeguati», e perché «i medici che iniettano il prodotto nei pazienti non risultano essere a conoscenza della vera natura del materiale biologico somministrato».
Il Consiglio dei Ministri ha però emanato un decreto che consente di «continuare le cure con le staminali anche se il laboratorio di riferimento non è autorizzato». Il ministro della Sanità Renato Balduzzi, pressato da personaggi di un certo livello come Celentano, si è convinto ad entrare in azione. Non si chiamerebbe Italia se i nostri destini non dipendessero da cantanti, clown e simil troie redente da Paolo Brosio. È innegabile come la comunità scientifica sia considerata qui poco più di un branco di sciamani e fattucchiere.

Ecco, questo piccolo caso ha riaperto dei cassetti della memoria e confermato contemporaneamente il qualunquismo e la sindrome bipolare di alcune persone.
Ma andiamo per ordine.
Spero che tutti voi ricordiate il referendum del 12 giugno 2005. In quell’occasione gli italiani erano stati chiamati alle urne per  votare l’abrogazione di alcune parti della legge n.40 del 2004. I quattro quesiti referendari riguardavano l’utilizzo di embrioni per la cura di nuove malattie, l’utilizzo di più embrioni nella procreazione assistita, la sfera dei diritti della donna nella procreazione assistita e la fecondazione eterologa.
Un referendum importante che avrebbe segnato una svolta importante nella storia della ricerca.
Gli italiani si differenziano dagli altri popoli per un’insana ipocrisia, mista a cattiva informazione, ignoranza e un potente plagio mentale operato dal Vaticano da moltissimi secoli. Perché, signori miei, c’è poco di cui discutere quando una Repubblica laica se la fa nelle mutande Tezenis (perché meno care) quando u patri parrinu le dice che brucerà all’Inferno qualora osasse interrompere il piano del loro Dio che ci vuole tutti malati, con le piaghe e infine morti, riuscendo addirittura ad influenzare la scienza ed arrestarne il progresso. E i medici obiettori di coscienza sono il braccio esecutivo della Chiesa in questo ambito. Chi putissiru arricchiri!
La posizione del Papa Emerito Joseph Nazinger durante il suo pontificato fu in realtà non di totale rifiuto, dobbiamo riconoscerglielo al vecchio canuto: “Se resistenza c’è stata, e c’è tuttora, essa era ed è nei confronti di quelle forme di ricerca che prevedono la programmata soppressione di esseri umani già esistenti, anche se non ancora nati. In tali casi la ricerca, a prescindere dai risultati di utilità terapeutica, non si pone veramente a servizio dell’umanità. Passa infatti attraverso la soppressione di vite umane che hanno uguale dignità rispetto agli altri individui umani e agli stessi ricercatori”.
Adesso mi chiedo, come si può porre sullo stesso piano la vita di chi è già al mondo come essere umano, che ha vissuto, ha gente che lo ama, che ha dei ricordi e quella di un ammasso di  cellule informi? Vorrei capire, l’anima quindi entra con lo sperma e poi insieme, come Don Chisciotte e Sancho Panza, fecondano l’ovulo? Mah.
Alla luce di ciò, come si può contemporaneamente servire Dio e Mammona [cit.]? Come potete pubblicare sulle vostre pagine “Viva il Papa” e “Solidarietà alla piccola Sofia”?
A prescindere dalla sanità mentale dell’italiano cattolico e da tutte le questioni etiche che suscita un tipo di ricerca così innovativa, dovrebbe essere cura dello Stato occuparsi della sopravvivenza dei suoi cittadini già nati, non di quelli in fieri.

E voi, cosa ne pensate? Dicevatecelo su Abattoir.

4 thoughts on “Le staminali del demonio

      • L’ho voluto precisare perché al referendum si parlava di embrioni, non di cellule embrionali, per le quali non è necessario coltivare embrioni in vitro per poi usarli per la ricerca (non sono cattolica, ma non condivido questo tipo di ricerca scientifica).

  1. Ci tengo a precisare che in questo post la scienza è il mezzo, non il fine. Io non sono uno scienziato né un medico, e mi scuso per le eventuali inesattezze o errori presenti nel testo. L’intento è la polemica, la riflessione su argomenti che ci riguardano tutti perché, alla nostra età, l’Alzheimer ci fiata già sul collo :)

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